Indice dei contenuti
- 1 Ulisse il piacere della scoperta, 16 settembre, sotto il cielo di Roma
- 2 Ulisse il piacere della scoperta, Pincio e Vittoriano
- 3 Alla scoperta di Palazzo Colonna, residenza della potente famiglia
- 4 Fontana di Trevi e lezioni di romanità con Verdone
- 5 Pantheon, Castel Sant’Angelo e l’Aventino
- 6 Ulisse il piacere della scoperta, le bellezze di Ostiense e dell’Eur
Questa sera, 16 settembre 2020, alle ore 21,25 su Rai 1 va in onda la prima puntata della nuova stagione di Ulisse il piacere della scoperta. Il programma di Alberto Angela torna in prima serata con quattro puntate inedite. Quattro viaggi attraverso l’Italia e le sue bellezze. La prima tappa è Roma.
Ulisse il piacere della scoperta, 16 settembre, sotto il cielo di Roma
Inizia il programma. Questa sera Alberto Angela ci fa sorvolare Roma dal cielo. La prospettiva è completamente diversa, si scoprono meraviglie nascoste.
La prima fermata del viaggio è il convento di Trinità dei monti, un luogo magnifico che in epoca romana aveva il nome di Orti luculliani. Questo luogo era un immenso giardino ricco di statue. Più tardi è diventato un pascolo. Nel 1494 il re Francese Carlo VIII vi ha edificato il convento dei frati minimi.
Davanti alla chiesa sorge un obelisco di granito rosso alto 14 metri. Viene dall’Egitto, ma le iscrizioni che vi si trovano sopra sono state fatte dai Romani. In vetta, sotto alla croce, vi si scorge il giglio di Francia.
La celebre scalinata di Trinità dei monti era invece una scarpata. Fu un architetto a trasformarla, Francesco De Santis. Il suo capolavoro all’epoca fu molto criticato, ma probabilmente era solo invidia.
Ai piedi della scalinata c’è una famosissima fontana: la Barcaccia. Voluta da Gianlorenzo Bernini e da suo padre Pietro. Il nome di questa opera deriva da un aneddoto. Durante una piena del Tevere un barcone è stato trasportato dalle acque fin qui creando scalpore e dando spunto ai Bernini per la forma della fontana. La Barcaccia è il simbolo del barocco romano.
Ulisse il piacere della scoperta, Pincio e Vittoriano
Il colle Pincio è stato valorizzato dall’architetto Giuseppe Valadier, che l’ha reso uno spazio in cui si recava l’alta borghesia per andare a passeggio e farsi ammirare. Fu sempre lui che raccordò il colle e decorò la piazza sottostante, piazza del Popolo.
Dalla piazza corre, per un chilometro e mezzo, la via Alata – Via del Corso. All’altra estremità di questa lunga via troviamo il monumento forse più impressionante per i turisti che visitano Roma: il Vittoriano, anche definito la quarta parete di Piazza Venezia.
243 gradini conducono ad 81 metri d’altezza, per una larghezza di 135 metri. Questo colosso sembra quasi abbracciare Roma grazie alla sua forma arcuata. Al centro del Vittoriano l’Altare della Patria, dove riposa il milite ignoto, un soldato senza nome che rappresenta i ragazzi morti nel corso della Prima Guerra Mondiale.
In cima troviamo la statua di Vittorio Emanuele II a cavallo. La statua è stata costruita con una cinquantina di tonnellate di bronzo. Durante la lavorazione fu organizzata una cena con una tavola imbandita per 12 persone all’interno della statua. Vittorio Emanuele II è l’unico ad essere rappresentato realisticamente. Tutte le altre statue del Vittoriano sono simboliche.
I pavimenti del monumento sono stati realizzati con marmi provenienti dall’età antica, collocati con concetto moderno. L’idea che c’è dietro è quello di voler ricreare una sorta di acropoli ed infatti ci sono chiari riferimenti al tempio di Zeus.
Alla scoperta di Palazzo Colonna, residenza della potente famiglia
Roma è un alternarsi di luoghi celebri che tutti conoscono e luoghi più nascosti. Molte opere sono state volute dal papato e dalle grandi famiglie romane. Palazzo Colonna ricopre più di 3 ettari e fu voluto appunto dalla famiglia Colonna. Quattro ponti collegano i giardini al palazzo, sotto vi scorre una strada – Via della Pilotta.
La famiglia Colonna è stata una delle più potenti famiglie romane. Un componente illustre è stato Papa Martino V, Oddone Colonna. Fu lui a riportare il papato da Avignone a Roma, ad unificare la Chiesa e riportare Roma al suo antico splendore. Papa Martino scelse di tornare a vivere proprio a Palazzo, casa sua.
Il vero gioiello di Palazzo Colonna è la galleria. Lunga 70 metri, larga 13, è un vero trionfo della bellezza poichè è ricca di capolavori dell’arte. Il Palazzo è sopravvissuto a molti secoli di storia ed è uscito indenne persino al Sacco di Roma.
La tela della galleria che più rimane impressa è una delle più semplici: “Il Mangiafagioli” di Annibale Carracci, che rappresenta la vita quotidiana dei contadini del ‘500. All’epoca il soggetto era dirompente, poichè fino a quel momento ad essere rappresentati erano solo nobili, miti e divinità.
Proietti declama i versi che Giuseppe Gioacchino Belli ha dedicato alla sua Roma.
Fontana di Trevi e lezioni di romanità con Verdone
La fontana di Trevi vista dall’alto appare come una laguna blu nel cuore della città. Le sculture nascono dall’acqua e l’acqua si incunea tra le sculture. Il dio dell’oceano si innalza su una scogliera, ritto su una conchiglia trainata da due cavalli alati. La fontana ha un flusso di 125 litri d’acqua al secondo.
I musei capitolini ospitano decine e decine di busti nella sala degli Imperatori. Tutte queste statue facevano parte della collezione della famiglia Albani. Il papa Clemente XII le acquistò dando vita al primo museo del mondo.
Alberto incontra qui Carlo Verdone, romano doc: “Sono felice di essere nato in una città meravigliosa come questa” – racconta.
Verdone parla di potenti e dei romani che hanno sempre livellato le differenze di casta sbeffeggiando e criticando apertamente. La statua di Pasquino è l’emblema delle invettive dei cittadini nei confronti dei potenti.
Nei film di Verdone traspare l’ironia tipica della romanità: “Nel romano non troverai mai la perfidia, trovi la battuta. Magari anche un po’ volgare, ma è una battuta che è un proiettile, ti distrugge. Il romano vive di battute”.
Abitudine dei romani è anche quella di dare soprannomi alle persone in base alle loro peculiarità o ai loro talenti.
Pantheon, Castel Sant’Angelo e l’Aventino
Il Pantheon è un edificio costruito duemila anni fa. Circolare con un buco al centro, ha ispirato ville venete, case coloniali ed edifici pubblici negli Stati Uniti.
Castel Sant’Angelo è uno dei monumenti più famosi. Ha cambiato più volte nome e funzione, ma ha mantenuto intatta la sua struttura. Oggi è un bellissimo sito archeologico e storico, ma in passato fu un tribunale con prigioni, una residenza papale, un castello medievale, andando a ritroso fino al principio, quando era la tomba dell’Imperatore Adriano.
Seguendo il corso del Tevere arriviamo a Trastevere ed all’Aventino, il colle più impervio di Roma. Era il più isolato ed ha dato il nome alla pratica politica di “salire sull’Aventino”. Si fa infatti riferimento a quando i plebei, non concordi con le scelte dei patrizi, per protesta si dissociavano salendo sul colle. Oggi si usa questa espressione per riferirsi ai partiti che si rifiutano di presentarsi in Parlamento.
Noemi dedica una “serenata” a Roma, interpretando alcuni tra i brani più belli dedicati alla città.
Ulisse il piacere della scoperta, le bellezze di Ostiense e dell’Eur
Scopriamo poi una Roma moderna, culla della street art. Nel quartiere Ostiense troviamo la facciata di un palazzo completamente dipinta da Blu, primo a dedicarsi a questo genere d’arte a Roma. Poco più avanti un colorato airone spicca su un’altra faccia. Stavolta l’opera è di Federico Massa ed è dipinta con una speciale vernice che assorbe l’inquinamento presente nell’aria. La più grande opera “mangia-smog” d’Europa. Queste opere di street art sono solo due delle moltissime creazioni che hanno visto la luce negli ultimi anni.
Lasciamo la contemporaneità per fare un altro salto indietro, ma stavolta ci fermiamo al novecento. Il Colosseo quadrato dell’Eur è considerato tra gli edifici più belli al mondo. Il suo vero nome è però Palazzo della civiltà del lavoro. Un gigantesco parallelepipedo in travertino alto 60 metri con aperture ad arco. C’è armonia tra gli spigoli della sua figura e gli archi che riportano all’età classica. L’edificio è circondato da 28 statue che rappresentano le virtù italiane. La sua costruzione faceva parte del progetto dell’esposizione universale.