Vittorio Sgarbi contro il Movimento Cinque Stelle e lo scoop in difesa di Berlusconi al centro della puntata di Quarta Repubblica, in onda lunedì 6 luglio su Rete 4. Il Deputato è tornato sulla cacciata dall’Aula di dieci giorni fa con un’invettiva contro i pentastellati. Mentre, Nicola Porro ha fatto ascoltare alcuni audio che gettano ombre sulla condanna del Cavaliere per frode fiscale, risalente al 2013.
Quarta Repubblica 6 luglio, furia Sgarbi contro il Movimento Cinque Stelle
Vittorio Sgarbi ha acceso la puntata di Quarta Repubblica del 6 luglio. L’onorevole ha inveito contro il Movimento Cinque Stelle mentre parlava della sua espulsione dalla Camera, il 25 giugno scorso. Ha commentato: «Espulso per aver pronunciato un ‘vaffa’, la parola grazie alla quale i grillini in quell’Aula ci sono entrati».
Sgarbi aveva rivolto parole molto offensive alla Deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi. Inoltre, aveva definito ‘mafiosi’ alcuni Magistrati. Dopo i richiami vani della presidente Mara carfagna, i Commessi di Montecitorio avevano portato via di peso il parlamentare.
Lunedì sera, Sgarbi è tornato sulla vicenda a Quarta Repubblica, sollecitato da Nicola Porro. Insieme a lui, il giornalista Pietrangelo Buttafuoco. Hanno parlato del cambiamento di linguaggio della politica introdotto proprio dal Movimento.
Nel frattempo, Nicola Porro ha introdotto un video circolato in rete, riguardante l’ex Ministro Danilo Toninelli, del M5S. Nelle immagini lo si vede rispondere stizzito ad alcuni cittadini che lo attaccano per il mancato rispetto delle promesse elettorali. Seduto al tavolo di un bar e accerchiato dai contestatori, l’Onorevole grillino si alza e va via.
Pietrangelo Buttafuoco ha sottolineato come il M5S stia pagando dinamiche innescate dai suoi stessi esponenti. Dopodiché, Vittorio Sgarbi ha parlato di ovazioni ricevute dalle persone che avevano attaccato Toninelli. Secondo il critico d’arte, il taglio degli stipendi è una sciocchezza ipocrita. Ed ha tuonato: «Sono dei bugiardi. Non sono in grado di farsi casta. Si fanno nulla, quali sono sempre stati».
Infine, ha ricoperto di insulti i grillini, augurandosi che si torni presto a votare per vederli uscire dal Parlamento.
Nicola Porro, audio esclusivi in difesa di Silvio Berlusconi
Altra parentesi calda di Quarta Repubblica del 6 luglio, gli audio esclusivi presentati da Nicola Porro in difesa di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia fu condannato nel 2013 in Cassazione per frode fiscale. L’accusa: Mediaset acquistò prodotti editoriali a prezzi maggiorati per mascherare il trasferimento degli utili in paradisi fiscali ed eludere le relative tasse.
Nicola Porro nutre dubbi su quella sentenza. Alcuni anni fa, l’ex Giudice di Cassazione Amedeo Franco parlò di sentenza ingiusta e pilotata. Parole forti, dal momento che Franco faceva parte del Collegio che firmò il provvedimento.
Alle sue parole, Quarta Repubblica ha aggiunto quelle contenute in altri audio esclusivi. Per prima cosa, Nicola Porro ha fatto ascoltare le deposizioni di tre dipendenti di un hotel di Ischia. La struttura in cui sembra aver passato le vacanze il Giudice Antonio Esposito tra il 2007 e il 2010. Esposito fu Presidente del Collegio di Cassazione estensore della sentenza e secondo i testimoni già all’epoca aveva un’ossessione per Silvio Berlusconi. Aveva anche minacciato di volerlo incastrare.
Un ulteriore audio arriva dal giornalista campano Antonio Manzo. Nel 2013 lavorava per Il Mattino e ricevette una telefonata da Esposito. Concordarono un’intervista in cui il Giudice spiegò le motivazioni della sentenza.
Fatto irrituale, visto che le motivazioni ancora non erano state redatte. Inoltre, le spiegazioni del Giudice sembravano vaghe in alcuni passaggi.
Secondo Nicola Porro, questi audio e le forzature con cui si velocizzò il processo per evitare la prescrizione sono le prove dell’illegittimità della sentenza.
Tuttavia, va sottolineato che tali elementi sono agli atti già dal 2014. Li ha raccolti il pool difensivo di Silvio Berlusconi per presentare ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Quarta Repubblica ed alcuni giornali li hanno solo resi pubblici nelle ultime settimane.