Melaverde 19 novembre Hidding a Caserta
Ellen Hidding è nell’Alto Casertano alla scoperta delle prelibatezze della Campania: la mozzarella di bufala campana DOP, i salumi di suino nero casertano, e ancora olive caiazzane e le mele annurche, fatte maturare sulla paglia.
L’area di coltivazione delle olive caiazzane comprende i territori di 15 comuni della provincia di Caserta: Alvignano, Bellona, Caiazzo, Capua, Caserta, Castel Campagnano, Castel Morrone, Castel di Sasso, Dragoni, Formicola, Liberi, Piana di Monte Verna, Pontelatone e San Prisco. 1.489,73 ettari di oliveti, pari al 16% della superficie olivicola provinciale. La coltura di questa oliva sembra avesse un notevole sviluppo in epoca antica , già dal II secolo a.C. e ve ne sono testimonianze rappresentate da alcuni capitoli degli Statuti di Alvignano e Caiazzo.
La mela annurca, è un prodotto ortofrutticolo italiano che designa una varietà pregiata di mela tipica della regione Campania, tale da essere considerata la “regina delle mele.
La raccolta di questi frutti, ancora acerbi, deve iniziare intorno alla metà di settembre onde evitare che si decompongano cadendo al suolo. Subito dopo, inizia la fase di maturazione detta “arrossaménto” con l’esposizione al sole per 10-15 giorni.
Melaverde 19 novembre Raspelli in Cal Canonica
Edoardo Raspelli, invece, è tra i boschi della Val Canonica, si occupa della loro gestione: negli ultimi trent’anni le foreste hanno conquistato più di tre milioni di ettari di territorio e, oggi, coprono un terzo di tutta la penisola, destando preoccupazione per il pericolo di incendi.
Raspelli tratta un argomento molto delicato, importantissimo per la salute ed il futuro dell’ambiente in Italia: i boschi e la loro gestione. Negli ultimi trent’anni i boschi hanno conquistato più di tre milioni di ettari di territorio ed oggi coprono un terzo di tutta la penisola. Apparentemente questo può sembrare un dato positivo ma, in realtà, non lo è affatto. I boschi si sono impossessati soprattutto dei prati d’altura ( dove i bovini non vengono più fatti pascolare) e di tutti quei terreni lasciati incolti dall’uomo che ha abbandonato l’agricoltura in montagna.
Si è calcolato che ogni anno, per 100 nuovi alberi che nascono se ne tagliano 30. E non è solo una questione di quantità, ma anche di qualità. Un bosco impenetrabile perché incolto, è praticamente indifendibile in caso di incendio. E la devastazione lasciata dagli incendi estivi ed anche autunnali ce lo ha dimostrato. I boschi sono uno strumento fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici, ai rischi di dissesto idrogeologico e per la salvaguardia della biodiversità ma è altrettanto fondamentale saperli gestire e curare. E anche tagliare. I boschi sono anche un grande valore economico inutilizzato. Studi scientifici hanno calcolato che se anche si raddoppiasse il prelievo di legna, le foreste italiane continuerebbero ad aumentare ogni anno. E pensare che l’Italia importa oggi l’80% della legna dall’estero. Si parlerà di tutto questo, e anche di come oggi la tecnologia più avanzata interviene nel settore del legno.
Inoltre, tutte le domeniche, alle ore 11.00, prima della trasmissione ‘ammiraglia’, va in onda “Le storie di Melaverde”, approfondimenti di temi già trattati ma riproposti in una chiave nuova.