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Venerdì 14 giugno, su Rai 3, è in onda la terza puntata dell’edizione 2024 di Un giorno in pretura. Nella trasmissione, è analizzato il caso della cosiddetta Mantide della Brianza.
Un giorno in pretura 2024 terza puntata, la Mantide della Brianza
Durante l’edizione 2024 di Un giorno in pretura sono analizzati alcuni fra i casi di cronaca nera di cui si è parlato di più negli ultimi mesi. Per farlo, è dato spazio a testimonianze e documenti giudiziari, con i quali è ricostruita la vicenda presa in esame. Un focus, in particolare, è proposto sul profilo psicologico dei criminali e sul contesto nel quale si sono consumati i delitti.
Alla conduzione della terza puntata di Un giorno in pretura 2024, come di consueto, c’è Roberta Petrelluzzi. Le varie puntate, oltre che dalla padrona di casa, sono curate da Tommi Liberti ed Antonella Nafra. L’edizione è visibile in streaming e on demand sul sito di Rai Play. Fino ad ora, il format si è occupato di due, importanti storie: quella di Alessia Pifferi e di Laura Ziliani. Nella puntata di oggi, venerdì 14 giugno, ci si concentra sulla Mantide della Brianza.
La storia inizia nell’estate del 2021
L’inchiesta della terza puntata di Un giorno in pretura 2024 è firmata da Tommi Liberti e si intitola La Mantide della Brianza. È questo, infatti, il soprannome che è stato dato a Tiziana Morandi, 48enne di Roncello, un piccolo paese posto nella provincia di Monza e Brianza.
La storia parte nell’estate del 2021. Un giovane ragazzo disabile, residente nei pressi di Busnago in Brianza, si rivolge alle forze dell’ordine, ai quali sporge denuncia contro una donna che ha prima drogato e poi rapinato l’anziano padre.
Gli inquirenti avviano subito le indagini, che si concentrano su Tiziana Morandi. Secondo l’accusa, quest’ultima fingeva, su Facebook, di essere una massaggiatrice. Con tale espediente, ha attirato a casa sua vari uomini, stordendoli con un potente sonnifero e derubandoli.
Un giorno in pretura 2024 terza puntata, il processo
Nella terza puntata di Un giorno in pretura 2024 è ricostruito il processo giudiziario. L’imputata non ha mai ammesso le proprie responsabilità, dichiarandosi innocente in ogni fase processuale. In più di una occasione, la donna si è descritta come una persona ingenua, che nell’arco della sua vita ha fatto solo del bene.
Di diverso avviso, però, sono i giudici. La Procura, infatti, aveva chiesto per Morandi una pena detentiva di 15 anni. La condanna è stata ancora più severa, in quanto è stata punita con 16 anni e 5 mesi di carcere. La difesa, subito dopo la sentenza, ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello e richiedere una perizia psichiatrica.