Quando ha scoperto la sua vocazione per la comicità?
È stato sempre un mio desiderio. Quando ero bambino mi piaceva raccontare e vedere gli altri ridere. Così finita la scuola superiore, ho iniziato nei villaggi turistici come animatore, il modo più semplice per scoprire il palco e stare tra la gente. Dopo sette anni ho capito che quella era la mia strada, mi sono fermato ed ho ripreso a studiare. Ho frequentato l’Accademia del Comico e il Teatro Arsenale ma ho sempre studiato empiricamente sul palco con serate e laboratori.
I telespettatori la conoscono come il Pigro di Colorado, ma come ha iniziato?
All’inizio lavoravo nelle televisioni locali della Lombardia. Interpretavo un vecchietto polemico ma non avevo sempre la possibilità di trasformarmi, quindi ho pensato ad un personaggio che potesse fare le cose lentamente come un anziano e un po’ alla volta mi sono orientato su un pigro.
Chi è davvero il suo Pigro?
Con Pigro cerco di raccontare il mondo dei giovani che spesso sono viziati o rimangono a casa con mamma e papà fino a 30 anni. Osservo e prendo spunto dalla realtà. La pigrizia è catalogata tra i sette peccati capitali quindi appartiene all’uomo da sempre, la mia idea è di rappresentarla come un disagio sociale.
A Made in Sud esiste un personaggio simile, Pigroman portato in scena da Mariano Bruno…
Quando mi sono accorto della presenza di un comico che interpretava il mio stesso personaggio, dopo la seconda volta non l’ho più guardato. Mi avrebbe fatto male, è come se mi avessero rapito un figlio. Allora mi sono fatto una risata e sono andato avanti per la mia strada.
Si è mai confrontato con Mariano Bruno?
Ho provato a contattarlo per fargli presente che io stavo già facendo il personaggio del Pigro e quindi potevamo metterci d’accordo per evitare sovrapposizioni. Lui, però non volle parlarmi anzi disse di non conoscermi e di non avermi mai visto.
Tra i due personaggi però ci sono molte somiglianze, dal modo di parlare agli atteggiamenti…
Posso assicurare che il modo di parlare, la postura, i tormentoni presentati dal mio Pigro a Colorado, erano presenti già in passato. Il Pigro l’ho portato per la prima volta a Metropolis nel 2013 e ho vinto il Premio Alberto Sordi nel 2016, il Festival delle Arti a Bologna, sono arrivato secondo su 500 comici a Eccezionale Veramente. Addirittura, lo scorso anno, ho presentato uno show in Calabria e il 99% del pubblico era di Napoli, ma nessuno mi ha paragonato a lui, questa è la mia vittoria.
Che rappresenta per lei Colorado?
È una vetrina dove riesco a mostrare qualcosa di me e a mettere in risalto il mio nome. Poi sono il palco, il teatro, la strada e i locali, i luoghi dove realmente il pubblico impara a conoscere un comico.
I pochi minuti che ha a disposizione in televisione non rischiano di appiattire il suo lavoro?
Certo i tempi televisivi non aiutano per rendere intellegibile la profondità e l’efficacia della battute.
Chi sono i migliori comici, a suo parere?
Massimo Troisi, Totò, Edoardo De Filippo, Vincenzo Salemme. Io amo il teatro e la comicità napoletana. Per me questi artisti sono dei miti
Un milanese fa ridere a Napoli?
Non è facile, c’è un altro tipo di comicità e percezione dell’umorismo. Conosco comici di Zelig affermati che quando arrivano al Sud fanno fatica.
Perché la gente ride?
La comicità nasce sempre dalla quotidianità. Le faccio un esempio: la posta è un luogo dove le lungaggini sono all’ordine del giorno. Ma per il Pigro diventa invece un centro benessere. Il pubblico allora ride perché c’è un’inversione totale. La pigrizia appartiene a tutti, gli spettatori si ritrovano in certe situazioni, diventano protagonisti e gradiscono il mio personaggio estremamente caricato.
Qual è la sua fonte di ispirazione per i testi?
Prendo spunti dal mio essere padre e marito.
Ad esempio?
C’è una battuta di cui vado molto fiero: Quando mia moglie era incinta, evitavo di avere rapporti perché temevo di fare male a mio figlio. Quando lei me ne chiese perentoriamente la ragione, timidamente le spiegai: “non prendermi in giro, io ho paura che il bambino mi senta”. E le pronta: “Amore, ma se non ti sento neanche io”. Più esalto le mie sfighe, più la gente ride.
Che progetti ha per il futuro?
Oltre a Colorado sto portando in giro uno spettacolo dal titolo: “Non solo Pigro”, dove si parla di benessere e di tutto quello a cui dovremmo imparare a dare importanza: riflessione seria ma portata avanti con leggerezza. E da novembre dovrei essere a Milano con il “Manzoni Derby Cabaret”, un Talent Show presentato da Maurizio Colombi e Luisa Corna.