Indice dei contenuti
- 1 Cominciamo con i primi libri. Quali sono stati i suoi testi preferiti quando era bambino?
- 2 Su quali libri ha studiato?
- 3 Crescendo i suoi gusti saranno cambiati?
- 4 La sua attività di fotografo ha influito sulle sue letture?
- 5 Ci fa qualche esempio?
- 6 A che cosa attribuisce tutto questo?
- 7 Come è riuscito a crearsi una cultura letteraria?
- 8 Lei ha pubblicato anche molti libri di foto. Che ricorda maggiormente della sua attività di fotografo?
Abbiamo incontrato Rino Barillari che ci ha parlato del suo rapporto con i libri e con la letteratura. Un rapporto come vedremo molto particolare per quanto riguarda la nostra più recente storia. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Cominciamo con i primi libri. Quali sono stati i suoi testi preferiti quando era bambino?
Da ragazzo sono stato subito affascinato dal libro “Cuore” di Edoardo de Amicis e dal “Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry.
Su quali libri ha studiato?
Gli anni in cui ho frequentato le scuole elementari erano caratterizzati da libri che ancora risentivano delle influenze mussoliniane. Ricordo di quel periodo i miei coetanei, giovani e ragazzi senza sorrisi. Ma nelle scuole non avevamo altri testi. Sotto questo punto di vista, gli anni 50 mi sono sempre apparsi come uno dei periodi più bui dal punto di vista dell’educazione culturale scolastica. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Crescendo i suoi gusti saranno cambiati?
Certamente con la maturità ho cominciato ad apprezzare gli scrittori dell’America Latina, in particolare preferivo Jorge Amado di cui ho letto praticamente quasi tutti i libri ma in particolare sono rimasto colpito da “Dona Flor e i suoi due mariti” e “Gabriella, garofano e cannella”. Mi è piaciuto anche il primo romanzo “Il paese del Carnevale” con cui Amado ha iniziato la sua carriera di scrittore. Da alcuni libri di Amado sono stati tratti anche alcuni film ma non avevano il medesimo spessore delle pagine scritte.
La sua attività di fotografo ha influito sulle sue letture?
Certamente ed in maniera determinante. In tutta la mia carriera sono stato testimone oculare di moltissimi fatti di cronaca che sono entrati a far parte della storia del nostro paese. Su molti di questi avvenimenti sono stati anche scritti dei libri anche di notevole successo. Ma la sorpresa che mi ha puntualmente colto leggendoli, è la discrepanza tra quanto avevo visto e vissuto personalmente con la versione raccontata nel testo. Medesima considerazione faccio anche per i film ispirati alla nostra storia più recente. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Ci fa qualche esempio?
Io ho seguito il caso Moro fase dopo fase. I fatti della Magliana non hanno avuto per me alcun segreto, li ho visti, fotografati, seguiti, salvo poi ritrovarmi nei libri, in cui sono state raccontate queste vicende, versioni completamente differenti.
A che cosa attribuisce tutto questo?
La risposta più semplice sarebbe che non sempre coloro che scrivono su determinati avvenimenti li hanno vissuti in prima persona. Spesso gli scrittori sono nati dopo i fatti che raccontano e li hanno quindi ascoltati attraverso un filtro che ha deformato la realtà. Io ho parlato con molti esperti che hanno svolto indagini su fatti raccontati poi nei libri da scrittori anche noti. Ed ho notato una grande differenza tra la versione scritta e quella che, invece, risultava a me personalmente. {module Pubblicità dentro articolo}
Come è riuscito a crearsi una cultura letteraria?
La mia scuola è stata la strada, sono stato plasmato da tutto quello che ho visto e vissuto da quando avevo 14 anni e sono venuto a Roma per la prima volta.
Lei ha pubblicato anche molti libri di foto. Che ricorda maggiormente della sua attività di fotografo?
La verità? Quando sono stato nominato docente honoris causa in fotografia presso la Xi’an International University.
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