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Il primo appuntamento era dedicato a Mia Martini, il secondo a Mino Reitano. Il terzo, in onda venerdì prossimo avrà come protagonista Lucio Dalla. Programmi riesumati a distanza di anni dalla messa in onda: il ricordo di Mia Martini risaliva al 2009, gli speciali su Reitano e Dalla sono datati 2012. Tutti e tre hanno come filo conduttore, oltre la commemorazione, la presenza come conduttore di Massimo Giletti.
I primi due speciali, che Rai1 ha trasmesso a distanza di sette giorni, hanno raggiunto l’obiettivo prefissato, conquistando share intorno al 18%. Risultati che nessun programma nuovo avrebbe mai raggiunto. Basti pensare a Gli italiani hanno sempre ragione: lo show condotto da Fabrizio Frizzi si è assestato, nelle quattro puntate andate in onda nel mese di luglio, al 15% di share.
Lucio Dalla
La constatazione dinanzi a queste cifre è che i morti in tv “tirano” molto più dei vivi. Su di loro si costruiscono show, salotti televisivi, programmi di informazione, talk show. Su di loro si basano le preziosissime Teche Rai custodi di un passato prestigioso perchè legato agli anni che furono, ad un’epoca passata che, troppo spesso, si identifica con i ricordi del pubblico non più giovanissimo di Rai1.
C’è però una grande, grandissima differenza, tra programmi amarcord come Techetechetè e serate evento dedicate ad artisti scomparsi. L’amarcord di Techetechetè fa parte della storia della Rai, le Teche sono uno scrigno che custodisce i mutamenti di una televisione in continua evoluzione. E in 61 anni (questa è l’età del piccolo schermo in Italia) di trasmissioni, mode, tendenze, personaggi, ne sono passati tanti. Fa piacere rivederli.
Mia Martini
Invece non si può reprimere una sensazione di rabbia e sconforto dinanzi allo sfruttamento intensivo a fini d’audience, di programmi commemorativi dedicati a artisti deceduti. Lo spettacolo si azzera, sembra di essere ad una celebrazione funebre nel corso della quale si fa a gara per tessere il maggior numero possibile di lodi al defunto. Ne sono stati esempi significativi gli speciali su Mia Martini e Mino Reitano, artisti che sono stati anche snobbati da certi critici musicali pronti a ritirare la loro penna intinta nel curaro e a mutare radicalmente opinione.
Sotto accusa è la squallida tattica di Rai1 che non esita, con discutibile cinismo, a sfruttare la commozione del pubblico per i grandi artisti deceduti al fine di incrementare l’audience e lo share.