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Venerdì 31 maggio, su Rai 3, prende il via l’edizione 2024 di Un giorno in pretura. Il programma, fra i titoli storici della TV di Stato, è in onda dalle 21:20.
Un giorno in pretura 2024, quante puntate
Un giorno in pretura 2024 è guidato da Roberta Petrelluzzi. Insieme a lei, la narrazione è a cura di Tommi Liberti e Antonella Nafra. L’edizione, visibile anche in streaming e on demand sul sito di Rai Play, è composta da tre puntate speciali. Esse sono trasmesse nel prime time della terza rete della TV di Stato per altrettante settimane, fino a venerdì 14 giugno.
In Un giorno in pretura 2024 sono analizzati alcuni fra i casi di cronaca nera di cui si è parlato di più nel corso degli ultimi mesi. In ogni puntata, infatti, Petrelluzzi ricostruisce una particolare vicenda, focalizzandosi sul profilo psicologico dei criminali e sui meccanismi umani che possono portare a commettere dei gravi reati. È preso in considerazione, poi, il contesto nel quale si consumano i delitti.
Il caso di Alessia Pifferi
La prima puntata di Un giorno in pretura 2024 è intitolata Alessia Pifferi I giorni dell’abbandono. L’inchiesta è firmata da Tommi Liberti e, come intuibile già dal titolo, è incentrata sull’omicidio della piccola Diana.
La bambina, a soli 18 mesi, è stata abbandonata in casa per una settimana dalla mamma Alessia Pifferi. Quest’ultima, originaria di Ponte Lambro a Milano, ha 36 anni e sin da subito è stata accusata del reato di omicidio volontario. Pifferi, infatti, ha lasciato da sola la propria figlia per incontrare un uomo a Bergamo, con il quale aveva iniziato una relazione.
Un giorno in pretura 2024, il lungo processo e la condanna all’ergastolo
Nel primo appuntamento di Un giorno in pretura 2024 è analizzata la condizione psicologica di Pifferi. A lungo, infatti, ci si è chiesto se la mamma era consapevole delle conseguenze delle sue azioni. Mentre per l’accusa la donna era in grado di intendere e volere, la difesa ha spesso sottolineato che Pifferi avrebbe un deficit cognitivo.
Come appurato nel processo, la genitrice, disoccupata, ha alle spalle una lunga serie di relazioni rimediate su internet. I legali difensori, poi, hanno affermato che l’imputata avrebbe avuto bisogno di aiuto nel gestire il difficile ruolo di madre. Petrelluzzi, insomma, si concentra su quello che è uno spaccato di disagio sociale e di emarginazione. Poche settimane fa, il giudice ha condannato Pifferi in primo grado all’ergastolo. La difesa, subito dopo la sentenza, ha annunciato ricorso.