Si conclude il viaggio tormentato del programma che ha troppe volte cambiato collocazione, passando dal martedì, alla domenica al lunedì e ancora al martedì.
La storia che chiude il ciclo di puntate, racconta di Silvia Caramazza una commercialista bolognese di 39 anni uccisa dal proprio compagno Giulio Caria.
L’uomo – condannato a 30 anni di carcere in via definitiva – aveva nascosto il cadavere della donna in un sacco di plastica, all’interno del congelatore per alimenti della loro abitazione a viale Aldini. Il congelatore si trovava in una delle camere da letto dell’appartamento. Il corpo della donna presentava una profonda ferita alla fronte. Inoltre, vicino alla testata del letto e sui muri vicini, la polizia scientifica aveva trovato macchie di sangue. Trovati anche farmaci e sonniferi.
In fase processuale era stato confermato che si era trattato di un omicidio “maturato in ambiente persecutorio“, ma sarebbe stato escluso l’aggravante della crudeltà ritenendo probabilmente che alcune lesioni erano state inferte sul corpo della donna già morta. Era stato, invece, riconosciuto, l’aggravante dell’occultamento di cadavere.
La trasmissione Videonews a cura di Siria Magri, anche in questa edizione, ha ripercorso alcuni fatti ponendo massima attenzione agli atti giudiziari che, interpretati da attori professionisti, sono diventati la traccia del racconto.
In ogni puntata, ricostruzioni e interviste ai protagonisti hanno permesso di ripercorrere e rivivere i contesti nei quali nascono quegli episodi di “nera” che hanno fortemente turbato la coscienza collettiva.
Contesti quasi sempre relazionali, familiari, quotidiani, casi per i quali “Il terzo indizio” è diventato anche promotore di una campagna di sensibilizzazione contro la violenza domestica, in particolare quella sulle donne.
Una mission che appartiene anche alla stessa Barbara De Rossi, impegnata da anni in un lavoro in prima persona per aiutare concretamente vittime di stalking e abusi.