Molte le tematiche socio-politiche affrontate in questa puntata: la cannabis terapeutica; le periferie italiane ed i disagi sociali dei residenti in queste aree metropolitane; la disposofobia, ovvero il bisogno ossessivo di accumulare oggetti; l’attuale situazione politica – ed in particolare il dibattito interno al Partito Democratico; la nuova moda made in the USA, i botox party.
A tra poco con la diretta!
Riccardo Iacona, giornalista, introduce il primo tema della serata: la giustizia. Presenta il suo libro “Palazzo d’ingiustizia”, edito Marsilio, che cerca di rispondere alla domanda “La giustizia è uguale per tutti?” e che si chiede se nei Palazzi di giustizia i magistrati riescano davvero a portare avanti questo valore, senza cedere alle influenze esterne.
Entrano i conduttori, che presentano subito l’altro ospite speciale (oltre a Iacona): Carolina Crescentini.
Si passa al secondo tema della serata: il dibattito interno al Partito Democratico. Ha vinto Martina, ma Renzi è ancora presente e potente. Chi è il vero leader del PD al momento? Gli animi tra gli esponenti del partito sembrano molto accesi, ci sono scontri e molte sono le perplessità.
Barbara Lezzi, ex imprenditrice e parlamentare 5stelle, entra in studio e parla di responsabilità nei confronti dell’elettore e del declino economico che affligge l’Italia. E’ proprio questo a suo parere a causare l’impossibilità di un confronto tra 5stelle e Berlusconi, visto come colpevole del declino. Secondo la Lezzi i cittadini devono essere più importanti degli interessi pubblici. Vanno riequilibrati i territori e bisogna cercare produttività attraverso investimenti in cultura e tecnologia e non precarizzando il lavoro.
Viene poi lanciato un servizio che analizza la situazione in Friuli ed i comizi e le iniziative di Matteo Salvini. In Friuli ha vinto le elezioni il candidato di Centrodestra, la Lega è il primo partito, il movimento 5stelle rispetto alle politiche ha perso 17 punti, quelli del Pd non si spiegano il successo di Salvini. Si ripercorrono le tappe della campagna elettorale di Salvini in Friuli ed emerge che il perno centrale della sua strategia politica sono le tasse. Il Nord Italia è “in fuga” dalle tasse, moltissimi sono gli investimenti degli imprenditori Italiani in Slovenia, dove le tasse per le ditte individuali sono solo del 4% e per le S.r.l. solo 19% sugli utili.
Valentina Petrini interroga la Crescentini sull’argomento. “E’ profondamente ingiusto che persone con reddito diverso paghino le stesse tasse” – risponde Carolina.
Enrico Lucci annuncia che più tardi si confronterà con il suo ex collega de Le Iene, Marco Berry, in merito alla disposofobia.
Si passa poi a parlare di due ragazzi, Yuri e Dario, che purtroppo in seguito ad un incidente erano finiti in coma. Chi li assiste dal momento del loro risveglio?
Un grave incidente stradale ha cambiato per sempre le vite di Yuri e Dario. Alle famiglie era stato detto che avrebbero riportato a casa i ragazzi in stato vegetativo, poi però all’improvviso il risveglio. Vivi, ma in che condizioni? Da allora la vita è diventata più difficile per loro. Dario è tetraplegico, non parla, non vede da un occhio, non riesce a mangiare ed a deglutire, ha bisogno di assistenza continua. “Ma tutto questo non è un peso per noi” – afferma la mamma. Anche Yuri è su una sedia a rotelle, impossibilitato a muoversi, ma riesce ancora – con difficoltà – a parlare e racconta del suo incidente. Le terapie aiutano questi ragazzi a migliorare un pochino ogni giorno, ma non potranno purtroppo farli guarire del tutto. E’ giusto che vivano così? Le famiglie sono molto criticate e spesso definite “egoiste”, ma attraverso le voci di queste madri e padri emerge un senso di non accettazione della società nei confronti della diversità e tanto dolore per il destino sfortunato di due giovani che avevano tanta voglia di vivere la loro vita pienamente.
Si torna in studio con Fulvio De Nigris, direttore del Centro studi per la ricerca sul coma della Casa dei risvegli Luca De Nigris di Bologna. De Nigris ha perso suo figlio, appena sedicenne, dopo un lungo periodo di coma. Dopo questa esperienza ha deciso di creare una struttura dove le famiglie avessero la possibilità di portare i propri cari in coma, per dar loro cure o riposo. “Questa è una vita in cui ricostruire i colori del risveglio, ne vale la pena” – afferma.
Si parla di diritto alla cura. In Italia l’assistenza è sottoposta a regolamento regionale, motivo per il quale Dario e la sua famiglia si sono dovuti trasferire in Emilia. De Nigris ha dovuto portare suo figlio in Austria quando era in coma. E’ giusto che sia così?
La Crescentini afferma che a suo parere questa non è vita, soprattutto se ci si ricorda di come era la vita prima del dramma. Iacona ritiene che quello sia un pezzo di vita perchè quelle persone si sono risvegliate ed è giusto che abbiano le cure necessarie. “E’ vita ed è preziosa, è amore”.
Si cambia tema e si parla del Ballo delle debuttanti. Un’inviata di Nemo ha compiuto il suo debutto, documentando questo tradizionale evento sin dalla preparazione. Le debuttanti sono ragazze di famiglie agiate ed i genitori e nonni investono molto sul Ballo, si auspicano che nasca una felice unione con qualche cadetto – ovviamente di famiglia agiata.
Entra in studio Saverio Raimondo, comico e sosia di Luigi Di Maio. Saverio racconta che sono in molti a fermarlo per strada ogni giorno per scattare selfie o per parlare di aneddoti vissuti con Di Maio. Declina poi il congiuntivo, per mostrare di non avere nulla in comune con Di Maio. Lo sketch fa ridere e stempera il clima.
Si torna alle tematiche “serie” e si parla di disposofobia. Gli accumulatori compulsivi hanno case in cui è quasi impossibile entrare. Un’inviata di Nemo intervista un figlio di genitori affetti da questo disturbo. Crescere in queste condizioni non è stato facile, ciò che più l’ha fatto soffrire è stata la negazione del problema e questo gli ha provocato rabbia ed il bisogno assoluto di uscire di casa. L’inviata entra poi nell’abitazione di una signora affetta da disposofobia da 6-7 anni. Anche il solo camminare è impossibile negli angusti spazi rimasti tra la roba accumulata. Questa gravissima dipendenza lega l’identità del soggetto agli oggetti che compra e conserva. Il solo pensare di buttare qualcosa è impensabile per queste persone perchè mina il loro essere.
Entra in studio Marco Berry. Parla del suo mestiere, raccontare storie, che svolge ormai da 15 anni. Parla di “Invisibili“, programma che parlava di gente che viveva condizioni di disagio, condizioni “invisibili” perchè “il nostro inconscio non vuole vedere come potremmo diventare. La strada ti sceglie, ti prende e ti avvolge”. Nel suo percorso ha incontrato due accumulatori seriali: un ragazzo che trascorreva le sue giornate a raccogliere tutti i mozziconi di sigarette che trovava per strada e poi con essi la notte creava nuove sigarette e un signore che viveva in una Uno piena di roba accumulata. “Giudicare spesso è sbagliato. La strada ti prende, ti avvolge. Si può davvero scegliere?” – chiede Berry a Lucci. “La capacità di scegliere non è poi così libera” – dimostra poi con un esperimento/gioco di prestigio.
Viene raccontata la storia di Emanuele, un bimbo che durante l’ultima visita di Papa Francesco ad un quartiere disagiato di Roma – il Corviale – gli ha posto una domanda molto importante per lui: “Mio padre è morto ed era ateo. Ora dove è? E’ andato all’Inferno o in Paradiso”? Papa Francesco l’ha rassicurato, dicendogli che il padre è sicuramente con Dio perchè ha compiuto la coraggiosa scelta di battezzare i figli pur non essendo credente. Entra in studio la mamma di Emanuele, che racconta di aver ricevuto tanta solidarietà dopo l’episodio, ma di avere un grande problema perchè rischia di perdere la sua casa.
Lucci intervista Fortunato Cerlino, attore che interpretata il Boss Pietro Savastano in “Gomorra – la serie”. Cerlino presenta il suo libro “Se vuoi vivere felice”. “Bisogna combattere e bisogna andarsela a prendere la felicità” – afferma l’attore.
Si parla di quartieri dormitorio, di periferia, e dei disagi sociali dei residenti in queste aree metropolitane. L’inviato di Nemo ci mostra Librino, quartiere della periferia di Catania dove si è recato in visita Mattarella. Il degrado è evidente ed è causato dalla Mafia. Ancora oggi il quartiere è sede di spaccio di droga, roccaforte dell’ultimo grande narcotrafficante di Catania: Andrea Nizza. Vengono apportate modifiche, migliorie, in previsione dell’arrivo del Presidente, ma c’è amarezza e disincanto tra i residenti e la consapevolezza che dal giorno dopo Librino ritornerà nelle mani degli spacciatori e lo Stato non se ne interesserà più.
Torna in studio Fortunato Cerlino e parla del degrado delle periferie, del destino di chi vi nasce. “Chi nasce tondo non può morire quadrato” – si dice. Eppure lui stesso è cresciuto nel “Far West”, ma la fantasia l’ha salvato. Racconta la sua toccante storia di rivalsa. “Fortunato ha preferito i libri alle palottole, perchè i libri la vita la donano” – conclude.
Si parla di cannabis terapeutica. Questo farmaco in Italia è quasi introvabile, eppure sembra dare grande sollievo a molti pazienti affetti da gravi patologie. “La Piantiamo” di Foggia è una associazione che lotta per far sì che i malati siano curati continuativamente con la cannabis. Al momento le farmacie sono sprovviste di quantitativi sufficienti di questo farmaco e devono scegliere i pazienti a cui venderla. “La Piantiamo” ha dunque deciso di coltivare autonomamente le piante di cannabis – illegalmente, perchè contro lo Stato. Nell’ultimo periodo hanno aperto molti negozi di cannabis light, a basso contenuto di THC. E’ però altrettanto efficace a livello terapeutico? Secondo il medico intervistato dall’inviato di Nemo, in linea teorica sì, ma non si può parlare di farmaco poichè non c’è produzione standardizzata. Se cambia il tipo di cannabis assunta non c’è continuità terapeutica.
Si parla di precariato. Conosciamo Claudio, operaio precario di giorno e wrestler di notte. Ci parla di una vita di sacrifici, di lavori iniziati e subito finiti, del continuo rimettersi in gioco. Salire sul ring è una botta di adrenalina, fa sentire supereroi, ma la vita è diversa. Da piccolo immaginava di fare il veterinario o l’astronauta, ora non sa più cosa farà. Sa solo che quando combatte vince ed è tutto ciò che ha sempre voluto essere.
Si torna in studio e si parla della totale assenza dell’ascensore sociale: si nasce poveri e si muore poveri.
E’ il momento di affrontare il tema dei Botox party, moda americana che coinvolge coloro per i quali la giovinezza è una vera ossessione. Lucci intervista due signore che amano la chirurgia estetica ed hanno subito molte operazioni. Sono proprio loro a condurlo ad una seduta dal chirurgo che inietta ad una di loro del Botox sul viso e le applica dei fili nel mento per un effetto lifting. Lucci si reca poi ad un Botox party dove tra bicchieri di spumante ed esibizioni di danza, uomini e donne si fanno iniettare del Botox.
Entra in studio Raffaello Tonon, opinionista e conduttore radiofonico, che racconta la sua esperienza con la chirurgia estetica. Tonon aveva un grandissimo problema con il suo girovita, un disagio profondo, ed ha dunque deciso di ricorrere ad un “ritocchino”. Il suo unico rimpianto è non averlo fatto prima. Pur essendo assolutamente favorevole al ricorso a cure estetiche – che considera un diritto – Tonon ritiene però che non si possano assolutamente eseguire questi interventi ai party e che i medici dovrebbero ricordare il loro giuramento di Ippocrate prima di intervenire su un paziente che non ne avrebbe bisogno.
Termina la puntata. Appuntamento a venerdì prossimo alle 21.20 su Rai due.