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Lunedì 27 luglio, Nicola Porro ha condotto l’ultima puntata di Quarta Repubblica, in prima serata su Rete 4. Tra i temi finali, l’attualità politico-economica e quelle giudiziaria. Al centro della discussione i leader di destra Salvini, Berlusconi e Fontana. È l’ultimo dei talk del canale a chiudere la sua lunga stagione. Sarà anche tra i primi a ripartire, visto che torna in onda dalla prima settimana di settembre.
Quarta Repubblica 27 luglio, Salvini contro Bernard-Henry-Lévi
Nicola Porro ha dedicato la prima parte di Quarta Repubblica del 27 luglio al confronto tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’intellettuale francese Bernard Henry-Lévi. Un scontro tra idee opposte su Europa, immigrazione, Islam e politica internazionale.
Prima del dibattito, Salvini ha commentato l’inchiesta che riguarda il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. La magistratura ha aperto contro di lui un fascicolo per frode in pubbliche forniture. Avrebbe appaltato una fornitura di camici per medici all’azienda del cognato, in maniera indebita. Il leader della Lega si è limitato a difendere la rettitudine di Fontana e l’onore dei lombardi, ma non è entrato nel merito della questione. Inoltre, ha parlato di un attacco politico contro di lui da parte della Magistratura.
Poi, il confronto con il controverso filosofo Henry-Lévi. La scintilla l’hanno fornita gli sbarchi degli ultimi giorni a Lampedusa, dove decine di piccole imbarcazioni di migranti arrivano anche in queste ore. Secondo Salvini, rappresentano un attacco all’Italia mentre il nostro paese è in difficoltà. Sarebbero un problema sanitario, economico e culturale, in quanto avamposto di un’islamizzazione galoppante. Ha inoltre definito Henry-Lévi ‘un ricco signore francese che parla senza conoscere le difficoltà degli italiani’. Perché il filosofo è un difensore dei diritti dei migranti ed ha invitato gli italiani a non chiudersi.
Henry-Lévi ha incalzato Salvini sull’ingente stanziamento di denaro per l’Italia da parte dell’Europa. L’ha definita una vittoria schiacciante contro i populisti. Salvini ha ribattuto contestando il fatto che gli aiuti arriveranno solo tra qualche mese.
Infine, i due hanno trovato una flebile convergenza sulla presunta minaccia dell’imperialismo cinese. Distanti, invece, sull’islamizzazione dell’Europa paventata da Salvini, a suo dire realizzata grazie anche all’imperialismo turco di matrice islamica. Una tesi rigettata dal suo interlocutore, che lo ha invitato ad approfondire le complesse questioni interne all’Islam.
Quarta Repubblica 27 luglio il caso Berlusconi
Quarta Repubblica ha poi dedicato una parentesi al cosiddetto caso Berlusconi. Nicola Porro segue da mesi la vicenda del leader di Forza Italia, convinto che sia vittima della giustizia politicizzata. Berlusconi è stato condannato nel 2013 per frode fiscale, ma secondo alcune dichiarazioni del Giudice di Cassazione Amedeo Franco quella sentenza fu pilotata. Fatto grave, dal momento che lo stesso Franco presiedeva la Commissione che lavorò alla sentenza.
Quarta Repubblica, nelle scorse settimane, ha fatto ascoltare altri audio inediti relativi al caso. Tuttavia, si tratta di materiale già agli atti dal lontano 2014 che ora diventa pubblico. Non ci sono grosse novità nel caso, ma Nicola Porro utilizza la pubblicazione di questi audio per alimentare un dibattito a puntate. Ogni settimana, gli ospiti si schierano: da un alto i difensori della magistratura e della sentenza, dall’altro gli accusatori della politicizzazione dei giudici.
È successo anche nell’ultima puntata di Quarta Repubblica del 27 luglio. In studio, però, un fronte compatto contro la magistratura, con il Parlamentare di Forza Italia Giorgio Mulé e il giornalista Piero Sansonetti. In collegamento, il Direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti.
L’inchiesta a carico del Presidente della Lombardia Attilio Fontana
Altra fase calda di Quarta Repubblica del 27 luglio, quella relativa all’inchiesta a carico del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. In piena emergenza COVID, avrebbe affidato all’azienda del cognato la fornitura di camici medici. Più di 500mila euro di forniture, assegnate senza gara d’appalto per via dell’emergenza.
Il Presidente Fontana sostiene di non aver saputo dell’assegnazione, se non dopo che è stata resa pubblica. Tuttavia, ci sono due circostanze da chiarire. A maggio, quella fornitura è stata derubricata a ‘donazione’ e potrebbe voler dire che qualcuno ha intuito il possibile conflitto di interessi, correggendo il tiro. In contemporanea, dai conti svizzeri del Presidente è partito un bonifico diretto al cognato. Si tratta di denaro precedentemente detenuto nel paradiso fiscale della Bahamas e poi regolarmente dichiarato usufruendo dello scudo fiscale.
Secondo Fontana e i suoi difensori la situazione è chiara e se avessero voluto barare sugli appalti non si sarebbero traditi con un bonifico. È la tesi rafforzata in studio dall’Onorevole Daniele Capezzone, il quale ha chiamato anche il confronto con Nicola Zingaretti. La Regione Lazio ha pasticciato con una fornitura da 14milioni di euro di mascherine mai arrivate, eppure, ha sostenuto Capezzone, si parla solo di Fontana. Simile la posizione del Presidente leghista del Friuli Venezia-Giulia Massimiliano Fedriga, intervenuto in collegamento.
Ma nel caso della Regione Lazio, al momento non risultano possibili illeciti e non ci sono inchieste in corso.
Presente anche l’Onorevole del PD Simona Malpezzi, secondo la quale l’aspetto rilevante della questione non è quello giudiziario, bensì la manifesta incapacità di Fontana nel garantire una guida all’altezza alla Lombardia.