Profondo conoscitore degli ambienti di viale Mazzini, nel team degli ideatori di Unomattina, Balduini ha scritto programmi di grande valore istituzionale come Fratelli d’Italia – galà per la festa della Repubblica e lo speciale per celebrare i 50 anni della Rai. Adesso è diventato anche scrittore. La sua prima fatica letteraria si chiama “Ti ho dato i miei anni migliori – diario minimo di sopravvivenza” edito da Aliberti compagnia editoriale dal 28 luglio nelle librerie. Abbiamo incontrato Ivano Balduini che ci ha parlato a tutto campo di come sia mutata l’azienda di viale Mazzini nel corso degli anni nei quali lui vi ha collaborato. E ha spiegato le motivazioni alla base della pubblicazione di un libro sulla Rai. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Attraverso questo testo lei farà delle rivelazioni sugli ambienti e sulle dinamiche dell’azienda pubblica?
Assolutamente no. Questo libro è il racconto di un ambiente che solo per caso è quello della Rai perché io vi ho lavorato, ma quanto succede potrebbe avvenire anche in qualsiasi altro settore professionale. Io voglio mettere in evidenza la precarietà umana e psicologica del mio personaggio.
Ivano Balduini
Ce lo racconti allora questo protagonista.
Lui è un eroe – antieroe che vive giorno dopo giorno inseguendo, in una redazione Rai, un contratto di lavoro che tarda troppo ad arrivare. Attraverso questo personaggio punto i riflettori su tutti quelli che cercano di mettere a frutto una propria passione, soprattutto negli ambienti Rai, ma devono scontrarsi con un meccanismo televisivo che è un vero e proprio tritatutto. Voglio cioè mostrare che troppo spesso non è il più bravo ad emergere. E soprattutto io non faccio nessun moralismo perché di quanto succede al mio antieroe, la colpa è da addebitarsi soltanto a lui.
Come mai il suo personaggio non ha un nome?
È una mia scelta. Tutti hanno una propria identità ma lui no, anche perché il libro è una sorta di diario del protagonista che spesso riesce anche ad autocommiserarsi. Ma dura poco. Infatti ad un certo punto interviene una sorta di voce interiore che lo richiama alla realtà. Il mio eroe – antieroe insomma non reagisce o se reagisce lo fa in una maniera particolare anche nei suoi rapporti personali. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Le però racconta molte dinamiche Rai facendo anche nomi di dirigenti che naturalmente sono finti. Anche questa una scelta?
Sì, i nomi sono finti ma i personaggi fanno parte del mondo in cui sono inseriti e chi conosce bene la Rai potrebbe individuarli, anche perché si sono susseguiti nel tempo funzionari e dirigenti differenti ma tutti con le medesime caratteristiche.
Nel suo libro ci sono anche molti personaggi femminili.
Per loro ho avuto particolare cura nel descriverli. Certo ci sono varie tipologie di donne ma non tutte sono come il pubblico potrebbe immaginare, e cioè disposte a qualsiasi cosa pur di emergere. Oggi la tv è molto al femminile e, per fortuna, ci sono professionalità di grande rilievo. Nel libro non esprimo nessun giudizio e non ho alcun atteggiamento misogino.
E tutte le leggende metropolitane che girano intorno alla Rai?
Non le ho nascoste, ma ripeto, seguo il protagonista nel suo percorso perché questo non è un istant book di rivelazioni. La realtà è su un altro piano. Io, attraverso il mio antieroe, voglio dimostrare che troppo spesso la cultura e la preparazione si scontrano con la viltà, la vigliaccheria e la piccolezza del nostro mondo.
Vuole dunque dimostrare al lettore quanto sia difficile sopravvivere in un mondo, come quello da lei descritto, mantenendo la propria drittura morale?
É assolutamente così. Inoltre io con questa pubblicazione ho come chiuso un conto col mio passato. Da 20 anni prendevo appunti su quello che vedevo intorno a me e adesso finalmente sono giunto alla conclusione di tanti anni di osservazioni.
Che cosa si aspetta da questo libro?
Mi auguro che rappresenti una sorta di riscatto per tutte quelle persone che lavorano in ambienti difficili e non riescono ad emergere pur avendo tutte le capacità.
Lei ha collaborato per tanti anni in Rai. Quanto è cambiata l’azienda?
È mutata davvero tanto. Il mio eroe – antieroe ne è una rappresentazione.
Lei è stato autore anche dello speciale “Una voce per Padre Pio”. Progetti futuri?
E’ in cantiere un programma in prima serata con protagonista il pianista, compositore e direttore d’orchestra Ezio Bosso. Dovrebbero essere tre puntate, una sorta di one man show musicale nel quale Bosso incontrerà amici e colleghi provenienti da settori musicali differenti dal suo. La messa in onda è prevista verso la fine del 2016.
È vero che pensa anche ad una sit-com?
Sì, ambientata sempre nel mondo televisivo. La sitcom è un genere che la Rai non è stata bravissima a gestire e se l’è fatto scippare da altre emittenti. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Lei è stato anche autore de “La vita in diretta”. Come considera questo eccesso di cronaca nera in Tv?
Ai miei tempi ho cercato di limitarla al massimo. Purtroppo oggi il problema è che quando i conti non tornano, e cioè gli ascolti calano, si ricorre sempre un tale genere. Bisognerebbe avere la fermezza di trovare argomenti differenti che possano interessare il pubblico. La platea televisiva va educata, non sempre assecondata.
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