Abbiamo incontrato il direttore Mucciante che ci ha parlato della filosofia della nuova casa editrice presente dallo scorso dicembre 2018.
Il direttore ha spiegato inoltre come il libro debba rappresentare il trait d’union tra letteratura e Servizio Pubblico.
Ecco l’intervista rilasciata a maridacaterini.it.
In che senso il libro deve avere un peso diverso in Rai libri?
«Il cambio del marchio vuole evidenziare che è mutato il modo di porsi rispetto al mercato editoriale. Il nuovo progetto procede con forze proprie e con autorevolezza individuando nel libro un obiettivo differente e una linea coerente che non erano ben visibili nella vecchia Rai Eri».
Come vengono dunque conciliati il libro e il piccolo schermo?
«Innanzitutto c’è una ridefinizione dei generi più televisivi. Significa che ci occupiamo soprattutto dei libri che parlano di tv, ma anche di costume. Vogliamo raccontare una società che cambia. E per raggiungere tale obiettivo abbiamo puntato su due ingredienti principali».
Quali sono?
«Innanzitutto valorizzare gli artisti Rai che sono anche scrittori. Tra questi Alberto Angela, Bruno Vespa, Antonella Clerici, Milly Carlucci, Vincenzo Mollica, Bianca Guaccero e tanti altri. Inoltre abbiamo allargato il nostro orizzonte in più campi d’azione. Ad esempio abbiamo pubblicato la prima autobiografia di Giulio Cesare scritta da Cristoforo Gorno, autore e conduttore televisivo che ha curato tra le altre, le trasmissioni di Rai 3 Gaia e Kilimangiaro ma anche Atlantide, Impero e Sfera per La7 e La macchina del tempo per Rete 4. Dal 2015 conduce su Rai Storia una fortunata serie di programmi da lui stesso scritti e ideati: Cronache dall’antichità, Cronache dal Medioevo, Cronache dal Rinascimento e Cronache dal Mito».
«Ad esempio la giovane chef star della ristorazione italiana Isabella Potì scrive per noi un libro che non è soltanto di cucina, ma un vero e proprio esempio di lifestyle ai fornelli. Noi vogliamo raccontare, attraverso edizioni di pregio, la nostra società ben consapevoli che l’Italia non brilla per numero di lettori. Se riuscissimo ad avvicinare alla letteratura anche una sola persona saremo estremamente soddisfatti».
Vuol dire che lei sta scommettendo sulla cultura in tv?
«Sì, soprattutto sulla socializzazione della cultura. Vogliamo rilanciare il ruolo dei librai e allargare la platea dei lettori».
Qual è il progetto per realizzare tale obiettivo?
«Intanto stiamo ragionando su come incrociare vari piani narrativi e televisivi. Ad esempio il primo esperimento fatto in questo settore è stata la pubblicazione dei libri su La Compagnia del Cigno, la fiction andata in onda con grande successo di pubblico a gennaio su Rai 1. Abbiamo raccontato la storia dei giovani protagonisti precedente all’inizio della serie. In questo modo siamo riusciti ad avvicinare al libro anche un pubblico di adolescenti affezionato a quella serie TV. Ma abbiamo in mente un altro obiettivo».
Si riferisce alla QR Code?
«Esattamente. Vorremmo legare il libro alle immagini ed ai filmati contenuti negli sterminati archivi Rai. In questo modo il libro sarà fruibile attraverso il telefonino. E solo la nostra azienda può concedersi questo privilegio. Un altro aspetto della centralità della Rai è legare i libri alle serie TV proprio con questa nuova proposta».
State anche allargando il catalogo nella sezione varia?
«Sì e lo stiamo facendo con autori come Salvo Sottile, Franco Di Mare e Andrea Delogu che ha scritto un libro sulla dislessia molto venduto. Cito anche l’ultimo libro di Massimiliano Ossini “Kalipè. Lo spirito della montagna”».
Ha un progetto che vorrebbe realizzare presto?
«Una pubblicazione sulle tre serie andate in onda de Il Collegio. Il docu-reality è stato molto amato dai giovani e sarebbe un’occasione in più per avvicinare le new generation ai libri».