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Domenica 4 ottobre Massimo Giletti ospita Alberto Tarallo, a Non è l’arena, per discutere dell’Ares Gate.
L’ex produttore televisivo ed ex proprietario della Ares Film (fallita all’inizio del 2020) interviene per la prima volta per affrontare il caso scoppiato all’interno della Casa del GF Vip 5. Massimiliano Morra ed Adua del Vesco infatti avrebbero fatto riferimento ad una presunta setta. Si tratta di un sistema collaudato in cui Tarallo, soprannominato Lucifero, avrebbe plagiato molti protagonisti del mondo dello spettacolo.
Morra e Del Vesco hanno però espresso anche delle perplessità sulla morte di Teodosio Losito. L’ex sceneggiatore nonché compagno di Tarallo, si è tolto la vita l’8 gennaio del 2019 ma i due attori credono che sia stato istigato al suicidio. Alberto Tarallo tenta di difendersi pubblicamente dalle pesanti accuse a suo carico.
Non è l’Arena Ares Gate le dichiarazioni di Tarallo
Alberto Tarallo si accomoda accanto a Giletti. Prima di iniziare l’intervista esordisce così: “Sono una persona molto riservata e mi costa molto essere qui. Ho deciso di venire per difendere me ed il ricordo del mio ex compagno”.
La prima domanda di Giletti verte sul modo in cui ha appreso la notizia di essere stato soprannominato Lucifero. “L’ho saputo tramite una telefonata. All’inizio ho riso perché non volevo crederci. Ma quando ho compreso che la situazione si stava ingrandendo, ho provato sgomento ed ora schifo”.
Il conduttore ci tiene che Tarallo si presenti al pubblico. “Vengo da una famiglia cattolica piccolo borghese e sono rimasto orfano all’età di 12 anni. Quando ho fatto coming out mia madre aveva sempre saputo che ero omosessuale. Ma la notizia inizialmente non era stata accolta nei migliore dei modi. La mia vita è stata difficile. Ho subito cure di ormoni e bullismo.”
Tarallo aveva sempre desiderato lavorare nel mondo del cinema e si trasferì a Roma, con pochissimo denaro in tasca. Nel corso del tempo è però riuscito a diventare produttore di successo e ha lavorato con molti attori, tra i quali Gabriel Garko, Eva Grimaldi, Fabio Testi, Manuela Arcuri.
Giletti però incalza sull’appellativo di Lucifero: Si è chiesto perché l’hanno definita cosi?
“Adua Del Vesco, a me e Teodosio, scriveva molti messaggi di riconoscenza e di affetto. Tempo fa, rileggendo delle vecchie chat dal telefono di Teodosio, mi sono tornati in mente ricordi angosciosi. Secondo me il rancore di Adua e Massimiliano nasce dal fatto che dopo l’Ares Film non hanno più lavorato. Ma credo che abbiano giocato apposta sul rancore per attaccarmi. Non ho le prove ma ho un buon avvocato che sta lavorando per comprendere da dove nasce questa macchinazione.” Afferma l’ospite di Giletti.
Non è l’Arena Le accuse di Morra e Del Vesco a Tarallo
Massimiliano Morra ed Adua del Vesco nella casa del GF Vip 5, hanno accusato il sistema di averli rinchiusi in gabbia d’oro nella quale non riuscivano a sentirsi liberi. Alberto Tarallo vive a Zagarolo, a pochi passi dall’abitazione di Garko. Quando i due gieffini lavoravano insieme per la Ares Film, abitavano in due dependance separate e come tutti gli attori avevano dei ritmi lavorativi serrati.
A tal proposito Tarallo risponde: “Quando si lavora per un film o una fiction ci sono ritmi molto duri, in cui si alternano momenti di studio e di set ma nessuno li ha mai costretti. Non ho mai obbligato Adua a rinunciare al suo fidanzato perché neanche sapevo che avesse un partner.”
Sulla presunta storia d’amore tra Massimiliano Morra ed Adua del Vesco, Tarallo aggiunge: “La storia tra Adua e Massimiliano è assolutamente finta. Era studiata a tavolino da me, Enrico Lucherini e Sandro Mayer. I due sono finti allora come lo sono oggi sul piccolo schermo.”
Inevitabile la domanda di Giletti sull‘esistenza della “setta”: ” Ma quale setta Giletti? non esiste. Organizzavamo solo delle cene insieme e qualche volta veniva anche Ursula Andress perché era una nostra vicina di casa. Questa secondo lei si può definire setta? Inoltre l’unica volta che mi sono arrabbiato con i ragazzi è stato quando avevo dato loro il compito di leggere Il giovane Holden ed Il piccolo principe ma non l’hanno mai fatto”.
Manuela Arcuri difende Tarallo
Sul caso dell’ Ares Gate il mondo delle attrici si è diviso. Nancy Brilli e Giuliana De Sio hanno preso le distanze, Manuela Arcuri lo ha difeso. In un’intervista a Dagospia ha spiegato che gli attori non hanno riconoscenza di uomo molto generoso che li ha fatti lavorare e che ha regalato loro successo e fama.
Sul tema Tarallo preferisce non esporsi: “Io sono un galantuomo e loro delle signore di una certa età e per tale ragione non voglio infierire. Per quanto riguarda Adua credo che sia plagiata. Io ho anche cercato di aiutarla nel periodo dell’anoressia. Le avevo proposto di andare in una clinica che avremmo pagato noi, 900 euro al giorno”.
Non è l’Arena Il caso di Teodosio Losito
Massimo Giletti si occupa poi del suicidio di Teodosio Losito. “Siamo stati insieme 20 anni e 5 mesi, riuscivamo a stare separati solo per 24 ore. E’ stato il mio grande amore, l’altra metà della mela” . Ricorda con commozione Tarallo. Morra e Del Vesco credono che l’uomo sia stato istigato al suicidio.
“Io che non vado mai in televisione sono venuto per questo. Quelli che parlano di sette e di messe nere ma devono capire che dietro Tarallo c’è una persona. Un uomo che tutte le mattine deve trovare un motivo per alzarsi perché cova una grande sofferenza. Mi fanno schifo le persone che per due punti di share in più arrivano a tal punto. Non posso inoltre tollerare che Teodosio sia stato istigato a togliersi la vita. Io so chi è stato a spargere questa voce ma non voglio dirlo pubblicamente”. Sostiene l’ex proprietario dell’Ares Film.
Nel maggio 2018 Losito aveva scritto una lettera in cui aveva espresso la volontà di togliersi la vita ma allo stesso tempo aveva promesso a Tarallo che non avrebbe compiuto quel gesto estremo. Nel giorno della vigilia di Natale Losito però aveva riferito verbalmente a Tarallo le sue ultime volontà. Voleva che le sue ceneri fossero sparse in Puglia.
Successivamente Alberto Tarallo legge la lunga lettera che Losito scrisse prima di morire (gennaio 2019). Dalla missiva emerge un forte malessere dello sceneggiatore. Era deluso dalle persone che lo hanno abbandonato in un momento difficile. Nelle prime righe afferma che la sua morte non è da addebitare a Tarallo ma è stata una sua libera scelta.
Non è l’Arena Ares Gate la testimonianza di tre attori
Alberto Tarallo lascia lo studio di Non è l’Arena. Ed entrano tre attori che hanno lavorato con lui e che hanno vissuto a Zagarolo. Si tratta di Reda Lapaite, Andrea Marras e Raffaella Di Caprio.
Tutti e tre prendono le distanze sulle dure accuse fatte a Tarallo. In Tarallo e Teodosio hanno trovato una seconda famiglia. E nessuno di loro, al contrario di quanto insinua la Del Vesco, è stato costretto ad allontanarsi dai genitori, dai fratelli, dai fidanzati. Per quanto riguarda il coming out di Garko, preferiscono non entrare nella sua vita privata.