Melaverde torna con la puntata di domenica 24 maggio 2020. L’appuntamento è su Canale 5 alle 11.55 con Ellen Hidding e Vincenzo Venuto che sono alla scoperta delle eccellenze gastronomiche e agroalimentari del nostro Paese.
Melaverde puntata 24 maggio altopiano cimbro di Folgaria
La puntata inizia con un uovo dal guscio azzurro o verdolino. Apparentemente è simile a tutti gli altri. Ma le galline che lo producono appartengono ad una razza di origine sudamericana, si chiama Araucana e rappresenta un importante esempio di biodiversità.
In natura ci sono molti uccelli che depongono uova bluastre, come i merli, ad esempio, o gli storni. Ma tra le galline questa è una vera rarità. Ad allevarle, insieme ad una sessantina di capre, è una famiglia con una storia singolare. Il figlio era uno studente di filosofia che ha deciso di lasciare la carriera universitaria. E si è trasformato in un allevatore di capre che produce formaggi con caglio vegetale estratto dal cardo selvatico e da altre piante spontanee che crescono nei prati intorno al suo maso.
Il padre viene dalla Sardegna, da dove, giovanissimo, andò via per non diventare anche lui pastore di pecore. E invece il destino lo ha riportato tra gli animali da gregge. Padre e figlio adorano il loro territorio, l’altopiano cimbro di Folgaria. E amano raccontarlo a chi li viene a trovare, organizzando dei trekking con le capre adatti a grandi e bambini.
Si cammina, si parla dell’ambiente e della storia di questo altopiano popolato un tempo dal popolo cimbro. I Cimbri erano antiche genti di origini germaniche che nel medioevo si stabilirono in alcune zone delle Alpi trentine e venete. Erano boscaioli, agricoltori, pastori. In alcune zone, la loro cultura e la loro lingua sono sopravvissute fino ai giorni nostri. Ci si sposterà poi in un bellissimo alpeggio dove un’altra famiglia porta avanti una antica tradizione locale di allevamento bovino e di produzione di prodotti artigianali.
Melaverde Parco Nazionale d’Abruzzo
Oggi Melaverde è nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Una grande area appenninica protetta, per la maggior parte in provincia de L’Aquila, per il resto divisa tra Frosinone e Isernia.
Con il Gran Paradiso, questo è uno dei Parchi più antichi d’Italia. E’ conosciuto anche a livello internazionale per l’importantissimo ruolo che ha avuto nella conservazione e nella tutela di alcune delle specie animali storiche italiane. Tra queste, il lupo appenninico, l’orso bruno marsicano e il camoscio dell’Appennino.
All’interno del Parco si va alla scoperta di zone a protezione integrale, come le foreste vetuste di faggio, patrimonio dell’UNESCO. Qui l’uomo non interviene mai e l’ambiente viene lasciato totalmente ai suoi cicli naturali, e dove i grandi predatori sono i padroni assoluti.
Ma il Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise è anche un territorio dove l’uomo c’è sempre stato con le sue attività storiche, tradizionali, che ancora sopravvivono, insieme a nuove realtà. Tra queste la presenza anche di nuove razze di animali che un tempo sull’Appennino non esistevano, come le vacche Limousine.
Per andare alla scoperta di questa grande area naturalistica protetta nel cuore dell’Appennino centrale, si parte da una delle attività umane più antiche e tradizionali, che ancora sopravvivono di questo Parco. Si chiama “ricaccio” e da secoli non è mai cambiata. Consiste nel portare fuori la legna dal bosco utilizzando muli, equini che nascono dall’incrocio tra un asino e una cavalla.
E poi tante altre curiosità con l’angolo dedicato alla cucina tipica locale.