Quali caratteristiche l’hanno colpita di Guido Cavalcanti?
Cavalcanti appartiene a una famiglia facoltosa ed è un amico molto stretto di Lorenzo il Magnifico. Ama trascorrere diverso tempo con i suoi coetanei – nella cerchia rientrano pure Poliziano e Botticelli. Lo spettatore respira, quindi, il clima della corte; verso la fine, però, il mio personaggio combatterà al fianco del signore di Firenze che si trova in un momento di difficoltà.
Mi ha colpito molto come determinate dinamiche di amicizia e sostegno reciproco siano rimaste invariate. Questo legame tra passato e presente mi ha aiutato a calarmi in situazioni di secoli fa.
Quali aspetti recupererebbe oggi, della cultura umanistica ai tempi di Lorenzo il Magnifico?
Sicuramente la capacità di Lorenzo il Magnifico di migliorare la sua città attraverso l’arte e la cultura. Elementi che, mai come oggi, rappresentano un mezzo di riscatto per tutti.
La ritroveremo nelle terza stagione de I Medici attualmente in fase di riprese?
No perché la vita del mio personaggio si esaurisce nell’arco temporale affrontato in questa seconda.
Come mai ha deciso di concludere il corso di studi in medicina per intraprendere una professione completamente diversa? Le è servita quella formazione?
È stata una richiesta dei miei genitori, entrambi medici, quando comunicai loro, a diciannove anni, che mi sarei trasferito a Roma per intraprendere la carriera di l’attore. Mi domandarono di frequentare l’università ed ero convinto che mai avrei portato a termine gli studi. Tra un impegno e l’altro ho incontrato una docente di psichiatria con cui ho realizzato una tesi sulla schizofrenia nella storia del cinema. Oggi, nel mio lavoro, mi trovo in situazioni per la cui risoluzione mi avvalgo delle nozioni acquisite nel corso di quegli anni, soprattutto nozioni di psichiatria. Senza dubbio non ho mai aspirato ad esercitare la professione di medico.
Perchè ha deciso di studiare all’estero?
Desideravo constatare come questo lavoro venisse gestito oltre i nostri confini nazionali. Ho studiato un’estate a Londra (presso la Guildhall School of Music and Drama). Ne ‘I Medici’ metà cast era italiano e metà inglese così come i due registi – uno era americano, l’altro italiano – e ho avuto conferma che le differenze sono minori rispetto a quanto si possa immaginare. Al contempo, però, sono contento di aver realizzato il mio percorso in Italia.
Sul piano teatrale ha avuto modo di rapportarsi con registi differenti tra loro, da Luca De Bei a Romeo Castellucci…
Sì, sono state esperienze diverse, con Castellucci si affronta un tipo di teatro totalmente libero, quasi senza testo; con De Bei bisogna relazionarsi con una storia e il percorso del personaggio è ben delineato. È essenziale trovare la propria dimensione come attore per mettersi poi alla prova nei più differenti ruoli.
È al secondo lavoro con Liv Ferracchiati, secondo lei si può ancora fare gruppo in un mondo tendenzialmente competitivo?
Assolutamente sì, anzi si deve, è una condizione imprescindibile per ottenere un risultato. In questo nuovo progetto con Liv, sono presenti quattro interpreti, tra cui me. Tutti abbiamo già lavorato insieme nel precedente (‘Todi is a small town in the center of Italy’, nda). Collaborare con Liv è un’occasione di crescita professionale e umana. Con ‘Commedia con Schianto’ debutteremo ufficialmente nell’aprile 2019 al Teatro Morlacchi di Perugia.
Lei ha partecipato a fiction di successo tra cui ‘Don Matteo’ e ‘Francesco’. Come crede si sia evoluta la serialità?
Sono ottimista perché credo che la serialità abbia migliorato molto il proprio standard. Seguo i prodotti di Netflix, AmazonPrime e Sky, ma anche quelli di Rai e Mediaset. Mi piace, tra l’altro,seguire i miei amici e colleghi.
Che tipo di spettatore è?
Ultimamente – rimanendo sulle serie italiane – ho apprezzato ‘Il Miracolo’, ‘Suburra’ e sono un fan sin dall’inizio di ‘Gomorra’. Il moltiplicarsi delle piattaforme stimola la concorrenza e il desiderio di migliorarsi. E crea maggiori occasioni di lavoro grazie a co-produzioni con l’estero.
Cosa può dirci della webserie diretta da Veronica Pivetti, ‘Bleah!’?
Non sappiamo ancora la data esatta della messa online. A mio parere è molto divertente in quanto si tratta di una parodia di quanto accade nello studio ovale americano. Paolo Conticini interpreta il presidente vagamente ispirato a Trump, Veronica veste i panni della sua assistente e io sono il suo, un nerd, il classico esperto di tecnologia.