Melaverde torna con la puntata di domenica 21 novembre. L’appuntamento è su Canale 5 alle 11.55. Anche oggi i due conduttori on the road sono in giro per l’Italia alla ricerca delle eccellenze agro alimentari e gastronomiche del nostro Paese. Dopo il viaggio della scorsa settimana ecco dove si trovano oggi Ellen Hidding e Vincenzo Venuto.
Melaverde 21 novembre nella pianura cremonese
Questa settimana Melaverde raggiunge la pianura cremonese. Qui, nei primi anni del ‘900, Antonio Auricchio, decise di portare al nord la produzione del provolone di famiglia, inventato da suo padre Don Gennaro. Raggiungeva così, una tradizione tipica del sud che, in più di 140 anni, ha fatto diventare questo formaggio a pasta filata una grande eccellenza italiana nel mondo.
Latte selezionato, un caglio unico e una ricetta di famiglia sono sicuramente gli ingredienti base di questo provolone. Ma la sua qualità indiscussa passa anche attraverso i gesti delle mani dei maestri casari che formano e filano da generazioni ogni provolone, per poi curarlo fino alle sale di stagionatura dove affina i suoi profumi e sapori, pronto per raggiungere le nostre tavole. Questa è una puntata dedicata ad uno dei formaggi filati più conosciuti al mondo che scopriremo anche in gustose ricette e abbinamenti in cucina.
Il Barolo
L’Italia è il Paese della bellezza e della meraviglia. E non è un caso che sia la nazione, nel mondo, con più siti dichiarati patrimonio dell’Unesco. Ad oggi 59. E uno di questi sono i paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato. Un territorio con una storia geologica antichissima che inizia 30 milioni di anni fa, quando lì c’era un mare caldo e poco profondo.
Una storia importante, perché fondamentale, per capire perché tra queste colline si coltivano uve tra le migliori d’Italia. Vigne storiche che producono uno dei vini più pregiati e famosi al mondo: il Barolo.
I telespettatori comprenderanno allora quali sono gli elementi che fanno di questo vino una eccellenza assoluta del made in Italy. Vino che può essere prodotto solo in 11 Comuni della provincia di Cuneo.
Un vino importante, complesso, intenso, che affina per molti mesi in botti di legno.
Ma questa è anche la storia di tanti uomini e donne, famiglie di agricoltori. Con il loro lavoro, hanno avuto la capacità di trasformare una uva che 60 anni fa i contadini vendevano per poche lire nei mercati, in uno straordinario frutto da vino. E questo, grazie anche all’intuizione di un uomo. Si chiamava Arnaldo Rivera. Nel 1958 creò una cantina sociale, che ben presto divenne il punto di riferimento di tutti i piccoli coltivatori della zona.
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