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Questa sera, 14 dicembre, va in onda una nuova puntata di Report condotto da Sigfrido Ranucci. L’appuntamento è alle 21.20 su Rai 3, con quattro nuove inchieste inedite.
La prima è intitolata “Cisl, gli insindacabili”, e approfondisce il ruolo dei sindacati, in particolare della Cisl, Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori; nel difendere i diritti dei lavoratori licenziati in seguito all’emergenza Covid. Sono oltre 160.000 i lavoratori che hanno richiesto un intervento della pubblica amministrazione; e che non hanno ancora ricevuto alcun ragguaglio sulla loro condizione. In una situazione tanto delicata, perché i vertici della Cisl si sono rifiutati di rilasciare un’intervista a Report?
Il secondo servizio si intitola “Acqua Amare”, ed è un’inchiesta shock sull’inquinamento dei nostri mari. Quali sono le misure previste dalle istituzioni per tutelare la salute delle acque marittime dai rifiuti prodotti delle imbarcazioni, e dagli scarichi di acque nere riversati in mare?
“Biostopper” è il terzo servizio previsto per questa sera. Protagonista è l’ingegner Palazzetti, progettista di lungo corso del Centro ricerche Fiat. Che ha ideato un sistema che isolerebbe le persone sedute a un tavolo sfruttando un particolare ricircolo di correnti d’aria. Gli inviati di Report si confrontano con l’ing.Palazzetti per conoscere gli sviluppi del suo progetto.
Infine, l’ultimo servizio della puntata odierna: “Sicilia Si… Cura“; che oltre ad essere il titolo dell’inchiesta, è anche il nome del protocollo di sicurezza emesso l’estate scorsa dalla Regione Sicilia. Come funzionava? Dove sono finiti i dati raccolti dall’app da far scaricare obbligatoriamente ai turisti, per tracciare la diffusione del Covid nell’isola? Report ricorda che per il progetto, presentato dall’Irccs di Messina e approvato dall’assessorato alla Salute, la Regione ha stanziato ben 800 mila euro.
Potete seguire in diretta la puntata di Report del 14 dicembre anche sul sito in streaming RaiPlay.
Report 14 dicembre, il Biostopper
Il primo servizio è “Biostopper“, che racconta l’idea dell’ingegner Mario Palazzetti. Palazzetti ha realizzato un progetto per un macchinario che potrebbe essere impiegato per isolare le persone dalle emissioni di aerosol; emissioni che normalmente rilasciamo parlando, o respirando. Sfruttando vortici d’aria contrapposti, il macchinario di Palazzetti può fare da filtro sui tavoli dei ristoranti. Ma anche nelle aule, o sul treno, proteggendo da potenziali contagi da Covid.
Report ha proposto settimane fa il progetto al Politecnico di Torino, che ha messo un’equipe al lavoro nella realizzazione di diversi prototipi. L’obiettivo era rendere il Biostopper, così si chiama il macchinario, più performante. Oggi, dopo diversi prototipi, il Biostopper è perfettamente funzionante. Tanto che è stato brevettato. Mancano solo investitori interessati a produrre in massa il dispositivo.
Report 14 dicembre, Cisl, gli insindacabili
Nel corso dei mesi scorsi Annamaria Furlan, segretaria generale della CISL, ha più volte promesso un’intervista agli inviati di Report. Ma ad oggi, 14 dicembre 2020, tutte le richieste di Report sono state respinte. Inoltre, qualche ora fa la Cisl ha preparato diversi Tweet di attacco contro Report e la sua inchiesta. “Come nasce tanta ostilità? Probabilmente da quando si è dimesso il commissario Bentivogli, e io commentavo il suo abbandono su Twitter, dispiaciuto. Mi è arrivata la querela più veloce della storia” racconta Ranucci.
Il conduttore, poi, racconta le vicissitudini, raccontate fra gli altri da Nadia Toffa per le Iene, della dirigenza Cisl. Una dirigenza non sempre trasparente, stando a quanto emerge dalle inchieste della Toffa, e poi di Report.
Fra coloro che Report ha provato a intervistare, c’è Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl nazionale. Uno dei punti sui quali Report ha tentato di fare luce, è l’assunzione di Sbarra all’Anas; un impiego che sarebbe stato in conflitto di interessi con l’altro suo impiego di Segretario Generale della Regione Calabria.
Un’altra incongruenza riscontrata da Report e altre testate, fra cui le Iene, riguarda gli stipendi dei dirigenti Cisl; fra cui la stessa Annamaria Furlan. Che avrebbe ricevuto compensi superiori al limite lordo previdenziale previsto per i dirigenti dei sindacati. Per mascherare le eccedenze, pare che siano state conteggiate delle indennità di difficile inquadramento. I fatti risalgono al 2014.
Sono trasmesse testimonianze di ex dirigenti e responsabili Cisl; curiosamente tagliati fuori dai loro ruoli dopo aver riscontrato e reso pubbliche le medesime incongruenze evidenziate dalla stampa nazionale.
Conflitti di interesse e indennità, il caso di Latina, le accuse di Annamaria Furlan
Altri dirigenti coinvolti dalle inchieste di Report sono Lina Lucci e Pietro Cerrito. Entrambi sotto processo anche per via di accuse provenienti dalla Cisl stessa, sarebbero responsabili, rispettivamente, di appropriazione indebita di un’indennità e di conflitto di interesse.
Lina Lucci, infatti, avrebbe vissuto in un’abitazione fornitale dalla Cisl; percependo comunque un’indennità volta a pagare un affitto altrove. Cerrito, invece, avrebbe impiegato più volte fondi della Cisl per acquistare beni dall’azienda vinicola della moglie, e per mangiare al ristorante gestito dalla figlia. Intervistato da Report, Cerrito rifiuta di rispondere, e allontana a male parole gli inviati.
Lucci e Cerrito, però, non sarebbero gli unici coinvolti in situazioni dubbie. Le risposte dalla parte dei dirigenti Cisl non sempre sono state coerenti. I regolamenti e le nomine sembrerebbero essere adoperati con grande “flessibilità”; allo scopo di favorire determinati dirigenti su altri e coprire eventuali illeciti.
Infine, Annamaria Furlan, in seguito alle indagini di Report, ha accusato la trasmissione e Ranucci di attaccare la libertà sindacale e i principi fondamentali della democrazie. “Si figuri se Report non ha a cuore la democrazia. Crediamo che la Cisl dovrebbe liberarsi dei veleni, dei tentativi di tappare la bocca a chi la pensa diversamente e al servizio pubblico; che il sindacato debba elevarsi e diventare trasparente. Noi siamo tutelati dalla libertà di stampa” afferma Ranucci.
Acque Luride, lo smaltimento dei rifiuti nei porti in tempo di Covid
Si definiscono “acque luride” i rifiuti prodotti dalle grandi navi mercantili e da crociera. Secondo la legge, entro 12 miglia dalle coste le acque reflue devono essere sminuzzate, disinfettate e depurate prima di essere scaricati in mare. Oltre 12 miglia, invece, no. Oggi, in seguito alle criticità dovute all’emergenza Covid, sarebbero state effettuate richieste per scaricare i rifiuti direttamente in porto; senza passare quindi per le società adibite alla depurazione e allo smaltimento.
In alcuni porti, nonostante i rischi ambientali, le richieste sarebbero state accolte. Quel che è più grave, è che i permessi sarebbero stati accordati anche a gigantesche navi da crociera; che avevano a bordo persino dei malati Covid. Nel porto di Civitavecchia, ad esempio, durante il Lockdown sarebbero stati sversati per giorni diversi litri di liquami.
I macchinari che operano la filtrazione dei liquami, indispensabili in ogni nave, sono testati e verificati solo ogni 5 anni. Altrimenti, perdono gradualmente di efficacia.