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Storie maledette torna con l’edizione 2020 su Rai3. La conduttrice storica Franca Leosini è pronta a riprendere il suo posto nel palinsesto della terza rete con nuove puntate. Ma l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo potrebbe bloccare le altre registrazioni previste.
Storie maledette 2020 la Leosini torna su Rai 3
Franca Leosini ha anticipato a Un giorno da pecora il futuro dell’edizione 2020 del suo programma.
La conduttrice, infatti ha detto: “Abbiamo registrato due puntate e dovremo registrarne altre due, bisognerà capire quando mi faranno rientrare in un carcere. Posso dire che sono delle belle puntate e posso darvi questa anticipazione: due sono dedicate ai mandanti di un delitto”.
“Sui mandanti di un delitto ci sarebbe molto da dire: il mandante può esser un vigliacco che si sporca la coscienza ma non le mani e può anche esser la vittima incolpevole di un reato che non ha commesso”, ha aggiunto Franca Leosini.
La Leosini era compresa nei palinsesti di Rai3 fin dagli inizi di marzo. Invece l’emergenza che ha bloccato tutti i programmi, ha costretto anche la conduttrice di Storie maledette a fermarsi. Naturalmente non si sa quando le registrazioni potranno riprendere. Tutto dipende da quando l’Italia riuscirà ad uscire dall’emergenza.
Storie maledette – la precedente edizione
Franca Leosini manca da Rai 3 dalla scorsa estate. Il 30 giugno e il 2 luglio, Rai 3 aveva mandato in onda due puntate speciali dedicate al caso Marco Vannini. La conduttrice e scrittrice aveva intervistato Antonio Ciontoli accusato di aver sparato al ventenne nella sua casa di Ladispoli. L’intervista era stata mandata in onda in due parti ma aveva suscitato polemiche.
La storia di Marco Vannini aveva destato molta emozione nella pubblica opinione per la maniera brutale con cui è stata sacrificata la vita di un ragazzo il cui unico torno era stato di andare a cena a casa della fidanzata.
Ecco la storia di Vannini
Il 17 maggio del 2015, Marco Vannini, 20 anni, muore a Ladispoli nella villetta della fidanzata Martina Ciontoli. Ad ucciderlo un colpo d’arma da fuoco. Dopo lo sparo viene chiamato il 118. Si sentono le grida strazianti di Marco che chiedeva aiuto e invocava la sua mamma. Ma l’incidente viene minimizzato: nessuno parla del colpo d’arma da fuoco che ha trapassato il polmone di Marco dopo essere entrato da sotto il suo braccio destro. Si parla di un non precisato «buchino con il pettine».