Mengacci è al sopra del tempo e delle mode: lui procede tra paesaggi bucolici che sembrano cartoline di un passato lontano e vi inserisce i personaggi di oggi: uomini e donne che si preparano a pronunciare il fatidico “si”. Storie di un’umanità varia che ha affrontato dolori e sofferenze familiari e personali prima di arrivare all’altare e sperare in un avvenire sereno con la persona scelta.
Mengacci attraversa le storie con discrezione non scevra, però, di determinazione. Con i personaggi coinvolti nella cerimonia nuziale si mostra disponibile ad ascoltare, ad aiutare, a dare un aiuto concreto. Da 25 anni, da quando arrivò per la prima volta sugli schermi di Retequattro, ha dalla sua soltanto due ingredienti: le telecamere che immortalano le nozze e la sua presenza da “zio di paese” interessato al racconto di ogni pur minimo episodio.
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E’ una serena e antica nazional- popolarità quella che, da sempre, ostenta Mengacci e non ne fa mistero. Gli sposi del programma sono sempre appartenuti e appartengono ancora ad una umanità vicina al grande pubblico generalista. Sono persone comuni, anche alquanto kitch a volte, ma che non riversano mai sul telespettatore quell’ondata di trash che invece caratterizza altri programmi del genere.
Nessun legame con il Boss delle cerimonie, anche se il pensiero corre spesso a Don Antonio e al suo castello incantato nell’hinterland napoletano che Real Time ha portato sul piccolo schermo.
I matrimoni che presenta Mengacci sono popolari e popolani, abbracciano strati sociali differenti. Le telecamere danno il medesimo spazio a tutti i protagonisti che, agli occhi del conduttore hanno la medesima importanza. l’amico della sposa, la lontana cugina, il parente tornato dopo anni per l’occasione, il piccolo paggetto: tutti sono accomunati in un racconto corale che ha come fulcro gli sposi.
La preparazione della cerimonia viene vissuta lentamente, i personaggi si prendono i propri tempi, anche Mengacci si sofferma su ogni particolare, senza timore di poter annoiare.
25 anni, però, non sono trascorsi invano: Mengacci sa che oggi le ferrere regole dell’audience impongono determinati clichè. Ed eccolo fare qualche concessione alla vecchia retorica con i suoi comportamenti da signore d’altri tempi che deve in qualche modo prendere atto dei cambiamenti intorno a lui.
Non chiedete a Mengacci di cambiare: lui è immutabile. E a noi va bene così.
E non bolliamo Scene da un matrimonio come un flop: il 3,33% di share e i 631.000 telespettatori, Mengacci se li è conquistati uno per uno. Adesso deve cercare di non farseli sfuggire.