Nella puntata settimanale di Fuori dal coro, martedì 12 maggio su Rete 4, Mario Giordano ha intervistato il Ministro Degli Esteri Luigi Di Maio. Tema della serata, le polemiche sulla liberazione di Silvia Romano. In studio anche Nicola Porro e Maryan Ismail, italiana di origini somale, che ha espresso perplessità sulla conversione della cooperante italiana.
Fuori dal coro Di Maio – Le parole di Maryan Ismail
Mario Giordano ha aperto la parentesi di Fuori dal coro dedicata a Silvia Romano con un’intervista alla madre della giovane rapita in Kenya diciotto mesi fa. Infastidita dall’inviato di Rete 4 mentre rientrava in casa, non ha rilasciato dichiarazioni. Ma ha commentato: “Mandi un suo parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito”.
Una frase ripresa da Giordano per alimentare dubbi sulla libertà di conversione all’Islam di Silvia Romano. Il conduttore si è chiesto anche se bisogna per forza andare lontano per fare volontariato e se le ONG non abbiano responsabilità nel mettere in pericolo i propri operatori.
Ne ha parlato in studio con Maryan Ismail, esponente della comunità somala italiana. La Ismail ha perso il fratello per mano della stessa organizzazione terroristica. Da allora porta avanti una battaglia contro gli estremismi. Ha mostrato comprensione per la situazione terribile in cui è venuta a trovarsi Silvia Romano, ammettendo che lei stessa si sarebbe convertita a qualsiasi credo pur di uscirne viva.
Tuttavia, ha continuato, non crede si possa parlare di conversione spontanea. Al Shabaa è un gruppo terroristico troppo spietato – lo ha paragonato a quelli nazi-fascisti – per pensare che abbia potuto scegliere del tutto liberamente. Ed ha criticato duramente il Governo per la spettacolarizzazione del suo ritorno.
Inoltre, secondo Maryan Ismail, gli abiti indossati da Silvia Romano identificano in maniera precisa il gruppo terroristico. L’accostamento, però, non è stato spiegato con dovizia di particolari.
Mario Giordano si è legato alle sue parole per definire il rientro della cooperante a Ciampino “uno spot ad Al Shabaa“. Chiamando in causa il pagamento del riscatto, ha riportato una notizia de La Repubblica, in cui si dice che il gruppo terroristico è felice dell’operazione. In questo modo può comprare armi e finanziare le sue attività.
L’intervista al Ministro Luigi Di Maio
Poco prima dell’intervista a Fuori dal Coro del Ministro degli Esteri Di Maio, il giornalista Nicola Porro ha espresso un parere netto sul tema del riscatto: “Chi paga un riscatto, secondo le legge andrebbe indagato. Mezzo governo andrebbe indagato. Trattare con i terroristi per poi esibire un simbolo di morte è il fallimento di uno Stato”.
A stretto giro, il Ministro Di Maio, in collegamento video, ha spiegato la gestione della liberazione. Incalzato da Giordano sull’assembramento all’areoporto di Ciampino, il titolare della Farnesina ha chiarito: “Ero presente per assistere la famiglia e per rappresentare lo Stato che voleva essere lì ad accogliere una connazionale liberata dopo un anno e mezzo di prigionia”. Ha poi chiesto di lasciare Silvia Romano alla serenità e all’amore della famiglia. Si è detto sorpreso che dopo aver fatto lo sforzo di liberarla dai terroristi, rischia di finire sotto scorta nel suo Paese per via delle minacce ricevute.
Mentre, ha negato il pagamento del riscatto, attribuendo tutto il merito dell’operazione al grande lavoro dell’intelligence. A tal proposito, Mario Giordano ha evocato l’uccisione di Aldo Moro come simbolo di uno Stato che non si piega ai terroristi. Un accostamento alquanto infelice, visti anche gli sviluppi della tragica vicenda Moro.
Infine, il Ministro Di Maio ha parlato del rischio a cui le ONG potrebbero esporre i loro operatori. “Si dice spesso di andare ad aiutarli a casa loro. Ma noi lì andiamo proprio con volontari come Silvia. L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per la generosità dei suoi volontari. Posso però garantire che sarò chiarita la posizione della ONG in cui lavora Silvia Romano e che faremo di tutto per garantire più sicurezza a tutti i nostri volontari”.