Indice dei contenuti
- 1 Cominciamo con i libri della sua infanzia. Quali sono stati i titoli più amati?
- 2 Ci sono libri che ha ripreso nel corso degli anni?
- 3 Un libro che farebbe leggere anche a suo figlio Matteo?
- 4 Quali sono gli autori fiorentini che ama di più?
- 5 Quali aspetti preferisce della storia di Firenze?
- 6 Il libro che ha sul comodino?
- 7 Come è organizzata la sua libreria?
- 8 Ma anche lei ha scritto dei libri.
- 9 Che rapporto ha avuto con i classici scolastici?
Nella nostra intervista il conduttore e direttore artistico anche di Sanremo 2017 racconta il suo rapporto con i libri e ci svela i testi che hanno influito sulla sua crescita personale e artistica. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Cominciamo con i libri della sua infanzia. Quali sono stati i titoli più amati?
Mi sono affezionato subito a “Infanzia e giovinezza” di Albert Schweitzer ed a “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” di Jonasson Jonas : questo testo mi ha talmente appassionato da finirlo, nonostante l’enorme numero di pagine, in poco più di una settimana. In effetti da ragazzo ho amato molto le avventure rocambolesche. Poi con il tempo e gli impegni dovuti alla mia professione la disponibilità di leggere è andata un po’ scemando, ma è sempre stata presente nella mia vita.
Ci sono libri che ha ripreso nel corso degli anni?
Sì tra questi “Il gabbiano” di Richard Bach. Un libro che ho letto nel corso delle varie epoche della mia vita trovandovi sempre una chiave di lettura differente e scoprendo riflessioni che soltanto gli anni della maturità possono suggerire. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Un libro che farebbe leggere anche a suo figlio Matteo?
Sicuramente, appena avrà la possibilità di farlo, sarà proprio Il gabbiano uno dei primi testi che gli suggerirò. Matteo ha solo due anni e mezzo ma già cerco di trasmettergli l’amore per la “fiorentinità” nei vari settori della letteratura e dell’arte. Ad esempio amo portarlo in giro per Firenze alla scoperta dell’enorme patrimonio culturale che la città custodisce e spiegargli con parole semplici l’importanza di momumenti e architetture.
Quali sono gli autori fiorentini che ama di più?
Decisamente Aldo Palazzeschi (pseudonimo di Aldo Pietro Vincenzo Giurlani, ndr), uno dei padri delle avanguardie storiche. Ma leggo anche moltissimi libri che parlano di Firenze e della sua gloriosa storia. Ad esempio ho seguito con molta attenzione le ultime pubblicazioni sulla famiglia dei Medici alla quale Rai1 ha dedicato la serie omonima. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Quali aspetti preferisce della storia di Firenze?
Mi interessano libri sulle tradizioni, sulle usanze e sui modi di dire. Testi che porto sempre con me e che acquisto in dimensione ridotta così sono più facili da trasportare e soprattutto da leggere nei momenti di pausa.
Il libro che ha sul comodino?
Il Vangelo. Da piccolo era per me un’abitudine leggerne alcune pagine ogni sera. Poi il tempo a disposizione si è assottigliato con l’aumentare degli impegni. E quando ho svelato questa difficoltà al mio giovane amico sacerdote don Davide Banzato ho avuto la sorpresa di vedermi inviare ogni mattina, tramite sms, un breve brano del Vangelo. E’ un dono che ho gradito moltissimo. Il Vangelo è un esempio di vita, un faro da seguire. Però naturalmente bisogna crederci. {module Pubblicità dentro articolo}
Come è organizzata la sua libreria?
In effetti io ho due case, una a Firenze e una a Roma. A Firenze conservo più libri, considero questa la biblioteca classica nella quale ci sono anche molti testi ancora non letti ma che non dispero di inizare a un giorno. E tra questi, gli scritti fondamentali di Friedrich Nietzsche.
Ma anche lei ha scritto dei libri.
Sì anch’io mi sono cimentato con la scrittura. Oltre “Noi che” e “Cosa resterà dei migliori anni” mi sono tuffato nel racconto dei miei primi 18 mesi da “babbo”. È il racconto della mia esperienza con mio figlio Matteo in una pubblicazione che si chiama appunto “Si dice babbo”.Ho voluto farlo perché io non ho conosciuto mio padre morto quando avevo solo 18 mesi. Sto inventandomi questo ruolo genitoriale vivendolo giorno dopo giorno senza alcun riferimento ma spinto soltanto dall’amore e dal cuore. Invece i primi due libri sono legati alla trasmissione di successo da me condotta “I migliori anni”.
Che rapporto ha avuto con i classici scolastici?
Non ho mai sopportato “I Promessi Sposi” ma ho avuto un amore sviscerato per Giovanni Verga. Sapevo e so ancora tutto sui Malavoglia.