Il titolo della puntata è “Come figli miei“. Tutti gli altri appuntamenti sono previsti in access prime time a partire da domenica 18 novembre alle 20:30.
Abbiamo incontrato Domenico Iannacone che ci svela in anteprima i contenuti di tutte le sette puntate previste.
Cominciamo dallo speciale di questa sera con cui porta la scuola in prime time…
«Lo speciale è il racconto di un istituto professionale del Parco Verde a Caivano in provincia di Napoli. Qui la scuola ha un’altissima dispersione, per cui la preside ed un gruppo di insegnanti vanno nelle strade e nelle piazze dello spaccio a chiamare e cercare di riportare a scuola i propri alunni. Un vero e proprio atto di eroismo che pone la scuola come unico avamposto di legalità. Questa sera i telespettatori ad esempio conosceranno Concetta, una adolescente che ha avuto il coraggio di denunciare il padre perché picchiava sia lei che la madre. La ragazza va benissimo a scuola ed ha deciso di diventare ingegnere».
Com’è nata l’idea di questo speciale?
«L’argomento era troppo delicato ed avevo bisogno di più tempo per raccontarlo. Mostreremo come i ragazzi stessi stanno cercando di tutto per resistere alle lusinghe dei facili soldi. Dopo che abbiamo registrato la puntata molti mi hanno scritto assicurandomi che non avrebbero mollato e si sarebbero impegnati per continuare i propri studi ed avviarsi sulla strada della legalità».
Ci parla di qualche caso in particolare?
«Innanzitutto desidero sottolineare che per tutte le puntate abbiamo applicato la realtà partecipante. Significa che ognuno di noi è stato coinvolto in prima persona in quello che accadeva. Ad esempio Ciro è un ragazzo borderline che è stato fermato dai Carabinieri con una quantità di droga. Ha cercato in tutti i modi di resistere alle piazze dello spaccio e mi ha detto chiaramente “sto tentando in tutti i modi di non ricadere nel tunnel, ma non so per quanto tempo”».
Le altre puntate si basano sempre sugli stessi temi?
«Avranno al centro i cosiddetti diritti costituzionali, ovvero il diritto all’istruzione, al lavoro e all’ambiente, alla salute, a possedere una casa. Arriveremo anche a tutti i diritti negati nelle periferie».
«Sì. Sarà dedicata alla periferia romana ed avrà una durata di 100 minuti suddivisa in due parti. Saremo nel quartiere La Rustica con Mirko Frenza un giovane che ha già scontato 10 anni di carcere ed è diventato il responsabile di un comitato che aiuta gli abitanti della zona. Mirko è diventato attore, ha lavorato nel film di Garrone “Dogman”. Alla mia domanda: “Come sei riuscito a cambiare vita?” mi ha risposto – “l’ho fatto per mia moglie”. Questa è la prima parte e avrà per titolo “La fine del mondo capitolo 1”».
La seconda invece su quali argomenti verte?
«Andremo nel carcere di Volterra con il regista Armando Punzo che ha fatto la scelta di rinchiudersi nell’istituto carcerario e di lavorare con i detenuti per la realizzazione di spettacoli teatrali. Ad esempio mostreremo alcune scene della piéce “Beatitudo” di Jorge Luis Borges. Faremo inoltre un viaggio nella sanità della Calabria ed uno che affronta i problemi della casa».