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Un racconto ironico e volutamente eccessivo nel quale c’è, per la prima volta nel ruolo di attore, Gabriele Rubini, classe 1983, (ex rugbista) che da anni ama stupirci con il suo personaggio da lui definito una versione estrema di sè stesso.
Con i suoi tatuaggi, i suoi baffi ad uncino e il suo dialetto romanesco, Chef Rubio vuole essere una figura di provocazione, una risposta ad una cucina raccontata in televisione come arte irraggiungibile e di cui invece lui vuole recuperare l’anima più antica, quella di nutrimento e, secondariamente, di emozione.
Con i suoi viaggi attraverso l’Italia (Rubini rifiuta anche solo l’idea di stanziarsi in un ristorante), il cuoco di Frascati ha cercato di colmare il divario tra l’alta cucina e il popolo, rivalutando lo street food. E non uno street food qualunque, ma quello originale e quasi dimenticato, nascosto nelle periferie e nei paesi, dov’è possibile scoprire piatti e ricette tra le più improbabili.
Sono proprio questi piatti bizzarri e anticonvenzionali i protagonisti del libro “Le Ricette di Unti e Bisunti” edito da Rizzoli, che ripercorre le tre stagioni della trasmissione di DMAX attraverso una selezione di cento ricette, tra cui il celebre polpo secco “che si ciuccia come le coppiette” o la trippa di rana pescatrice. Tutte tradizioni locali che Rubini, insieme con la redazione del suo programma, è riuscito a stanare in questi anni e che ora sono a disposizione di tutti.
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Su un’eventuale nuova stagione di Unti e Bisunti, Chef Rubio non si sbilancia e invita a guardare il film, del quale abbiamo visto in anteprima il trailer.
Nel video, lo Chef più anticonformista della tv ha risposto alcune domande sulle sue ricette e sulla sua performance da attore.
Ecco il trailer del film