Non mancano certo le luci e gli alberi addobbati, né le tavole imbandite a festa, ma la famiglia diventa il luogo dei dissapori. Teatro di conflitti, anziché l’ambiente rassicurante che viene solitamente celebrato dagli spot natalizi.
Attraverso il pranzo di Natale infatti, anno dopo anno, il regista mette in scena il rapporto tra due sorelle che, con l’età adulta, si trasforma in conflittuale. Se da bambine rubare l’ultima fetta di pandoro era un gioco, col passare del tempo il gesto diventa simbolo di altro. Da un lato una ragazza che riesce sempre a ottenere ciò che vuole; dall’altro una che si vede puntualmente sottrarre ciò che vuole. E a ferirla è proprio la sorella, una volta compagna di palle di neve.
La situazione arriva a un punto di non ritorno quando le due si innamorano della stessa persona. Un amore che una è costretta a tacere, ma che si manifesta negli sguardi; tutto mentre, al contrario, l’altra ha invece un fidanzato seduto a tavola. La solita fetta di pandoro “rubata” è allora pretesto per sfogare la rabbia: parte uno schiaffo. Da lì, il rapporto è definitivamente incrinato.
Così, in una casa vestita a festa, ormai sposata e con figli, non rimane che guardare le vecchie foto di due sorelle.
Il Natale però, porta con sé una sua “magia”. La nostalgia lascia spazio alla consapevolezza: quella di essere stata causa della sofferenza di una sorella. Il Natale allora, diventa il momento ideale per andare a casa dell’altra: portando una fetta di pandoro, segno di riconciliazione per suggellare l’abbraccio finale.
Uno spot agrodolce, dove il messaggio finale è di amore, ma non per questo senza un certo realismo. Anzi: proprio perché le tradizioni natalizie sono legate alla famiglia, spesso la festa per eccellenza diviene motivo di tristezza.