Ecco i programmi che nel mese di aprile sono stati analizzati dall’Osservatorio Media del Moige (Movimento Italiano Genitori).
Nella categoria IN ci sono:
1) Il Cacciatore (Rai 2)
2) La Corrida (Rai 1)
3) Giulio Coniglio (Rai YoYo)
Ecco tutte le valutazioni del Moige su ognuno dei programmi IN.
Genere: serie tv
Rete: Rai 2
In onda: il mercoledì , alle 21.20
La serie si ispira alle vicende narrate dal magistrato Alfonso Sabella nel romanzo autobiografico “Cacciatore di mafiosi”. Dopo le stragi di Capaci e di via d’Amelio, il magistrato Saverio Barone entra a far parte del pool antimafia di Palermo. Dapprima ignorato dai colleghi, in seguito inizia a collaborare con il P.M. Carlo Mazza e, tra accesi scambi di opinione, procedono nella caccia ai mafiosi. I fatti di cronaca rappresentati sono veri (ad esempio, risulta commovente l’intera vicenda del rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo ed è apprezzabile evidenziare la delicatezza con cui si è scelto di non esplicitarne la morte), ma gli avvenimenti della vita privata sono frutto di finzione. Il ritmo dinamico, le inquadrature curate e l’approfondimento delle sfumature psichiche di ogni personaggio distinguono la serie dalle fiction nostrane, avvicinandola a un prodotto internazionale. Barone, dedito esclusivamente al lavoro, nel privato, immaturo ed egoista, trascura la compagna e la figlia rischiando di perderle, tuttavia comprende che non può reggere l’impegno lavorativo senza il sostegno della propria famiglia. Il superamento di alcuni fantasmi del passato e la promessa di matrimonio riaccendono il rapporto, prendendo come esempio le dinamiche adeguate della famiglia di Mazza, il quale, da collega insopportabile, diviene amico fraterno e testimone di nozze. A causa di alcune scene cruente, la visione è consigliata a un pubblico di età superiore ai 14 anni e la ferocia del mondo mafioso dovrebbe stimolare i giovani a riflettere sui propri valori.
Genere: Varietà
Rete: Rai 1
In onda: il venerdì, alle 21.25
Il semaforo rosso e verde, il giuramento iniziale, il pubblico con campanacci, la valletta della sera, la coreografia finale con un corpo di ballo d’eccezione: gli ingredienti ci sono tutti e sono quelli de “La Corrida”, una trasmissione che non ha bisogno di presentazioni perché è indelebile nella memoria di tutti, nella storia della tv del nostro Paese, nell’immaginario collettivo, insieme al suo storico conduttore Corrado (che la ideò con il fratello Riccardo Mantoni).
Dopo 50 anni dal suo debutto in radio, il programma torna in Rai e alla guida c’è Carlo Conti, che rispetta in tutto il format, vestendolo di abiti moderni senza tradire quella genuinità dei “dilettanti allo sbaraglio” che ha caratterizzato il primo “talent people” dello spettacolo italiano. Le carte vincenti sono la leggerezza, il divertimento, la misura del conduttore che, degno erede di Corrado, non ridicolizza mai i partecipanti, non spinge alla grassa risata ma al sorriso garbato e, quasi sempre, riesce a trovare nei bizzarri protagonisti quell’ originalità che, anche se singolare, deve essere apprezzata con dignità.
Giulio Coniglio
Genere: Serie animata
Rete: Rai Yoyo
In onda: in vari giorni e vari orari
Giulio è un timido coniglietto spesso spaventato da quanto gli accade e affronta con una certa apprensione i propri limiti, le proprie paure, il timore di deludere gli amici, passaggio sottolineato anche da un cambio di colori (da una realtà coloratissima ai pensieri di Giulio caratterizzati da una sola tonalità di colore). Ma, grazie al suo entusiasmo e alla costante presenza dei suoi amici, riesce a superare ogni difficoltà, invitando, indirettamente, i bambini a non fermarsi di fronte alle proprie incertezze. Alla fine di ogni episodio, infatti, il piccolo coniglio è nel suo lettino felice di aver vissuto un’avventura “nuova”. Ogni puntata termina con un’attività creativa come la realizzazione di oggetti, ricette o altro.
I punti di forza della serie, oltre al messaggio significativo, sono la narrazione essenziale, lo stile illustrativo semplice, la coinvolgente musica che fa da tappeto, accompagnando sia le diverse evoluzioni della storia, sia lo spettatore, fin dalla sigla iniziale. La semplicità di parole, suoni e immagini ha portato ad un risultato…“caroviglioso” (come direbbe Giulio!).
Queste le valutazioni per i programmi OUT.
Genere: reality
Rete: Canale 5
In onda: lunedì o martedì, ore 21,20
Non c’è mai fine al peggio! In questa edizione si sono create le condizioni perché all’interno della casa ci fossero scontri tra i concorrenti e la situazione è irrimediabilmente sfuggita di mano: volgarità di ogni genere, litigi, minacce verbali e fisiche, atti di bullismo gravissimi che offendono le numerose vittime di violenza, prevaricazione e discriminazione. Non basta qualche piccolo provvedimento, che appare più che altro una foglia di fico, per cancellare lo squallido e diseducativo spettacolo che le famiglie hanno subito da casa, a scapito soprattutto di tanti giovani e giovanissimi che seguono purtroppo la trasmissione. A fare da cornice a tutto questo, lo sciacallaggio delle vicende personali di una concorrente e del suo doloroso e travagliato rapporto col padre. Speriamo in una chiusura anticipata del programma, unico rimedio possibile di uno spettacolo inqualificabile.
Genere: Sitcom
Rete: Italia 1
In onda: dal lunedì al venerdì, ore 15,15
Max e Caroline lavorano come cameriere in una tavola calda dei bassifondi di Brooklyn ma sognano di aprire una pasticceria in cui vendere i loro speciali cupcake. Una mora l’altra bionda, le protagoniste incarnano due differenti stereotipi giovanili: la ragazza disincantata dal passato difficile e la figlia di papà abituata al benessere e alla ricchezza. Pur provenendo da esperienze di vita differenti, le giovani donne instaurano un rapporto di amicizia che consolida ancor più il proposito di unire il proprio futuro professionale. Amicizia e prospettive lavorative rappresentano certamente validi elementi narrativi. Ma il messaggio positivo, purtroppo, viene dequalificato dal contesto grossolano e volgare in cui la vicenda si svolge. Il linguaggio, innanzitutto, è troppo ridondante di battute taglienti, ciniche, scurrili, e a sfondo sessuale con costanti allusioni a doppi sensi inopportuni per la fascia oraria di programmazione. Proprio sui dialoghi troppo coloriti è basata la sceneggiatura: ha voluto rincorrere l’effetto comico in un contesto giovanilistico erroneamente considerato a prova di trasgressione e quindi libero di esprimersi in maniera troppo sboccata. Una tale apologia dei doppi sensi, inizialmente relegata in tarda seconda serata, è approdata, inopportunamente, nel primo pomeriggio della più giovane rete Mediaset.
Genere: Cartone animato
Rete: K2
In onda: in vari giorni e in vari orari
I nuovi episodi continuano a raccontare le avventure di McGee, Gretchen e Squirt nel campeggio estivo di Camp Lakebottom, abitato da creature sovrannaturali come zombie, bigfoot e mostri marini. I tre protagonisti, ormai affezionati agli strani abitanti del luogo, affrontano parecchi viaggi spazio-temporali, terribili punizioni, problemi di sudorazione e flatulenza, sculture di cerume animate, scimmie di mare inferocite e sogni ricchi di effetti indesiderati.
Fin dal primo episodio sono evidenti numerose criticità legate all’igiene e alla pulizia personale. L’ambiente rappresentato è caratterizzato dalla sporcizia e dal degrado, abbondanti scarichi di latrine si mescolano all’acqua del lago, in cui i ragazzini si divertono a lavarsi. Rosebud, la cuoca del campo, utilizza cibo scadente per preparare piatti disgustosi, i quali provocano problemi intestinali in maniera costante. Succede spesso a Squirt che, ad esempio in un episodio, dopo aver mangiato biscotti avariati, vede spuntare vermi dapprima dall’ombelico e dalla bocca, poi da tutte le altre parti del corpo, finendo per divertirsi e continuare a mangiarli.
Non è necessario che un cartoon trasmetta insegnamenti particolari, può semplicemente divertire con garbo e battute non scurrili. Purtroppo la serie canadese punta su gag deludenti e sull’uso eccessivo di espedienti volgari che, invece di far sorridere, rischierebbero di avvicinare i telespettatori, soprattutto i prescolari, verso abitudini insalubri e contrarie alla pulizia personale.