Come sappiamo “M” intreccia l’approfondimento giornalistico, il teatro in diretta e una sorta di docufiction. In quest’ottica i telespettatori vedranno anche gli altri protagonisti dell’universo politico italiano del 1978, anno nel quale Aldo Moro venne rapito e dopo 55 giorni ucciso dalle Brigate Rosse.
Tra questi Bobo Craxi interpreta il padre Bettino, Gaetano Aronica è Aldo Moro, Remo Girone interpreta Giulio Andreotti. Nel ruolo del capo delle Brigate Rosse Mario Moretti c’è l’attore Paolo Briguglia, mentre Valerio Morucci altro brigatista è interpretato da Mauro Meconi. Adriana Faranda avrà il volto e la voce di Chiara Poletti. Ad interpretare Maria Pia Fanfani è Carla Cazzola. Francesco Cossiga, allora Ministro degli Interni, è affidato all’attore Diego Verdegiglio.
Filo conduttore della fiction di questa sera è la vicenda di Mino Pecorelli, direttore di OP (Osservatore Politico), interpretato da Carmelo Galati. Accanto a lui c’è una giovane giornalista che sta indagando sui misteri del caso Moro. L’attore Christian Burruano (attualmente presente nella serie Il Capitano Maria) interpreta invece il falsario Tony Chichiarelli. Al centro del racconto della seconda puntata ci sono tutti i segreti, i misteri, gestiti dai cosiddetti poteri occulti che si occuparono, sempre nell’ombra, delle fasi più delicate del sequestro Moro.
Michele Santoro porta allo scoperto anche le trattative segrete e i tentativi estremi che furono fatti per cercare di salvare la vita allo statista democristiano.
Già dalla puntata della scorsa settimana,Santoro ha iniziato un percorso storico finalizzato a far rivivere, a 40 anni di distanza, i 55 giorni del sequestro di Aldo Moro. Tutto accade come se non fossero trascorsi quattro decenni ma gli eventi sembrano svolgersi proprio nell’immediata realtà sotto gli occhi dei telespettatori.
La scelta di puntare su Enrico Berlinguer è finalizzata a spiegare ai telespettatori come l’allora segretario del PCI, si era schierato apertamente a favore della non trattativa con le Brigate Rosse. Insomma tutto il partito era fermamente intenzionato a non cedere al ricatto.
Gli ospiti che ci saranno questa sera non sono ancora finiti. Intanto c’è un testimone d’eccezione dell’epoca: Monsignor Fabio Fabbri che visse in prima persona, giorno dopo giorno, gli sforzi della Santa Sede di aprire un canale con le Brigate Rosse. Naturalmente si pensava in tutti i modi di salvare la vita di Moro.
Al fianco di Michele Santoro c’è la squadra di giornalisti e commentatori composta da Marco Damilano, Ilaria Moroni, Stefania Limiti, Lanfranco Pace, Annalisa Chirico e Sara Rosati.
M di Michele Santoro | gli ascolti
La prima puntata di M andata in onda 7 giorni fa, aveva fatto registrare una share del 3,1%. Vedremo questo secondo appuntamento se riuscirà ad andare al di là del risultato della scorsa settimana.
Ho delle perplessità sul sondaggio che è stato fatto sulla trattativa….oggi che sappiamo che Moro è stato ucciso …..Craxi ha pagato…..ma non per questo episodio, ma per tangentopoli…..Berlinguer è morto in seguito ad un malore avvenuto durante un comizio elettorale ….da combattente…..!!!!!
Io all’epoca militavo nel PCI e vi assicuro che fra i compagni eravamo un maggioranza d’accordo sulla non trattativa. Io ho conosciuto delle persone che militavano nella sinistra extraparlamentare nel sindacato….anche un brigatista rosso….noi del PCI venivamo disprezzati…ci consideravano dei nemici. Ad una manifestazione del 25 aprile…non ricordo l’anno, ma era quel periodo, fummo aggrediti dagli autonomi…..coperti con passamontagna…..durante la fuga, perché la polizia aveva lanciato lacrimogeni, mi sono incrociata con una persona che conoscevo….. è stato un periodo molto duro…..non è facile giudicare….dalle BR è stato ucciso anche Guido Rossa….
Comunque grazie per il lavoro che avete fatto…..mi ha chiarito molte cose e mi ha fatto vedere chiaro su tanti dubbi che avevo…..