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Uno spot a volte discusso in rete, perché rimanderebbe a scene di violenza domestica. Ed effettivamente, ricalca proprio tante sequenza di film visti e rivisti: una furiosa lite di coppia in cui, mentre ci si rinfacciano colpe, si tirano oggetti usati come armi contundenti. Nell’ordine: caffettiera, teiera, piatti, ciotola, apribottiglia, sottopiatto.
Particolarità dello spot, che della coppia si sentono solo le voci senza che nessuno compaia. Inoltre, per sottolineare la qualità estetica degli oggetti, questi vengono non solo lanciati, ma anche rispediti al mittente. Naturalmente, tutto si svolge al rallentatore.
Un’immagine dello spot
Pochi secondi per questo spot dall’intento chiaramente ironico, ma non completamente riuscito.
Durante il litigio inscenato sembra che i due, a un certo punto, si stiano per riappacificare; invece il tiro degli oggetti prosegue, fino a quando il sottopiatto -come lascia capire la voce maschile- colpisce l’uomo.
Così, quando, al termine sullo schermo campeggia la scritta “Alessi, se non ce li avessi”, il sorriso iniziale lascia presto l’amaro in bocca. Perché si tratta di una realtà che non è distante da quanto raccontano molte cronache di violenza familiare. Poco conta che qui sia la donna ad avere la meglio e che quindi non si possano evocare le atmosfere del “femminicidio”, forse i casi che più hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica negli ultimi tempi.
Non dev’essere un caso la scelta di un litigio come soluzione narrativa. La strategia di marketing richiama chiaramente una scena classica dell’immaginario collettivo, divenuta tale perché veicolata da tv e cinema. Avrebbe avuto lo stesso effetto se, per esempio, gli oggetti volassero grazie all’incantesimo di una fatina o di un misterioso folletto? Probabilmente no, perché in assenza di certi riferimenti, colpirebbe meno l’attenzione dello spettatore.
Un’immagine dello spot
Ecco dunque che, seppur in chiave ironica, la sfilata di oggetti si carica di un retrogusto che può colpire anche negativamente la sensibilità del pubblico. In questo senso gioca molto il finale, in cui si sente lo schianto sul viso dell’uomo, che in teoria costituire l’apice comico dello spot. Se anziché concludersi con il colpo, si fosse chiuso con la riappacificazione dei due, il messaggio avrebbe assunto ben altro spessore. Specie alla luce del claim che, lo ricordiamo, recita “se non ce li avessi”.
Bruttissimo spot: sinceramente, non mi pare che invogli all’acquisto. In un’epoca in cui la violenza in ambito familiare è un fatto assai frequente, mi sembra sciocco e deleterio applicarla in uno spot che definire ironico è da incoscienti.