Indice dei contenuti
- 1 Qual è stato il primo libro della sua infanzia?
- 2 Ha avuto dei libri guida per la sua adolescenza?
- 3 Il lavoro ha influito nella scelta delle sue letture?
- 4 Ha mai letto i libri soltanto perché sono di moda?
- 5 Il suo rapporto con i grandi classici?
- 6 Ci descrive la sua libreria?
- 7 Che ha letto di Dostoevskij?
- 8 La conduzione del Premio Strega 2016 ha influito in qualche modo sul suo rapporto con i libri?
- 9 L’ultimo libro che ha letto?
Abbiamo incontrato Strabioli che ci ha raccontato il suo rapporto con i libri e la letteratura.
Qual è stato il primo libro della sua infanzia?
Ho un fratello più grande di sei anni ed il mio primo impatto con i libri è stata la mastodontica enciclopedia che avevamo in casa e che lui utilizzava per i suoi studi. Mi incuriosivano quei tomi giganteschi che hanno rappresentato il mio primo rapporto con i libri al di fuori di quelli scolastici. Non ricordo però di aver avuto una maestra in grado di indirizzarmi verso un libro preciso. Poi sono cresciuto.
Ha avuto dei libri guida per la sua adolescenza?
Due mi hanno incuriosito e provocato in me un vero e proprio scossone. Si tratta di “Porci con le ali” e “Madame Bovary”. Testi che mi hanno turbato per le tematiche molto forti affrontate, ma legati ambedue alla seduzione ed al rapporto con l’erotismo. In particolare “Porci con le ali” non l’ho più riletto. “Madame Bovary” invece l’ho ripreso ben tre volte, affascinato dalla grande scrittura e dalla capacità infinita di Flaubert di penetrare nell’animo umano.
Il lavoro ha influito nella scelta delle sue letture?
Ho letto sempre per passione, ma la mia passione per il lavoro mi ha aiutato ad indirizzarmi verso specifiche letture. Proprio perché sono un regista ed un attore era naturale che leggessi Shakespeare e Pirandello ed impararsi a memoria intere pagine di letteratura. Non solo, ma vengo spronato da vari stimoli esterni. Ad esempio se vedo i fratelli Karamazov in Tv mi viene spontaneo andare a cercare il libro e di leggerlo. La mia è, in questo senso, una lettura indotta e suggerita dal lavoro, un lavoro che amo perché mi fa leggere.
Ha mai letto i libri soltanto perché sono di moda?
Assolutamente no. Odio questo genere di lettura, forzato ed un po’ snob, lo rifiuto categoricamente..
Il suo rapporto con i grandi classici?
“L’Ulisse” di Joyce e la “Recherche” di Proust li ho letti ma non per intero. Molte parti ho dovuto studiarle perché il lavoro lo richiedeva. Ho ammirato ad esempio Piera degli Esposti che, in una rappresentazione teatrale, ha interpretato l’ultima parte de L’Ulisse di Joyce dedicata a Molly. In futuro spero di riprendere anche la Recherche di Proust perché so che le pagine sono piene di suggestioni e sempre attuali. Ricordo a questo proposito che Paolo Poli spesso mi diceva di aver letto per ben due volte “Alla ricerca del tempo perduto”.
Ci descrive la sua libreria?
Ne ho due, una ad Orvieto, la casa dove sono cresciuto ed una a Roma. Confesso che sono molto disordinate, i libri non sono divisi per autori o per periodi ma io ho una grande memoria e so sempre con precisione dove si trovano e come trovarli. Certo c’è una grande prevalenza di libri dedicati al teatro e chi viene a trovarmi può trovare Shakespeare accanto a Dostoevskij.
Che ha letto di Dostoevskij?
Quasi tutto, ma “I demoni” in particolare lo trovo un libro bellissimo che riapro sempre appena posso.
Il suo rapporto con la poesia?
È molto intenso. Attualmente sto leggendo l’ultimo libro di Sandro Penna. Ma amo anche le biografie e Pier Paolo Pasolini. Mi piace, inoltre, scegliere i libri per regalarli agli amici e la ricerca è sempre suggerita dalla personalità di chi lo riceve.
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La conduzione del Premio Strega 2016 ha influito in qualche modo sul suo rapporto con i libri?
Sì, mi ha spinto ad avvicinarmi a testi che quasi sicuramente non avrei mai letto se non avessi gestito l’evento. In particolare ho apprezzato Albinati del quale avevo letto un suo libretto dal titolo “Il 19”, il numero si riferiva al tram che lui prendeva per spostarsi nella sua città, Roma.
L’ultimo libro che ha letto?
È quello di Franca Valeri sulla vecchiaia: “La vacanza dei superstiti (e la chiamavano vecchiaia)”.
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