Ecco i programmi che nel mese di dicembre sono stati analizzati dall’Osservatorio Media del Moige (Movimento Italiano Genitori)
Nella categoria IN ci sono:
1) Stranger Things (Netflix)
2) Scuola di felicità (Sky Uno)
3) Molang (Rai YoYo)
Nella categoria OUT ci sono:
1) Suburra – La serie (Netflix)
2) Rosy Abate – La serie (Canale 5)
3) Oh My God! Ascensore (spot)
Ecco tutte le valutazioni del Moige su ognuno dei programmi IN.
Stranger Things – seconda stagione
Genere: Serie Tv
Rete: Netflix
In onda: On demand
La serie ha il pregio di mettere al centro delle vicende un gruppo di ragazzini: quanto succede loro è fuori da ogni logica, vista la natura fantascientifica della fiction. A renderla tuttavia più vicina alla realtà è la valorizzazione di uno dei sentimenti più nobili: l’amicizia. I piccoli protagonisti, supportati anche dalle rispettive famiglie, sono stretti da un legame profondo che li spinge a essere solidali fra loro, pronti a sostenersi in qualsiasi momento giurandosi fedeltà e disponibili ad accogliere nel gruppo anche i nuovi arrivati. Un messaggio importante per i tanti ragazzi che hanno seguito la serie con passione, da fare proprio nelle dinamiche relazionali quotidiane.
Genere: Docu-serie
Rete: Sky Uno
In onda: il sabato, alle ore 10.45
La serie è il tentativo di documentare lo svolgimento e gli esiti di lezioni di educazione emotiva che coinvolgono i ragazzi di una classe della scuola media guidati dal professore di lettere. Le lezioni, definite “laboratorio sulla felicità”, intendono esplorare, attraverso la libera espressione dei ragazzi, proprio questo aspetto tanto importante della vita. Essi vengono stimolati a tirar fuori pensieri, sentimenti, sensazioni, emozioni attraverso dei giochi, la lettura di una poesia, delle attività pratiche. Quello che tirano fuori sorprende per originalità e profondità, come sempre sorprendono i giovani se si dà loro la possibilità di esprimersi: hanno infatti la capacità di dire ciò che pensano senza filtri; per loro la felicità è qualcosa di semplice e concreto che ha a che fare con l’interiorità più che con aspetti esteriori, o meglio i fatti esterni vanno a toccare il mondo interiore. I ragazzi amano parlare liberamente delle proprie emozioni senza essere criticati o giudicati: ciò li aiuta a prenderne consapevolezza, a condividere con i compagni.
Molang
Genere: Serie animata
Rete: Rai YoYo
In onda: Durante la stagione, in vari giorni e vari orari
Molang è un simpatico coniglietto, che trascorre le sue giornate insieme ad un amico speciale: Piu Piu, un tenerissimo pulcino. Il loro è un mondo all’insegna della pace e della tranquillità, che vengono infuse nel piccolo spettatore anche attraverso le rassicuranti forme tondeggianti con cui sono disegnati i personaggi e gli ambienti. I due interagiscono con gli amici di Molang, anch’essi conigli.
Nel corso delle puntate, i protagonisti inventano giochi ingegnosi per trascorrere il loro tempo, vivendo avventure divertenti che li spingono a conoscere meglio loro stessi e a sperimentare la reciproca intesa. Infatti, accade praticamente ogni volta che uno dei due si cacci in qualche guaio, ma l’altro è sempre pronto a trovare un modo per risolvere i piccoli problemi che si creano e riportare tutto in equilibrio.
La particolarità di questo cartoon sta nel non avere dialoghi fatti di parole, ma solo di versi e gesti che comunque fanno capire bene le azioni e le intenzioni dei protagonisti. Una bella storia di amicizia che viene rinsaldata ogni volta.
Queste le valutazioni per i programmi OUT.
Genere: serie tv
Rete: Netflix
In onda: On demand
“Suburra” è tratta dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini ed è il prequel dell’omonimo film di Stefano Sollima.
I dieci episodi narrano i loschi intrecci tra Stato, Chiesa e criminalità organizzata per ottenere alcuni terreni del lungomare di Ostia e costruirvi un porto utile al traffico di droga. I tre giovani protagonisti si alleano perché accomunati dalla smania di potere e dal desiderio di prevalere sui criminali più influenti di loro. Non c’è spazio per la rappresentazione di una famiglia in grado di avvicinare il ragazzo verso valori positivi e, qualora ci fosse, rischia di capitolare.
È indubbia la qualità dell’intreccio e la bravura di alcuni attori, ma la serie non è adatta ai minori di diciotto anni a causa dell’uso eccessivo di scene di sesso e violenza. Inoltre, è deludente che, all’interno di una ricca galleria di criminali e uomini corrotti, non ci sia spazio per almeno un personaggio positivo tra quelli principali. L’unico sembrerebbe Amedeo Cinaglia, padre di famiglia amorevole e consigliere comunale dalla parte dei più deboli. Eppure, ormai disilluso dalle ingiustizie della politica, si lascia corrompere dalla criminalità romana e, raccolto persino il consenso di sua moglie, arriva lui stesso, successivamente, a corrompere altri per il profitto personale. La totale disgregazione dei valori etici e morali è compiuta.
Genere: Serie tv
Rete: Canale 5
In onda: la Domenica, alle ore 20.10
Rosy Abate ha inscenato la sua morte per lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare una vita normale. Ma la serenità dura poco: il figlio creduto morto in realtà è vivo e per riaverlo è disposta a qualsiasi cosa. Suo malgrado si ritrova coinvolta nel mondo mafioso col quale non voleva più avere a che fare, tra violenza e omicidi che ormai la disgustano. Da principio prova a tenerne le distanze, a evitare di compiere gesti estremi, ma non si possono fare compromessi col male e non rimanerne coinvolti: così la rivediamo nel suo ruolo vendicativo, che si alterna questa volta con quello di madre in quei pochi momenti in cui riesce ad avere un tenero rapporto col figlio. Il racconto si snoda su vicende che la porteranno – attraverso continue sofferenze e al costo di un caro prezzo per chiunque vi sia coinvolto – a ritrovare il figlio, fino a perderlo di nuovo nell’ultima scena, quando viene arrestata. L’arresto finale sembra essere l’unico spartiacque tra giustizia e illegalità in un racconto che, forzato da elementi emotivi, non ha confini chiari tra bene e male e conduce a fare il tifo per chi infrange la legge e disprezza la vita. Una domanda rimane aperta: qual era il bene di questo bambino travolto dal vortice della violenza fino a sparare anche lui per ammazzare?
Oh My God! No ascensore
Genere: Spot
Non è certamente una novità, né di conseguenza una scelta originale, utilizzare i personaggi del Presepe, a partire da Maria e Giuseppe, in scenette ironiche e dissacranti per i fini più diversi, dalla pura ironia alla promozione di prodotti commerciali.
Se si ride o deride protagonisti del mondo cristiano nessuno se la prende, bisogna stare al gioco se si vuole essere moderni; e se per caso qualcuno osasse offendersi basta bollarlo come bigotto o integralista e chiuderlo all’angolo. Certamente non si rischiano le conseguenze dell’ironizzare sull’islamismo (Charlie Hebdo insegna).
Ma la scenetta è squallida a prescindere da tutto: seppur non dovessimo pensare ai protagonisti come S.Giuseppe e S.Maria, che tristezza una moglie che mortifica il marito perché non riesce a trovare l’appartamento giusto – ne ha trovato uno senza ascensore, scomodo con bimbo e passeggino – iniziando a sbeffeggiarlo su come ha realizzato il suo lavoro di falegname, la carrozzina in legno, o come non collabora nel portare la spesa e chissà che altro.
Stereotipo vecchio e superato quello per il quale le donne sono sole in casa accompagnate da uomini inetti e incapaci di aiutarle.