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Tutto questo accadrà questa sera, domenica 26 luglio alle 23.20 su Rai1 grazie allo “Speciale Tg1” dedicato a indagare come sia cambiata l’arte di ridere in un paese come l’Italia che ha provato a non perdere il sorriso neanche nei momenti più drammatici della sua storia. E uno di questi è stato il ventennio fascista nel quale c’è stato un rifiorire della satira e delle pubblicazioni del settore: una maniera per sopravvivere e opporsi alla dittatura che falciava le libertà umane,
Speciale Tg1 propone il racconto di un secolo di risate da Ettore Petrolini, primo vero grande attore comico del Novecento, alle risate 2.0 di Spinoza e Il terzo segreto di satira.
Nel lungo viaggio attraverso i mutamenti dell’arte del far ridere,ci terrà compagnia Renzo Arbore, maestro dell’umorimo raffinato e senza tempo, della risata elegante che, attraverso giochi di parole e situazioni sempre valide, ha scritto pagine importanti nella storia della tv. Lo show man, tra l’altro, festeggia 50 anni di televisione.
Arbore, garnde esperto dei meccanismi della risata, critica i furbetti della satira politica italiana, Lino Banfi svela il segreto amarissimo che si nasconde dietro la sua comicità, Pietrangelo Buttafuoco spiega com’è cambiata la satira dopo la strage di Charlie Hebdo,
Ma ci saranno anche, a spiegare la mutazione del riso attraverso gli anni, la Gialappa’s Band, e tra i comici cosiddetti “cattivi”, Giorgio Montanini che si rifà al modello della “stand up comedy” americana.
“Ridere!”, di Amedeo Martorelli, disegna anche la mappa della comicità italiana dagli anni Trenta ad oggi passando per le lacrime del neorealismo e i sorrisi della commedia all’italiana.
Renzo Arbore metterà in evidenza come l’importanza del ridere è stata sottolineata da scrittori, scienziati, artisti, poeti, letterati, attraverso i secoli. Giacomo Leopardi, ad esempio, osservava: “Grande tra gli uomini e di gran terrore è la potenza del riso…Chi ha coraggio di ridere è padrone del mondo…Tanto l’uomo è gradito e fa fortuna quanto ei sa ridere.”
E Victor Hugo: “Quando rido ho 25 anni; quando sono triste 60″.
E’ da queste premesse che parte il viaggio dello Speciale Tg1 che consigliamo di seguire.