Il primo sotto la lente d’ingrandimento è ovviamente il dg Mario Orfeo. Scelto nel suo incarico da Matteo Renzi dopo un suggerimento di Maria Elena Boschi. A poche ore dal voto il Pd – e la stessa Boschi – non sembrano nutrire più quel potere che l’ex premier ha saputo manifestare a vasto raggio durante il suo mandato, cambiando dirigenti e direttori di reti e tiggì. Una manovra che neanche il governo Berlusconi riuscì a fare in maniera così ampia. Quindi se Renzi vince Orfeo resta al suo posto, così come nel caso non esca dal voto una maggioranza e si vada avanti con il governo Gentiloni. Ma se invece il Pd non vince cosa accade?
L’attuale dg ha buoni rapporti con Silvio Berlusconi (il Cav lo confermò alla guida del Tg2). Non si può certo dire la stessa cosa sui rapporti con Matteo Salvini. In comune hanno soltanto la fede milanista. Comunque, se dovesse vincere il centrodestra probabilmente Orfeo lascerà l’incarico (tra l’altro c’è sempre un accordo di massima con La Repubblica per la direzione del quotidiano). A chi lo lascerà? Ci sono diverse ipotesi. La prima riguarda Stefano Parisi, che dopo aver perso le comunali a Milano è in lizza per la carica di governatore della regione Lazio, ma se dovesse perdere pure stavolta potrebbe risultare il manager adatto per prendere la poltronissima di dg Rai. Anzi, qualcuno afferma che il paracadute sia stato già concordato al momento della candidatura.
Fedeli al centrodestra ci sono anche altre soluzioni: il ritorno di Mauro Masi (che però potrebbe essere scelto per un incarico nello staff di Palazzo Chigi) e due vecchi direttori che a Viale Mazzini conoscono bene: Fabrizio Del Noce e Clemente Mimun. I due però, forse, potrebbero rientrare più nella corsa per la presidenza che in quella per la direzione generale. Se Mimun dovesse accettare il nuovo incarico, al Tg5 potrebbe essere sostituito o dal suo vice attuale Claudio Fico oppure dal direttore dell’agenzia di Mediaset Andrea Pucci.
In caso di vittoria dei Cinquestelle Orfeo non ha chance. Di sicuro crescerebbero le credenziali di Carlo Freccero, il dirigente Rai attualmente più competente e vicino ai Cinquestelle.
Per il momento di sicuro c’è solo la scadenza del mandato del cda di Viale Mazzini, in carica fino ad agosto, poi si vedrà. Probabilmente la rivoluzione – se ci sarà – arriverà con una temperatura di 40 gradi.