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Lunedì 2 gennaio, dalle ore 21:25 su Rai 3, è prevista la messa in onda di un nuovo appuntamento con Report. Il programma è condotto da Sigfrido Ranucci, oramai volto dello show da sei anni. La puntata è fruibile anche in streaming dal sito di Rai Play.
Report 2 gennaio, il periodo stragista
A Report del 2 gennaio si dedica una lunga pagina alle stragi di stampo mafioso che, tra il 1992 e il 1993, hanno sconvolto l’Italia intera. Ne parlano Paolo Mondani e Roberto Persia, nel servizio intitolato Stato d’onore. Nell’inchiesta è mostrata, per la prima volta, una informativa redatta dall’allora capitano dei carabinieri Gianfranco Cavalli. In tale documento si segnalava la presenza di Stefano delle Chiaie a Capaci, dove ricercava degli esplosivi proprio poco tempo prima della strage. Tale spunto, che avrebbe potuto dare un importante impulso alle indagini, non sarebbe mai stato preso in esame dagli inquirenti.
Prosegue l’inchiesta sul Covid-19 in Veneto
Durante Report di lunedì 2 gennaio va in onda La grande truffa, reportage di Danilo Procaccianti e Andrea Tornago. Un focus è proposto sugli effetti del Covid-19 in Veneto. La regione, che nelle prime fasi della pandemia ha gestito benissimo l’emergenza, ha sofferto molto nella seconda ondata, quando si sono registrati 1600 morti in più rispetto alla media italiana.
Gli inviati tentano di ricostruire ciò che è avvenuto in quei mesi, quando si è scelto di puntare forte sui tamponi rapidi. Ciò nonostante le indicazioni contrarie provenute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La Procura di Padova, intanto, ha chiesto il rinvio a giudizio di Roberto Rigoli, chiamato a gestione l’emergenza al posto del professor Andrea Crisanti. I magistrati, secondo quanto dichiara il programma, sospettano che l’indagato possa aver utilizzato attestazioni mediche false per giustificare degli appalti milionari per i tamponi rapidi.
Report 2 gennaio, il modello scolastico della Finlandia
La puntata di Report del 2 gennaio si conclude con il servizio La buona scuola di Giulia Sabella e Lucia Paternesi. Nello spazio è mostrato il modello scolastico in vigore in Finlandia, dove non esistono né compiti né esami e gli studenti sono liberi di agire seguendo le proprie vocazioni.
In cento anni, il Paese è riuscito a diventare un’avanguardia nel mondo, anche grazie agli ingenti investimenti fatti. Basti pensare che la quota di PIL utilizzata per l’istruzione è pari al 5% delle spese totali, percentuale di gran lunga più alta rispetto al nostro 2,9%. A Report del 2 gennaio gli inviati mostrano alcuni degli istituti più importanti dello Stato.