Ospite sabato 11 novembre a Verissimo Gianluigi Nuzzi dichiara: “Un cronista come sono e sarò sempre deve fare il suo lavoro che è quello di non girare le spalle ad una notizia. Se una notizia coinvolge chi non ha voce per farsi rappresentare, allora quella notizia la racconto due volte”.
E a Silvia Toffanin, che gli chiede se non abbia mai avuto paura in questi anni, risponde: “La paura fa parte di questo mestiere se no facevo un lavoro diverso. Io vado a cercare le notizie che alcuni non cercano o che fanno finta di non vedere”.
E in questo libro le notizie scottanti non mancano, come quella sui cosiddetti chierichetti del Papa. Su questo argomento il giornalista afferma: “In una lettera consegna a Papa Francesco durante un’udienza vengono denunciate delle molestie, degli abusi ai danni di quelli che vengono chiamati i chierichetti del Papa. Sono dei ragazzi delle medie e della prima superiore che dormono in un pre-seminario all’interno delle mura vaticane e uno di questi ha raccontato, mettendo nero su bianco, di abusi che lui avrebbe visto ai danni di un ragazzo proprio nella sua cameretta. La vittima degli abusi conferma i fatti – e aggiunge per la prima volta – “Posso dire, per la prima volta, che ho raccolto, ormai dopo la pubblicazione del libro, un’altra testimonianza di un altro ragazzino che andava sempre in quel pre-seminario e che ha subito degli abusi sempre lì da parte di un importante vescovo”.
Tra le verità ricostruite da Gianluigi Nuzzi, quella inerente la morte di Papa Luciani. A Verissimo dice: “Il suo è stato un omicidio morale. Papa Luciani non è stato ucciso, ma schiacciato da cose tremende che arrivavano, come legami, fino all’appartamento pontificio”.
Altro caso rimasto irrisolto riguarda Manuela Orlandi. Sulla scomparsa della ragazza, dichiara: “Chi dice che Manuela Orlandi è viva dovrebbe avere solo la dignità di dire dov’è, perché ci sono dei famigliari che soffrono per Manuela” – e chiosa “ma forse ha ragione Papa Bergoglio che dice che Manuela è in cielo. Questa è la verità più tragica”.
Infine, sui conti intestati a Madre Teresa, il giornalista dichiara: “Madre Teresa resta e resterà sempre una santa. Lei raccoglieva moltissimi soldi in quegli anni per i poveri del mondo e andavano tutti sul conto dello Ior, ma lei non lo gestiva, veniva gestito da quei monsignori che un giorno gestivano i soldi di Madre Teresa di Calcutta e il giorno dopo magari gestivano i soldi di riciclaggio di tangenti sporche. Lei non era consapevole di questo”.