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Oggi pomeriggio, lunedì 26 ottobre, Milo Infante torna su Rai 2 con la prima puntata in diretta di Ore 14. Si tratta di un nuovo programma di informazione, ideato per raccontare la cronaca, l’attualità e la politica ad un pubblico giovane. Dura 50 minuti e andrà in onda alle 14 di ogni giorno, dal lunedì al venerdì, dagli Studi Rai di Milano.
Ore 14 del 26 ottobre, il format e gli ospiti della prima puntata
Per Ore 14, Milo infante ha detto di aver pensato ad un format snello. Servizi veloci, ritmo e un linguaggio vicini a quelli giovanili, con spazio ai social network e un’attenzione particolare al punto di vista dei ragazzi. Ci saranno anche contributi dal territorio perché, ha spiegato il giornalista, “Ore 14 vuole raccontare il Paese”. Anche per questo, l’approccio annunciato è senza fronzoli, diretto e, se necessario, politicamente scorretto.
Per quanto riguarda i temi e gli ospiti della prima puntata, si parlerà di Covid e degli scontri di Napoli, seguiti al nuovo Decreto del Governo per gestire la pandemia. In studio o in collegamento, ci saranno Fabrizio Pregliasco, Giovanni Toti, Franco Bechis, Dario Nardella e Vittorio Agnoletto.
Ad accompagnare Milo Infante nel suo esordio, ci sarà anche Monica Leofreddi. Con lei, il conduttore ha condiviso la prentesi di Italia sul 2, nella prima decade degli anni Duemila, che andava in onda alla stessa ora e si divideva tra informazione e costume.
Tuttavia, Ore 14 pare condividere con quel programma solo la finestra di messa in onda. Se vogliamo trovare termini di paragone, quantomeno nell’approccio, meglio guardare a Generazione giovani, appena concluso sempre su Rai 2.
La diretta
Milo Infante inizia la diretta con un video che mostra alcune immagini degli scontri di Napoli, risalenti a due giorni fa. Poi, i saluti: “Avevamo pensato ad un programma diverso, con molti più giovani e ospiti, ma il covid ha ormai cambiato le nostre vite. Prima di iniziare, concedetemi un momento personale. Voglio salutare Monica Leofreddi, con cui ho condiviso questo studio anni fa. Monica, è una gioia ritrovarti”. La Leofreddi è in collegamento dalla Sede Rai di Roma.
In studio, sono presenti alcune ragazze, mentre altri giovani sono in collegamento da Roma e Londra.
Il primo ad intervenire è Franco Bechis, Direttore de Il Tempo. Parla dei malumori seguito all’ultimo Decreto del Governo sulla chiusura delle attività: “Si chiudono le attività annunciando per decreto dei ristori piuttosto tardivi. Ristori che poi non compensano le perdite reali. Inoltre, bisogna vedere quali saranno i veri effetti di queste chiusure sui contagi”.
Intanto, da Milano c’è in collegamento l’inviata Francesca Martelli. Con lei, alcuni ristoratori che esprimono perlessità sulle misure in vigore da oggi. Uno di loro, dice qualcosa di apparentemente contro corrente: “Avremmo preferito due settimane di lockdown. Per poi ripartire al meglio a ridosso del Natale”.
Giovanni Toti, Presidente della regione Liguria, in collegamento da Genova ripropone un’idea di qualche mese fa. Ovvero, proteggere le categorie più fragili e lasciare le altre fasce della popolazione fare la propria vita con meno vincoli.
Ma questa proposta ha già costretto Israele e Olanda ad un brusco passo indietro, perché stava avendo esiti catastrofici. Anche in Italia, l’età media dei contagiati è di circa 41 anni, eppure i morti sono circa 150 al giorno, mentre le terapie intensive e gli ospedali si stanno riempiendo.
Ore 14 puntata 26 ottobre, il Sindaco di Firenze Dario Nardella
Adesso interviene il Sindaco di Firenze, Dario Nardella: “C’è molta stanchezza. Questa è la vera differenza con la prima ondata: le persone e molte attività sono stremate e non sono più in grado di aspettare. La crisi è ora e bisogna agire adesso, mentre i contributi promessi dal Governo in molti casi devono ancora arrivare”.
Riprende la parola Monica Leofreddi: “Aver detto quest’estate che il virus era morto è stato qualcosa di gravissimo. Ci deve essere un senso di responsabilità profondo da parte di comunica in televisione”. Regala un pensiero ai malati in ospedale e si dice vicina ai liberi professionisti e a chi gestisce un’attività. Tra le righe, fa intendere come negare la situazione, però, non sia una soluzione.
Ora è il momento di Vittorio Agnoletto, Medico esperto di globalizzazione e politiche sanitarie: “Diciamo in modo molto chiaro che sono stati buttati cinque mesi”. Spiega che non c’è stato alcun potenziamento della medicina territoriale. I medici di Medicina Generale non hanno ricevuto né strumenti, né indicazioni per poter intervenire in maniera efficace e tempestiva. Sostiene manchino anche le cose più elementari ed è stato fatto poco anche sui vaccini.
Il Presidente Giovanni Toti si dice d’accordo con Agnoletto, precisando, però, che i medici di base non sono parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale, bensì liberi professionisti in convenzione.
Ciò su cui sono d’accordo tutti, invece, è che sarebbe stato meglio fare una gara unica di acquisto dei vaccini, a livello nazionale. Perché in alcuni regioni ancora mancano. Tra quelle più in ritardo, ancora la Lombardia, come testimonia Silvia, una ragazza intervenuta in studio che parla per esperienza personale.
Ore 14 puntata 26 ottobre, giovani, scuola e proteste anti restrizioni
Con il contributo dei ragazzi, si passa a parlare di scuola, giovani e movida. Le posizioni sono ferme e danno vita anche ad una discussione accesa. Ma sembrano più una teatralizzazione del confronto tra diverse posizioni.
Milo Infante si riallaccia alle loro esternazioni per sottolineare come nelle scuole la situazione non sembri compromessa: “Abbiamo preso in giro la Ministra Azzolina per i banchi a rotelle, ma al momento mi pare la scuola sia una delle poche cose che regga. Non risultano situazioni particolarmente critiche nelle scuole”.
Non è d’accordo Franco Bechis: “Ristoratori, cinema, teatri e tutto ciò che ruota attorno alla movida quando hanno riaperto in estate non è successo niente. Invece, appena hanno riaperto le scuole sono aumentati i contagi. Gli esperti che hanno fatto i protocolli non sanno cosa vuol dire avere a che fare con i bambini”. Bechis, però, sottovaluta l’impatto del ritorno dell’autunno, del lavoro al chiuso e degli spostamenti ammassati sui mezzi pubblici.
Il Direttore aggiunge anche, sulle tante proteste previste in questi giorni: “Secondo me il problema è che non abbiamo nessuna motivazione chiara per le decisioni prese. Non si capisce da dove nascano maggiormente i contagi e cosa devono portare qeuste misure”.
Intanto, gli inviati a Torino, Milano e Napoli confermano una settimana di proteste, a partire proprio dalla 18 di oggi.
Uno degli ultimi ad intervenire è il Sindaco Nardella, parlando del rapporto tra governo centrale e amministratori locali: “L’importante è non fare un decreto a settimana. Affinché le regole vengano rispettate, devono essere chiare e non cambiare continuamente”. Infine, annuncia la sperimentazione di una cura vicino alla sua Firenze, da cui si aspetta risultati nei prossimi mesi, con un certo ottimismo.
Ore 14 del 26 ottobre finisce qui
L’impressione è che Milo Infante e la sua squadra debbano ancora settare qualcosa. Ad iniziare dall’affollamento della scaletta. Sei ospiti e quattro collegamenti con gli inviati, più gli interventi dei ragazzi in studio potrebbero essere troppi anche per un talk ritmato e veloce.
Bene, invece, il clima e il tentativo di far riasaltare le diverse posizioni. Tutto ciò che abbiamo ascoltato è stato esposto in maniera chiara, con il difetto, semmai, di non aver portato nulle di davvero nuovo alla discussione di questi giorni.
In ogni caso, Ore 14 deve evidentemente prendere le misure