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Martedì 10 dicembre, dalle ore 21:20 circa su Rai 3, prende il via un nuovo appuntamento di Amore Criminale. Al timone del programma c’è Veronica Pivetti.
Amore Criminale 10 dicembre, la storia di Carlo Domenico La Duca
Nato nel 2007 da un’idea originale di Maurizio Iannelli e Matilde D’Errico, il format è una produzione originale delle società NonPanicPalomar e di Ruvido. Per la riuscita della trasmissione è fondamentale la collaborazione dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato. Il programma è realizzato con il patrocinio della Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità.
In ogni appuntamento, la padrona di casa racconta, tramite una docu-fiction e momenti in studio, storie di donne e di uomini morti per mano dei loro partner. Questa settimana, Pivetti si concentra sulla storia di Carlo Domenico La Duca.
Una vicenda che inizia nel 2019
La vicenda di Carlo Domenico La Duca inizia nel 2019. Era il 31 gennaio quando l’uomo è scomparso nel nulla. Imprenditore agricolo di 38 anni, la vittima viveva a Termini Imerese, una cittadina posta in provincia di Palermo. Sin da subito, la sparizione di Carlo Domenico è un mistero. Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine, nessuno sembra sapere che fine abbia fatto l’uomo, il cui corpo non è mai stato più ritrovato.
Alcune settimane dopo la scomparsa, le attenzioni degli inquirenti si concentrano su due persone. La prima è Luana, ex moglie di Carlo. La seconda è Pietro, migliore amico della vittima. I due avevano una relazione. Luana e Pietro sono stati al centro di una indagine durata tre anni. In tale periodo, i carabinieri hanno raccolto, contro di loro, numerosi indizi. Essi, in particolare, sono stati estrapolati mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi dei tabulati e sistemi di video sorveglianza.
Amore Criminale 10 dicembre, il processo e la condanna
Nel 2022, come racconta Amore Criminale del 10 dicembre, i due indagati sono finiti agli arresti. Luana e Pietro sono andati a processo con l’accusa di omicidio ed occultamento di cadavere. Secondo la sentenza emessa nel primo grado di giudizio, i due sono i colpevoli dell’omicidio.
Un crimine che, ancora oggi, è avvolto nel mistero. Gli imputati non hanno mai ammesso di essere i responsabili. Nonostante questo, i carabinieri che hanno portato avanti l’inchiesta non credono alla loro versione, che presenterebbe più di qualche incongruenza. Sono passati vari anni, ma non si hanno ancora certezze sul luogo e sulle modalità con le quali si è consumato l’omicidio.