Abbiamo incontrato Rasile che ci ha raccontato la sua esperienza a Caduta libera.
Come è nata l’idea di partecipare al game show?
«Ci stavamo pensando da parecchio tempo, io e mia figlia. Ogni sera seguivamo il gioco facendo una vera e propria gara in famiglia. Quando abbiamo presentato le nostre candidature, siamo stati contattati io e Federica, mia figlia, ma hanno preso me».
Lei è campione dal primo ottobre. Aveva partecipato già prima?
«Sì, ero stato già concorrente per qualche puntata. Ero stato scelto ma ero caduto molto presto. Il primo ottobre invece ho avuto il mio colpo di fortuna ed eccomi ancora qui a difendere il titolo».
Sappiamo che utilizzerà la somma vinta per un viaggio a New York. Ci spiega meglio i dettagli?
«In effetti già prima di partecipare a Caduta libera avevamo prenotato un albergo a New York per festeggiare i 15 anni di matrimonio. Ma con questa vincita possiamo concederci qualche piccolo lusso in più. Andremo in quattro io, mia moglie, mio figlio Matteo e mia figlia Federica. Sappiamo però che la somma arriverà sei mesi dopo la mia uscita».
Parliamo adesso di lei. Ci racconta chi è Alberto Rasile?
«Ho 54 anni vivo in provincia di Como e lavoro in un’azienda tedesca che si occupa di abbigliamento ma che si trova in Svizzera. Così io ogni mattina per andare al lavoro devo varcare il confine. I miei figli sono Matteo di 22 anni che studia ingegneria a Milano e Federica di 20 anni iscritta alla facoltà di Giurisprudenza».
«In effetti io, che sono molto legato al mio Paese, purtroppo, non posso fare a meno di notare la funzionalità di molti servizi svizzeri rispetto a quelli italiani. Uno per tutti la tenuta delle strade».
Con quale criterio sceglie gli avversari con cui dovrà confrontarsi?
«Io desidero che possano avere la possibilità di giocare tutti coloro che sono presenti sulle botole. Poiché ho vissuto sulla mia pelle l’esperienza di non essere chiamato, voglio che tutti possano giocare almeno una volta, sempre che questo dipenda da me. Nel corso delle fasi di preparazione ho detto a tutti i concorrenti che li avrei chiamati. Non voglio che vadano via in preda all’ansia e alla frustrazione di non essere stati interpellati».
Si aspettava di vincere una cifra così elevata?
«Assolutamente no. Mi ero proposto soltanto di non fare una brutta figura e di portarmi a casa il minimo sindacale di 10.000 euro».
Adesso la gente la conosce e la ferma per strada. Che effetto le fa?
«Sinceramente mi riempiono di complimenti e fanno apprezzamenti molto lusinghieri. Da una parte mi imbarazzo ma dall’altra tutto ciò mi gratifica perché significa che sto trasmettendo un messaggio positivo».
Quale aspetto della notorietà la gratifica maggiormente?
«Si complimentano con me soprattutto per la mia famiglia e per il forte legame che ci unisce. Nelle tante puntate di Caduta libera a cui ho partecipato, sono intervenuti volta per volta mia figlia, mio figlio e anche mia moglie».
Che pensa di Gerry Scotti?
«È un grande professionista, simpatico, dall’atteggiamento familiare che si rivolge a noi concorrenti sempre con spontaneità».
Che può dire ai nostri lettori della botola?
«Non posso dire nulla, solo che l’ho provata nove volte e che le primissime immagini mostrate corrispondono a quanto accade realmente quando la botola si apre sotto i piedi del concorrente.
Che guarda preferibilmente in TV?
«Amo i TG e l’informazione. Sono nauseato dalla politica che evito accuratamente, ma seguo anche spettacoli e film».