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Sabato 23 marzo, su Rai 3, esordisce dalle 21:45 Todo Modo. Il programma, novità dei palinsesti della TV di Stato, debutta con la puntata intitolata Terra e Pace.
Todo Modo, la conduttrice è Emilia Brandi
Todo Modo, visibile anche in diretta streaming e on demand sul sito di Rai Play, è una trasmissione condotta da Emilia Brandi. Per la giornalista non si tratta del debutto in Rai, dove ha già condotto la trasmissione dal titolo Cose Nostre.
Con Todo Modo, la padrona di casa intende entrare all’interno del mondo della criminalità organizzata italiana. Per comprendere ed analizzare questa realtà molto complessa, ogni settimana è dato spazio a reportage inediti e a testimonianze. Non mancano le interviste ad ospiti d’eccezione, che da decenni sono in prima linea nella lotta alla mafia.
Nel primo appuntamento è proposto un focus sulla Calabria
La prima puntata di Todo Mondo, in onda sabato 23 marzo su Rai 3, è intitolata Terra e Pace. Nell’appuntamento è proposto un focus sulla Calabria e sulla ‘ndrangheta, organizzazione mafiosa presente in tutti e cinque i continenti del mondo e che è nata proprio nella regione del sud Italia.
In Terra e Pace è raccontato che la ‘ndrangheta, oggi, ha un giro di affari internazionale di miliari di euro. Nei decenni, la cosca si è infiltrata in vari settori economici, come appurato da numerose inchieste.
Per parlare di tutto questo, la conduttrice Emilia Brandi accoglie in studio Nicola Gratteri. Il magistrato, lo scorso settembre nominato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, è da sempre impegnato nella lotta contro le mafie. Anche per questo motivo, ha spesso ricevuto delle minacce di morte, che lo costringono da più di 30 anni a vivere sotto scorta.
Todo Modo, la storia di Maria Chindamo
A Todo Modo del 23 marzo, poi, sono passate in rassegna tre storie di stretta attualità, legate alla morsa dei clan per il possesso e il controllo del territorio. Fra le vicende narrate c’è quella con protagonista Maria Chindamo. L’imprenditrice e mamma, a 42 anni, è stata rapita nel maggio del 2016 di fronte alla sua attività agricola di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia.
Grazie al lavoro degli inquirenti e alle parole di alcuni testimoni di giustizia è arrivata la conferma che Chindamo è stata uccisa in modo disumano dalla mafia. Della vicenda, in passato, si era occupato Nicola Gratteri, che ha affermato: “Non le hanno perdonato la sua libertà, la voglia di essere una donna indipendente”.