I telespettatori conoscono Farnesi per la sua partecipazione alle quattro edizioni della serie Le tre rose di Eva andate in onda su Canale 5. Per l’attore, Il Paradiso delle Signore daily rappresenta un ritorno in Rai del quale è estremamente soddisfatto.
Ecco l’intervista che ha rilasciato al nostro sito maridacaterini.it.
Quali motivi l’hanno convinta ad accettare il ruolo di Umberto Guarnieri?
«Innanzitutto ho apprezzato lo sforzo produttivo di Rai Fiction che ha costruito una struttura imponente, una vera e propria produzione industriale con oltre 50 attori tra i quali molti giovani provenienti da Centri Sperimentali teatrali».
Qual è la sua opinione sulla serie diventata daily?
«Credo che sia un’operazione il cui obiettivo è di realizzare finalmente una fiction tutta italiana e nel daytime. Il prodotto è a metà strada tra una serie classica ed una soap opera. Ritengo poi che oggi non ci sia alcuna differenza tra il prime time e il daytime. Per la serie, firmata da quattro registi, sono stati allestiti studi davvero imponenti. Inoltre mi ha colpito il desiderio di ottimismo dei tanti giovani attori. Lo sforzo produttivo è altissimo e comprende anche un numero elevato di comparse».
Quale sarà l’evoluzione del suo personaggio?
«Umberto Guarnieri è un personaggio negativo, fascinoso, carismatico con un lato oscuro che mi intrigava. Io ho sempre interpretato personaggi positivi. Calarmi in un uomo che ha una personalità così discutibile, stimolava la mia professionalità. Finalmente adesso non sono più un eroe positivo».
Sotto quali aspetti il periodo storico tra gli anni ‘50 e ‘60 viene analizzato?
«Il Paradiso delle Signore daily racconta la nostra società come era in quell’epoca, piena di ottimismo e di tanta speranza. L’obiettivo degli sceneggiatori è di avvicinare alla soap anche un pubblico più giovane e comunicare loro un messaggio di speranza nel futuro. Le new generation ne hanno bisogno in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo. Sotto tale punto di vista la fiction contiene anche un insegnamento educativo».
«Sarò impegnato in ambedue le puntate del nuovo ciclo. Interpreto un “toscanaccio” un po’ vitellone, un personaggio molto ben delineato che, sono certo, piacerà ai telespettatori. Anche questa è stata una bella esperienza e abbiamo girato prevalentemente all’Isola d’Elba dove è stato ricostruito il BarLume. La struttura, alla fine delle riprese viene smontata è accantonata per future edizioni».
Parliamo adesso de Le tre rose di Eva. La serie si è conclusa o avrà un seguito?
«Penso che quattro stagioni siano già molte per una fiction che ha dato degli ottimi risultati d’ascolto. Inoltre è stato regalato ai tanti fan l’auspicato happy ending con il matrimonio tra Aurora Taviani e Alessandro Monforte».
Lei è anche il proprietario di un ristorante a Pisa. Come mai è diventato un ristoratore?
«Il ristorante è diventato un punto di riferimento: lavorano con me 16 ragazzi ai quali ho offerto un futuro nel settore dell’alimentazione. Ci siamo talmente affermati da aver ricevuto la visita di due chef importantissimi come Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo. Dopo aver assaporato soprattutto ricette toscane ci hanno riempito di complimenti. E per noi è un’enorme gratificazione. Il locale si chiama “Il ristoro del parco” ed ha l’obiettivo di utilizzare prodotti a km 0».
Ci dice una specialità del suo ristorante?
«Abbiamo inventato la pizza con lampredotto che va per la maggiore».
Si è conclusa la sua esperienza con il ballo?
«Io e il ballo siamo diametralmente agli opposti, ma ho partecipato al talent di Milly Carlucci soltanto perché non ho resistito, dopo alcuni anni, alle sue insistenze. Poi in quel periodo ero in onda contemporaneamente nel corso della settimana su Canale 5 con Le tre rose di Eva e su Rai 1 con Ballando. Per un attore era il massimo della promozione».