Dal 30 novembre Che ci faccio qui torna su Rai 3 con Domenico Iannacone. L’appuntamento è in seconda serata con quattro nuove puntate della docu-serie che segue storie ordinarie ma di persone a loro modo straordinarie. Vicende che si svolgono nelle periferie delle grandi città, ma anche in luoghi qualsiasi in cui ciò che conta è la narrazione sempre intimistica e coinvolgente come spiega il conduttore ed autore.
Che ci faccio qui dal 30 novembre, lo schema del programma
Lo schema di Che ci faccio qui è basato, in questa edizione, su storie collettive e individuali in cui l’elemento del corpo è una sorta di filo conduttore. Il corpo è il protagonista assoluto delle puntate, visto e analizzato in varie sfaccettature e punti di vista. Ma sono proprio le persone a parlare a Iannacone del proprio corpo. E lui, con la sua apertura verso il prossimo ascolta e tace, riflette e commenta, aiutato anche da altri personaggi comprimari. Insomma, il corpo diviene testimonianza di sofferenza, ingiustizia. Ma anche di amore e rinascita personale e collettiva.
Che ci faccio qui la prima puntata Io sono vivo
La prima puntata del programma, in onda lunedì 30 novembre, ha per titolo Io sono vivo.
Il fatto di cui parla Iannacone è la strage del treno di Viareggio, avvenuta il 29 giugno 2009. Erano precisamente le 23:48 della sera. Un treno carico di gpl lanciato a 90 all’ora deraglia in piena stazione. Il gas fuoriesce dai contenitori e poi esplode, distruggendo e rendendo cenere tutto quanto incontra sulla sua strada, fino a due-trecento metri. E’ una vera e propria strage. Si contano 32 vittime e 17 restano ferite, più o meno gravemente. Tra loro la moglie e i due figli più piccoli di Marco Piagentini.
Non a caso Iannacone si occupa di questa tragedia. Siamo alla vigilia della pronuncia della Corte di Cassazione su uno dei disastri ferroviari più gravi mai avvenuti nel nostro paese. Oltre che ricordare, il conduttore incontra l’uomo che si definisce un miracolo vivente, Marco Piagentini.
Protagonista di puntata racconta di aver subito ben 60 interventi chirurgici. Ma oggi continua a battersi per ottenere giustizia. E per spingere chi di dovere a scoprire finalmente la verità. Lo devo al mio dramma, ma soprattutto, racconta, lo devo a tutte le vittime di quel disastro e dei tanti altri accaduti in Italia.
Iannacone racconta quasi in punta di piedi la vicenda di Marco, simbolo di lotta e di speranza. Poi incontra Daniela Rombi, la madre coraggio che perse la sua giovanissima figlia, morta dopo 42 giorni di agonia.
La regia è di Domenico Iannacone. Il programma è prodotto da Hangar TV di Gregorio Paolini
Il programma è fruibile anche su RaiPlay.