Baia (l’antica Baiae), è una frazione di Bacoli, comune di Napoli e parte dei Campi Flegrei. Secondo la leggenda, il suo nome deriva da Bajos, il nocchiere di Ulisse, che qui fu sepolto. Il suo golfo è racchiuso tra i rilievi di Punta Lanterna a sud (su cui è posto il castello Aragonese costruito nel 1495, forse sulle rovine del palazzo imperiale romano) e Punta Epitaffio a nord, ed è un antico cratere vulcanico, risalente a circa 8.400 anni fa e conservatosi solo per metà: infatti la sua parte ad oriente è sprofondata o del tutto erosa dal mare.
Baia è il centro campano sede del più grande impianto della regione per la depurazione di molluschi. L’importanza del luogo è legata soprattutto alla presenza di resti archeologici di importante valore storico ed artistico.
Grande attenzione sarà posta alle piccole comunità che vivono grazie al mare ed alla terra da cui traggono sostentamento svolgendo un ruolo prezioso di custodi del territorio flegreo. Ascolteremo le storie interessanti delle persone che vivono sul posto, e vedremo le testimonianze del cambiamento antropologico, morfologico e geologico del mare e delle coste. Si racconterà dei risultati dell’attività dell’Area Marina Protetta di Baia per la salvaguardia di uno dei più grandi tesori archeologici sommersi al mondo.
In epoca romana, come testimoniano le ricche ville trovate, fu luogo di riposo e di villeggiatura frequentato da patrizi romani. Infatti sorsero sia porti che costruzioni di grande ricchezza. Tuttavia, molta parte del complesso archeologico rimane sotto il livello del mare, sprofondato a causa dei fenomeni bradisismici che interessano tutta l’area di Pozzuoli.
Completamente sommerso dalle acque è infatti il ninfeo dell’imperatore Claudio, così come gli straordinari mosaici policromi, mentre molte opere scultorie sono state trasferite nel castello Aragonese, attualmente sede del museo dei Campi Flegrei.
L’architetto Filomena Lucci ha realizzato tutti i rilievi dell’area archeologica completamente sommersa, primo restauro al mondo avvenuto interamente sott’acqua. Il fotografo Stefano Benazzo farà da guida alla scoperta dei relitti sommersi.
Donatella Bianchi ci dirà che Cicerone cita Baia come luogo di rilassatezza dei costumi dove Clodia dà spettacolo impunemente della propria dissolutezza. Seneca ne parla, nelle lettere a Lucilio, come di un luogo da evitare perché la vita sociale chiassosa turba la serenità del saggio
E ancora, l’inviato Fabio Gallo si sponsta più in giù nello Stivale e conduce i telespettatori a pesca di ricci nel brindisino.