Apertura differente da solito, quasi spiazzante. Michele Santoro intervista in studio Enrico Berlinguer, interpretato da Ninni Bruschetta. Il faccia a faccia è “ambientato” nei giorni del rapimento di Aldo Moro.
Inizia la fiction; dal punto in cui si è interrotta la settimana scorsa. Subito vediamo una scena chiave: il blitz per liberare Aldo Moro era pronto ma poi arrivò lo stop all’azione da un imprecisato “Mister X”. Silvia si apposta davanti al palazzo della Marina e fa un ottimo lavoro con la sua macchina fotografica. Il gruppo attivato per il rapimento Moro è una scusa per far entrare in gioco Steve Pieczenik. Questo cerca di mettere con le spalle al muro le Br, spingendoli all’azione.
Il magistrato Vitalone va nello studio del ministro dell’Interno Francesco Cossiga e per spingere le brigate rosse a cambiare progetto, chiede di diffondere un falso comunicato delle Br. La mente di tutto ciò ovviamente è Steve Pieczenik. Intanto nella redazione di Op cresce la paura per le minacce. Il falsario Tony Chichiarelli riceve la vita della giovane Silvia.
Si torna in studio; ospite è Don Fabio Fabbri, il braccio destro del cappellano delle carceri Cesare Curioni. Questo insieme al Pontefice si spese molto per la liberazione di Aldo Moro, tenendo dei rapporti a Napoli. Chiedendo una prova ricevettero una foto, ma Papa Paolo VI non fu soddisfatta. “Sotto una coperta di ciniglia blu c’erano 10 miliardi di lire“; questi li aveva preparati il Santo Padre per liberare il leader della DC. Vedendo le immagini del corpo del politico, Cesare Curioni affermo di sapere chi era il killer artefice dell’omicidio.
Dopo la pubblicità si torna all’intervista ad Enrico Berlinguer, a cui si chiede se questo dilagare della violenza delle Br, sia la causa dell’alleanza di Governo Pci-Dc. “Noi comunisti non siamo disumani“. Con Marco Damilano si cerca di capire le ragioni alla base del compromesso storico. Parola ad Annalisa Chirico: “Paradossalmente sia URSS che USA sono contrari al compromesso storico“. La democrazia italiana viene definita giovane e fragile: “Lo stato era completamene allo sbando“.
Per Sara Rosati: “le BR, siano i partigiani che non hanno mai depositato le armi”. Realtà e fiction continuano a mescolarsi anche in studio, dove arriva per l’intervista Steve Pieczenik. “Per stabilizzare l’Italia mi serviva un centro di gravità e questo lo ottenevo sacrificando Aldo Moro, perché i comunisti non sarebbero andati al potere. Anche Francesco Cossiga dopo 2 settimane arrivò a questa conclusione”.
Chiamato in causa “replica” il ministro dell’Interno Francesco Cossiga: “Il Piano Viktor prevedeva che Moro fosse isolato e portato in una clinica per non lasciarlo in mano a giornalisti e politici. Di sicuro avrebbe indicato me e Berlinguer come potenziali assassini. Un solo politico avrebbe potuto parlare con lui, ed ero io“. I rappresentanti politici si susseguono sotto le domande di Michele Santoro, ora è il momento del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Al centro dell’attenzione il falso comunicato delle Br.
Stefania Limiti: “Il caso Moro è fatto di presenze non visibili, la Mini di Via Fani, è una di quella“. L’automobile fa riferimento ad una società che fa a capo ai Servizi segreti. Solo dopo una settimana viene restituita al proprietario e tra le ipotesi c’è che qualcuno sia uscito da questa per spare.
Dopo un comunicato rabbioso di Aldo Moro, rivolto a tutti gli schieramenti politici pronti a sacrificarlo. Interviene Bettino Craxi, interpretato da Bobo Craxi: “Tutte le forze politiche hanno respinto la richiesta di salvare le vite di 13 terroristi”. Letta una lettera ricevuta da Aldo Moro. “Abbiamo avuto un incontro con Lanfranco Pace, dell’area dell’autonomia delle Br“.
Arriva la testimonianza anche di Maria Pia Fanfani interpretata da Carla Cazzola. “Amintore (Fanfani ndr) stava per annunciare nella direzione Dc dello scambio di prigionieri quando arrivò la notizia dell’omicidio di Aldo Moro“. Marco Damilano sottolinea lo svuotamento delle sedi rappresentative di quei 55 giorni.
Si ritorna al docudramma. Ripartiamo dalla redazione di OP, dove Mino Pecorelli intuisce immediatamente che il comunicato sulla morte di Aldo Moro è falso. I vigili del fuoco, intervenuti per una perdita, scoprono il covo delle BR in Via Gradoli. Vitalone e Daniele, leader del Movimento, parlano di una trattativa per salvare Moro. “Lo scambio di prigionieri è escluso“. Secca la replica: “Liberatene anche solo uno e salverete il presidente“. L’ultima scena vede i criminali brindare, mentre in precedenza tutti i protagonisti assistono in tv al ritrovamento del cadavere dello statista.
Mario Moretti, Adriana Faranda e Valerio Morucci raccontano la vicenda dal lato dei brigatisti. In studio si continua a discutere sull’appartamento di Via Gradoli; nello stabile le stanze venivano affittate dai Servizi segreti. “La mattina del ritrovamento pilotato il ministro Cossiga chiama il direttore de “Il Popolo”. Chiusura affidata alle parole di Bettino Craxi ed Enrico Berlinguer.
M di Michele Santoro termina qui. La prossima puntata andrà in onda giovedì 24 maggio 2018, alle 21.05 su Rai3.