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Questa sera, 5 maggio 2020, alle ore 21.30 su Rete 4 è andata in onda una nuova puntata di Fuori dal coro. Il programma, condotto da Mario Giordano, ha affrontato varie tematiche legate all’emergenza sanitaria Covid 19, con particolare attenzione alla terapia del Plasma iperimmune.
Fuori dal coro, Plasma iperimmune: polemiche pro e contro
Il Prof. Cesare Perotti, Direttore di Immunoematologia del Policlinico San Matteo di Pavia, ci ha illustrato il procedimento della terapia iperimmune a base di plasma.
La terapia è mirata direttamente contro il virus perchè gli anticorpi che circolano nel sangue di un guarito possono essere prelevati in un determinato momento (dopo un po’ scompaiono) e trasfusi ai malati. Ci vogliono circa 24/48 ore perchè sia evidente un miglioramento di ossigenazione ed un miglioramento degli stati infiammatori.
Attualmente si sta applicando questo protocollo sia a Pavia che all’Ospedale di Mantova.
Abbiamo avuto modo di ascoltare la testimonianza di una ragazza guarita grazie alla terapia al plasma. “Dopo la prima infusione le analisi andavano meglio. Sentivo il respiro andare meglio, ma avevo ancora tosse e febbre. Dalla seconda sacca in poi sono completamente rinata. Mi è passata subito la febbre, mi è passata la tosse, le difficoltà respiratorie sono scese praticamente a zero. Mi ha fatto fare un salto” – ha raccontato.
Fuori dal coro, Plasma iperimmune, Remuzzi: “E’ una terapia che si fa da sempre”
In collegamento, il Prof. Giuseppe Remuzzi, Direttore Istituto Negri di Milano, si è così espresso in merito: “E’ una cosa che si fa da sempre. E’ stata fatta per moltissime patologie. Pensate che fu fatta anche per la spagnola, per la SARS, per l’ebola, ma si faceva anche per la poliomielite e per il morbillo. Che il sangue che contiene gli anticorpi di una persona guarita possa essere utile per un malato è ben conosciuto. Adesso aspettiamo che si pubblichino i risultati di questa ricerca. Il problema è i casi che ci riguardano. Quello che stiamo facendo a Bergamo con l’Istituto Mario Negri è effettivamente un passo avanti: togliere gli anticorpi dal plasma e iniettare nella persona malata solo gli anticorpi. Questa è una tecnica che deriva dalle conoscenze della dialisi, che abbiamo applicato in passato ad altre malattie.
E’ un passo avanti, però quello che bisogna fare adesso – non appena il lavoro sarà pubblicato e non appena avremo l’evidenza che il plasma funziona davvero (cosa che è molto verosimile anche per le esperienze passate, anche con l’ebola tutto sommato funzionava) – è fare quello che abbiamo sempre fatto con il trapianto. Dovremo avere un’organizzazione prima italiana e poi europea perchè il plasma – se funziona – ci sia per tutti quelli che ne hanno bisogno, non per le nostre esigenze.
Il fatto di comunicare queste cose prima che siano pubblicate rappresenta un rischio. Lo facciamo un po’ tutti, ma è sbagliato perchè il malato che si trova non a Mantova o a Pavia, ma a Civitavecchia, dice ‘io ho il mio papà, il mio fidanzato, mia moglie..’ e il dottore dell’ospedale deve rispondergli ‘da noi non si fa’. Non è così che funziona. Dobbiamo aspettare assolutamente”.
Fuori dal coro, Plasma iperimmune o vaccino?
Remuzzi ha parlato anche del vaccino e dei prossimi step che potrebbero portare alla messa in commercio: “Non si sa bene a che punto sia la sperimentazione. Siamo al punto in cui si stanno vaccinando volontari sani per vedere se questo vaccino per caso non sia dannoso, perchè questo può succedere. La prima cosa da fare è essere sicuri che non faccia male. Quello è quello che si sta facendo. Poi però ci sono tanti altri step. Per esempio si devono prendere due popolazioni, una la si vaccina con il vaccino specifico contro questa malattia e l’altra la si vaccina ad esempio contro la meningite, che funziona come controllo. Poi bisogna aspettare che dei due gruppi qualcuno si ammali. Se si ammalano di più quelli che avevano fatto il vaccino per la meningite vuol dire che l’altro protegge. Adesso c’è un sistema che è quello di prendere dei volontari, i quali sono disposti a farsi iniettare il virus dopo essere stati vaccinati. In quel caso lì la risposta ce l’abbiamo subito”.
Fuori dal coro, altre tematiche trattate
Questa sera Mario Giordano si è collegato con Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia ha commentato l’inizio della “Fase 2”, criticando il Governo per i ritardi e le mancanze nei confronti dei cittadini: “Penso che decisamente si sarebbe potuto fare meglio. Non solo io, ma molte persone avrebbero potuto fare meglio. Prima di tutto non mentendo, perchè quando Conte dice mobilitiamo subito quattrocento miliardi di liquidità sta parlando del decreto liquidità e lui sa che quelle risorse sono impossibili da generare in quel momento in cui lo dichiara. Lo sa quanti soldi ci sono attualmente sul decreto liquidità del governo che dovrebbe consentire prestiti garantiti dallo Stato per quattrocento miliardi di euro? Glielo dico? Due miliardi. Un miliardo per il mercato interno ed uno per l’export. Ora, al netto della moltiplicazione dei pani e dei pesci, a me non risulta di aver mai sentito che possa esistere un moltiplicatore di questo tipo. Questo Conte lo sa benissimo”.
In seguito, Giulio Tremonti si è espresso in merito alla crisi economica: “Se uno guarda cosa ha fatto il governo da marzo (e andrà avanti fino alla metà di luglio) sono tre i decreti. Il primo, Cura Italia, lunghissimo e quasi inutile. Il secondo, il Decreto liquidità, annunciato come un miracolo, in realtà un flop. Il Decreto Aprile, che a maggio non c’è ancora e non si sa cosa sarà. Ecco io credo che sarebbe stato sufficiente fare quello che hanno fatto negli altri paesi, cioè soldi a fondo perduto”.
Tra gli altri ospiti della serata: il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, il sindaco di Messina Cateno De Luca, Gianluigi Paragone, Cesara Buonamici e Maurizio Belpietro.