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Nella parte introduttiva, il giornalista ha mostrato, per la prima volta, in tv, un militante dell’Isis che era stato appena arrestato. E’ riuscito a fargli alcune domande. Il tutto è accaduto nel corso di un recente viaggio di Giletti in Iraq che è diventato un vero e proprio reportage del quale il giornalista si è preso tutti gli onori e i meriti.”
E subito dopo, nella seconda parte, ecco un “volo” pindarico spettacolare: dall’Isis Massimo Giletti va a planare, prima sui tre ragazzi del gruppo de Il Volo, poi su Enrico Brignano in promozione cinematografica. Un lungo segmento spettacolare, un promo per Rai1 che, mercoledì prossimo trasmette il concerto dei tre ex tenorini nati artisticamente a Ti lascio una canzone.
Giletti vuol dimostrare di saper cavalcare tutte le tematiche, passando disinvoltamente dall’orrore delle decapitazioni, alla leggerezza della musica e della comicità. Lo fa con la pretesa di volersi accreditare come il miglior giornalista, in grado di conquistare il pubblico televisivo con le sue inchieste, i suoi talk show, le domande scomode, il suo atteggiamento che ama definire “mai prono” dinanzi al potere.
C’è qualcosa di più subdolo in questa prima puntata di L’Arena, un messaggio che il giornalista vuole far arrivare al pubblico in maniera quasi subliminale: Gilet sta costruendo una sorta di saluto, quasi di addio, non si sa se al pubblico di Rai1 oppure alla tv in generale. Ha più volte detto che l’attuale è il suo ultimo anno di conduzione del talk show L’Arena.E non ha ancora specificato con certezza il suo futuro.
La sensazione è che il conduttore oramai creda di far parte dell’Olimpo del giornalismo e della comunicazione. Si cala in “mission impossibile” da far invidia a quelle di Gabriele Cirilli.
Nello studio, come in un’Arena vera, sa bene come stuzzicare, pungolare i suoi ospiti, toccare tutte le corde della nazional- popolarità.
Ma il servizio sull’Isis, a nostro parere, sarebbe stato meglio mostrarlo senza commenti, lasciando al pubblico le considerazioni. Sarebbe stato meglio evitare gli ospiti in studio che hanno enfatizzato le immagini, amplificato ulteriormente il terrore, rischiando, persino, con le loro osservazioni, di aprire, nella mente di probabili terroristi, nuovi obiettivi da colpire. E questa volta nel nostro paese.
La prudenza deve avere la meglio sulla propria professionalità.
Aspettando L’Arena, la recensione
20 Settembre 2015
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