Dopo essersi occupato nella prima puntata della madre, e nella seconda del padre, questa sera Recalcati racconta l’importanza di sentirsi figlio non solo nella società di oggi ma anche nel passato.
Recalcati spiega ai telespettatori come sono fondamentali per la formazione della personalità dei figli, gli insegnamenti genitoriali. Come abbiamo visto nelle precedenti puntate vengono esposte tesi e suggestioni ricavate dallo studio della psicanalisi. Tutto è arricchito con interviste, contributi filmati e letture di testi affidate a personaggi famosi.
Ad esempio questa sera Alessio Boni legge la lettera che Giacomo Leopardi scrisse al padre Monaldo. Si tratta di un figlio che si rivolge al padre cercando di capire quali sono i progetti che la famiglia ha fatto sulla sua esistenza. In particolare Leopardi lamenta con il padre di essere stato ingabbiato in insegnamenti e comportamenti che ne hanno condizionato la libertà e gli hanno impedito di essere ciò che realmente avrebbe voluto diventare.
Il poeta intitolava la sua missiva “Mio signor padre” per far capire al genitore tutto il rispetto che aveva nei suoi riguardi. Sottolinea soprattutto di essere stato sempre un figlio obbediente e prudente che ha usato sottomissione nei confronti dei genitori e si augura che il padre non possa avere nei suoi riguardi una cattiva opinione soprattutto riguardo a «quei pochi talenti che il cielo mi ha conceduti».
La lettura di Alessio Boni è lo spunto per tornare ai tempi dell’infanzia. Massimo Recalcati infatti sottolinea che il bambino, fin da quando viene al mondo, non ha soltanto bisogno del latte materno ma ha soprattutto necessità di sentire l’amore intorno a sé. Un amore che si estrinseca nel linguaggio della madre e del padre nei suoi riguardi. Se manca questa forma di affetto il piccolo non è in grado di sviluppare un linguaggio proprio e soprattutto un rapporto positivo e gratificante con il mondo che lo circonda e la società in cui vive.
Poi Recalcati passa alla fase adolescenziale ed alla giovinezza. In questa fase della vita di ognuno di noi, c’è bisogno di sentire la libertà, di non avere costrizioni, di vivere in spazi aperti, di sperimentare nuove avventure ed emozioni. E soprattutto il giovane ha bisogno di allargare i propri orizzonti attraverso il viaggio.
Questo bisogno di libertà viene incarnato dal protagonista di una notissima pellicola cinematografica, Billy Elliot di cui ne viene riproposta una parte nella puntata di questa sera.
Ma procedendo ancora più indietro negli anni e nelle epoche Massimo Recalcati arriva a spiegare il celebre racconto biblico del figliol prodigo per dimostrare come ogni padre deve essere sempre aperto alle scelte del figlio, e perdonarlo quando ce n’è bisogno.
Sempre Alessio Boni leggerà questa sera un’altra pagina molto importante. Si tratta del libro Nemesi di Philip Roth. Il testo del notissimo scrittore americano autore tra l’altro di “Pastorale americana“, racconta del ventitreenne Bucky Cantor, animatore di campo giochi che si dedica ai suoi ragazzi, ma è costretto a combattere la sua guerra privata contro una spaventosa epidemia di polio che colpisce e uccide i bambini.
Infine si parlerà dell’eredità naturalmente morale che i genitori lasciano ai propri figli. Ne parlerà in un’intervista con Massimo Recalcati la chef Antonia Klugmann.