Indice dei contenuti
- 1 {module Pubblicità dentro articolo 2}
- 2 Lei ha interpretato molte fiction, ma guarda la tv e quali programmi preferisce?
- 3 “Innanzitutto seguo le serialità televisive, anche per rendermi conto di cosa c’è in giro. Visto che ho partecipato a diverse fiction, guardo quelle a cui non ho partecipato, anche per curiosità. Poi seguo i programmi di approfondimento e il calcio”.
- 4 Facciamo un salto indietro: in tanti la ricordano nel ruolo di Michele Raggi nella soap Centovetrine. Che ricordi ha di quel periodo a Torino?
- 5 A quali motivi attribuisce il gradimento che ha sul piccolo schermo? Per i ruoli che interpreta?
- 6 Che rapporto ha con i social network?
- 7 Visto che adesso vanno tanto di moda, parteciperebbe ad un reality show?
- 8 Quali sono i suoi hobby quando non lavora?
- 9 Attualmente è in scena al Teatro Sette di Roma con il suo spettacolo, Come tre aringhe. Ce ne parla?
- 10 Ma queste tre aringhe del titolo rappresentano una metafora?
- 11 Ci sono delle affinità, punti di contatto con il personaggio di Mariano che interpreta?
- 12 Spesso le capita di andare in tournée per i suoi spettacoli teatrali. Cosa non deve mai mancare assolutamente nella sua valigia?
- 13 Ha ancora il classico sogno nel cassetto?
- 14 Domanda classica: progetti futuri?
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Lei ha interpretato molte fiction, ma guarda la tv e quali programmi preferisce?
“Innanzitutto seguo le serialità televisive, anche per rendermi conto di cosa c’è in giro. Visto che ho partecipato a diverse fiction, guardo quelle a cui non ho partecipato, anche per curiosità. Poi seguo i programmi di approfondimento e il calcio”.
Facciamo un salto indietro: in tanti la ricordano nel ruolo di Michele Raggi nella soap Centovetrine. Che ricordi ha di quel periodo a Torino?
“Fantastico! Bellissimi ricordi perché è stata l’esperienza che mi ha introdotto nel circuito televisivo e che mi ha dato una popolarità a livello nazionale. Era la prima volta che mi allontanavo da casa per così tanto tempo, ma con i colleghi mi sono trovato benissimo”.
A quali motivi attribuisce il gradimento che ha sul piccolo schermo? Per i ruoli che interpreta?
“Fino ad oggi ho avuto la fortuna di interpretare dei ruoli che sono riusciti ad entrare nel cuore dei telespettatori. Ho sempre fatto l’antagonista, ma sono sempre stati dei personaggi molto intensi, molto tormentati. C’è anche del mio, ma forse la sommatoria di questi due aspetti hanno fatto lievitare il gradimento”.
“Un rapporto ottimo. I social mi danno la possibilità di parlare con tutti, di scambiare pareri, di ringraziare per i complimenti e stabilire un contatto con le persone che mi seguono. Chi mi segue lo sa, scrivo spesso, pubblico foto, rispondo a tutti coloro che mi scrivono anche con un certa frequenza”.
Visto che adesso vanno tanto di moda, parteciperebbe ad un reality show?
“Non rientra attualmente nei miei progetti. Ma nella vita non si può mai dire, mai dire mai”.
Quali sono i suoi hobby quando non lavora?
“Sono uno sportivo. Quando non recito e non scrivo pratico tutti gli sport possibili, dal calcio al running, alla boxe, al canottaggio. Lo sport mi appassiona e anche il benessere fisico”.
Attualmente è in scena al Teatro Sette di Roma con il suo spettacolo, Come tre aringhe. Ce ne parla?
“E’ una commedia sull’incontro di tre persone diverse fra loro, che in un delfinario fanno la notte per controllare un delfino bianco, rarissimo. Sono tre metronotte: Giorgio (Marco Fiorini) è al suo primo giorno di lavoro; sembra essere felice, ma in realtà si è costruito una felicità del tutto artefatta e difacciata. Nico (Mimmo Ruggiero) è un uomo deluso dalla vita, appassionato di motori ed è costretto a lavorare per la famiglia. Non si parla con la moglie da dieci anni ed ha una figlia di diciassette anni incinta. Poi ci sono io, Mariano, un capo reparto scontroso, solitario, arrabbiato con il mondo, che detesta tutto e tutti”.
Ma queste tre aringhe del titolo rappresentano una metafora?
“Ovviamente sì. Se il delfino bianco da sorvegliare rappresenta la metafora dell’eccezionalità, un predatore e si ciba di aringhe, le prede, i tre uomini, devono scoprire in quella notte se vogliono restare prede, come sono sempre state, o fare il salto di qualità e diventare predatori, nel senso di non farsi più schiavizzare, soggiogare da altre persone”.
Ci sono delle affinità, punti di contatto con il personaggio di Mariano che interpreta?
“Indubbiamente da autore ci sono sempre dei punti di contatto con in personaggi che interpreto. Anch’io come Mariano reagisco, ho reagito alle ingiustizie, ai soprusi. Personalmente sono stato poche volte vittima di ingiustizie, ma ho sempre cercato di reagire per non sentirmi preda”.
Spesso le capita di andare in tournée per i suoi spettacoli teatrali. Cosa non deve mai mancare assolutamente nella sua valigia?
“Tante barrette di cioccolata, quelle barrette ricche di proteine per non mangiare tutte quelle porcherie che ti rovinano lo stomaco, come patatine, gomme da masticare”.
Ha ancora il classico sogno nel cassetto?
“Non uno, tantissimi. Ad esempio per il teatro, dopo tante commedie, vorrei mettere in scena un varietà. E poi vorrei scrivere un secondo libro”.
Domanda classica: progetti futuri?
“Ancora teatro: dal 21 febbraio prossimo sarò qui al Teatro Golden di Roma con lo spettacolo Difatto una coppia, con Marco Fiorini e Claudia Campagnola. In primavera dovrei girare una fiction: ancora nulla di definito”.