Dopo una clip introduttiva, è subito Simona Ercolani a prendere la parola: “Siamo molto soddisfatti del lavoro che è venuto fuori. Si inserisce all’ interno di un progetto crossmediale: webserie, dvd distribuiti da Repubblica, Ezio Mauro sta lavorando a un libro. Cronache di una rivoluzione ci fa conoscere un Ezio Mauro diverso da quello che vediamo in tv, per esempio quello che ieri era a Cartabianca: qui troviamo un giornalista empatico rispetto agli avvenimenti. Un cronista di valore che si muove sul campo”.
Interviene quindi il giornalista, che per tre anni è stato corrispondente da Mosca: “Erano i tempi della Perestroika. Ora non ci sono più le tracce degli eventi, ma ciò che si tramandano le famiglie: questo è un lavoro che si è nutrito da dettagli, racconti, testimonianze. Siamo andati a vedere com’è la Russia 100 anni dopo”.
Il progetto nasce da un reportage di Repubblica: dopo averlo visto, la Ercolani ha telefonato ad Ezio Mauro. Da quell’ idea infatti, poteva nascere un prodotto con un linguaggio televisivo.
“Un’opportunità -ammette Mauro- a cui non avevo pensato: le immagini consentono una narrazione che la scrittura non permette. Anche se la ricerca sul campo, le fonti, sono l’aspetto primario”.
La Ercolani spiega che si è cercato di declinare il tutto su più mezzi: “Il prodotto principe è quello televisivo, nato con Rai Storia dai reportage scritti da Ezio. Poi ci sono altri contenuti legati ad esso”.
Una mappa non soltanto di luoghi, ma di autori: “I russi dicono di no a tutto -racconta Mauro- e poi ti aprono le porte, facendoti entrare dappertutto. Ci hanno consentito di filmare quello che volevamo”: dalla camera di Lenin rimasta pressoché intatta fino alla cattedrale della rivoluzione, alla fabbrica in cui è nato tutto. Una documentazione scrupolosa, su cui la Ercolani ironizza: “Lui non ve lo dirà mai, ma non so quanti libri ha letto Mauro sull’ argomento”.
Un anno di ricerca, culminato in materiali di repertorio, foto d’epoca e i manifesti sovietici digitalizzati dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Si comincia con una puntata dedicata a Rasputin, il “monaco nero”: la sua morte segnò la fine di una fase della storia russa, preludio agli eventi che sarebbero seguiti.