La tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo) il 26 novembre del 2010 scompare senza lasciare traccia. Dopo tre mesi il suo corpo senza vita viene trovato in un campo nel pressi del paese. La Procura ha solo una traccia di DNA maschile. È l’inizio di una delle indagini più complesse dei nostri tempi, condotta per quattro lunghi anni seguendo soltanto una traccia di DNA trovata sul corpo della ragazzina.
Nato da un’idea di BBC e prodotto dall’inglese Amber TV e l’italiana Run to Me Film in collaborazione con Sky e BBC, “Ignoto 1 – Yara, DNA di un’indagine” approfondisce il lungo lavoro di ricerca e analisi scientifica alla base dell’inchiesta relativa al caso Gambirasio. Una produzione impegnativa, curata per BBC dal premio Oscar Nick Fraser e durata ben 2 anni, per la regia di Hugo Berkeley.
Tutte le tappe dell’indagine sono raccontate attraverso le testimonianze di avvocati, consulenti della difesa, giornalisti che se ne sono occupati, ma anche, per la prima volta, il PM Letizia Ruggeri, che dal 2010 ha guidato l’indagine e che fino alla fine del processo non ha mai voluto parlare con la stampa, e il suo gruppo di lavoro. Polizia, Carabinieri, genetisti e biologi, che per anni hanno lavorato senza sosta alla ricerca del colpevole dell’omicidio di Yara. Per la realizzazione del documentario sono state raccolte oltre 80 ore di interviste con tutti i maggiori protagonisti della vicenda.
La storia è narrata anche attraverso immagini esclusive d’archivio, atti del processo, ricostruzioni (prive però di parti recitate da attori), e grafiche 3D, per spiegare in modo semplice il complesso lavoro scientifico fatto sul DNA.
Il PM che segue il caso, Letizia Ruggeri, coadiuvata dai RIS e dalla Polizia Scientifica, decide di creare un database di DNA degli abitanti della zona e, dopo aver raccolto decine di migliaia di campioni senza risultati, finalmente un giorno trova un profilo genetico in parte compatibile, quello di Damiano Guerinoni. Letizia ricostruisce la storia della famiglia Guerinoni e fa riesumare il corpo di uno dei suoi componenti, Giuseppe Benedetto Guerinoni, autista, padre di tre figli, morto molti anni prima. Emerge che Giuseppe è il padre di Ignoto 1, ma i suoi figli naturali non corrispondono al DNA trovato sul corpo di Yara. C’è solo una spiegazione: Ignoto 1 è un figlio illegittimo di Guerinoni.
Comincia così un’indagine nell’indagine, a caccia della madre del presunto assassino. La polizia ritiene di averla trovata in Ester Arzuffi e rileva il DNA di uno dei suoi quattro figli, Massimo Giuseppe Bossetti. Il profilo genetico dell’uomo sembra coincidere perfettamente con Ignoto 1 e Bossetti viene immediatamente arrestato.
La sua famiglia è sconvolta: Massimo è un semplice muratore, un gran lavoratore, padre devoto di tre figli, nessun precedente per violenza. Nelle settimane successive la vita, le amicizie e le frequentazioni di Bossetti vengono esaminate in ogni dettaglio. La squadra dei suoi difensori, insieme con la moglie Marita Comi, cerca di dare di lui un’immagine diversa da quella che i giornali stanno dipingendo. Tutto sembra inchiodarlo, ma sarà il processo a cercare di stabilire la verità. Il dibattito in aula dura un anno intero: la difesa insiste sulla mancanza di prove certe e su possibili errori compiuti dalla Polizia Scientifica e il RIS. Bossetti continua a dichiararsi innocente, mentre fuori e dentro l’aula l’opinione pubblica si divide tra colpevolisti e innocentisti. Genetisti, biologi e medici forensi sfilano davanti alla Corte. All’inizio dell’estate del 2016 la giuria emette la sentenza: ergastolo. La Procura si dichiara soddisfatta, gli avvocati della difesa ricorrono in appello.