Il grande presentatore la nota tra il pubblico e il giorno dopo la cerca tra le piazze e le vie del borgo. La trova e le fa la proposta. Tutt’altro che indecente. «Ti piacerebbe far parte della squadra del mio nuovo programma?». Arruolata. Quel nuovo programma si chiama Portobello, un progetto che Tortora aveva a cuore per rientrare in Rai.
«È andata proprio così – ammette Paola Ferrari – Sono stata scelta proprio da Enzo in persona. Avevo 16 anni e quella scelta ha cambiato la mia vita. Lui si è sentito sempre responsabile nei miei confronti. Per me è stato un maestro, un padre. Il mio affetto per lui resta e resterà sempre grande».
«Un vero signore – sottolinea la conduttrice tv – con il quale ho condiviso emozioni molto forti, dettate dall’attesa per il programma, dalle aspettative, dal successo, dalla sua grande voglia di rivalsa. Enzo ci ha sempre tenuto fortemente al suo Portobello, la sua idea vincente».
La Rai ci ha creduto subito?
«Beh, insomma. Le prime puntate andarono in onda a giugno in bianco e nero. Forse pensava fosse un mercatino qualunque. Poi dopo gli ascolti ottimi lo portò a colori e in prima serata».
Com’era Tortora, un padre padrone?
«Macché. Un vero gentiluomo, oltre che un grande maestro. Non ci ha mai detto come vestirci. Io ero la più giovane delle sue collaboratrici. Ho partecipato con grande entusiasmo a quella prima esperienza in tv con un’altra grande: Renée Longarini. Portobello è stato determinante per la mia carriera televisiva. Pensate che ho condotto anche la Domenica Sportiva, la trasmissione portata al successo proprio da Enzo Tortora».
Ora Portobello torna in tv, avrebbe potuto condurlo lei, visto che lo conosce così bene?
«Sono contenta che il programma torni in tv. Ritengo ottima la scelta di Antonella Clerici come conduttrice. È simpatica, coinvolgente, ha complicità con il pubblico. Trasmette gioiosità. È stato giusto affidarlo a una donna, perché un uomo avrebbe sofferto troppo i paragoni con Tortora. Forse l’unico conduttore che avrebbe sopportato il peso è Paolo Bonolis. Comunque non è facile per nessuno recuperare quell’atmosfera e farla rivivere. Sono passati 40 anni. Era il 1977».
Ma lei ci sarà come ospite?
«Non lo so. Non conosco neanche come sia strutturato il programma. So che verranno riproposte le storiche rubriche “Fiori d’arancio”, “Dove sei?”. Comunque non nascondo che se il direttore di Raiuno mi coinvolgesse, magari come testimone di quell’epoca magica, non mi dispiacerebbe affatto. Un po’ come hanno fatto sia Minoli sia Vespa quando hanno messo in onda degli speciali su Portobello e Tortora».