Indice dei contenuti
- 1 Quali sono state le difficoltà maggiori incontrate durante le riprese?
- 2 In effetti l’esperienza si è rivelata forse più complicata di quanto pensavate alla vigilia?
- 3 Ci anticipa la puntata di questa sera?
- 4 Perché le famiglie hanno rappresentato l’ostacolo maggiore?
- 5 Ci svela che ha rappresentato per lei questo programma dal punto di vista personale e professionale?
- 6 È vero che il programma è stato bloccato in Spagna?
- 7 Ha altri progetti professionali?
- 8 È un format nuovo?
- 9 C’è anche un altro progetto?
Quali sono state le difficoltà maggiori incontrate durante le riprese?
Abbiamo fatto un grande sforzo, come richiesto da un argomento così delicato, nell’avvicinare giovani, insegnanti, presidi, ma soprattutto le famiglie. Siamo stati supportati dalla psicologa Maura Manca riuscendo a creare un confronto tra le varie parti. Non è stato facile convincere ad esempio, i genitori a dare il proprio consenso affinché i giovani indossassero telecamere nascoste con cui filmare quanto accade intorno a loro. {module Pubblicità dentro articolo 2}
In effetti l’esperienza si è rivelata forse più complicata di quanto pensavate alla vigilia?
Sì, tutti credevamo di non incontrare le difficoltà che invece si sono presentate. Ma la redazione e l’intero team hanno realizzato un lavoro straordinario in poco tempo. Pensi che la prima puntata è stata girata alla fine dello scorso anno scolastico. Ma le altre tre sono state realizzate all’apertura delle scuole.
Ci anticipa la puntata di questa sera?
Saremo a Palermo. La protagonista è Giorgia, una ragazzina di 13 anni studentessa modello con la passione per le scienze. Da quest’anno è vittima di bullismo da parte dei compagni di classe che la accusano di essere la preferita dei professori. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Perché le famiglie hanno rappresentato l’ostacolo maggiore?
I protagonisti sono minorenni e dobbiamo necessariamente avere il consenso dei genitori per avvicinarli e parlare con loro. Il programma ha voluto lanciare un messaggio positivo in un clima mediatico nel quale il mondo sembra diviso tra buoni e cattivi. Noi facendo incontrare le vittime del bullismo con i loro carnefici siamo riusciti ad appianare molte situazioni e a ripristinare un clima di serenità tra i giovani. Un risultato di grande soddisfazione.
Ci svela che ha rappresentato per lei questo programma dal punto di vista personale e professionale?
Personalmente essendo un padre ho cominciato a pormi determinate domande. Dal punto di vista professionale ho apprezzato molto la fase di preparazione di tutte le puntate. Ed è proprio il lavoro di backstage che mi affascina in maniera particolare. {module Pubblicità dentro articolo 2}
È vero che il programma è stato bloccato in Spagna?
Sì il tribunale “Fiscalia” di Madrid ha bloccato la prima puntata per la presenza delle telecamere nascoste in classe. Fortunatamente però il blocco è stato annullato e il programma riprende a gennaio. Proprio per queste difficoltà “Mai più bullismo” è andato in onda in pochissimi paesi. Prima dell’Italia solo in Olanda.
Ha altri progetti professionali?
Il prossimo 3 gennaio su NOVE andranno in onda due puntate pilota del nuovo programma “I Cacciatori” che gestisco insieme a Valentina Petrini. Raccontiamo storie di persone che cercano una verità o vogliono risolvere un mistero del loro passato. Io amo il racconto dal backstage, mi affascina seguire tutte le fasi di preparazione di un determinato progetto. Il programma racconta storie monografiche, dura un’ora ed è chiaramente ispirato al film “Philomena”.
È un format nuovo?
Certamente, sono reportage montati come una pellicola cinematografica che mettono in evidenza il rapporto tra il giornalista e la persona che cerca nel proprio passato. Insomma “I Cacciatori” si svolge su due piani: da una parte il racconto della protagonista, dall’altra il nostro lavoro.
C’è anche un altro progetto?
Sì, una serie radiofonica in sette puntate che forse sarà fruibile solo online in cui raccontiamo determinati cold case.
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